Il figlio segreto del capo - Copertina

Il figlio segreto del capo

Serene

Capitolo 5

CASSANDRA

Mentre Emilio abbaia ordini, Cassandra si sistema in macchina con Alex, tenendolo stretto perché non c'è il seggiolino. Suo figlio è ancora nervoso e irrequieto, ma le sue grida sono cessate.

Sentendo gli occhi di Emilio su di sé, si volta e incontra il suo sguardo vuoto, che non rivela nulla e che la spaventa. Cosa sta pensando? Che cosa ha in mente? Perderò mio figlio?

Poi, quando l'auto si ferma, Emilio scende e in un attimo è al loro fianco. Aiuta Cassandra a uscire e la conduce all'interno di un edificio.

Dev'essere un ospedale privato, ~pensa una volta entrata. ~Non potrò mai permettermi il conto qui~.~

Guarda Emilio, pronta a protestare, quando una bella e giovane receptionist li accoglie con un sorriso.

"Signor Rodriguez. Come possiamo aiutarla?"

Cassandra nota come la donna spinga il seno in fuori e agiti le ciglia verso Emilio. Non ha un po' di vergogna? È al lavoro!

"C'è la dottoressa Perez?" Le chiede Emilio.

"Sì. Prego".

La donna si sposta da dietro la scrivania e loro la seguono lungo il corridoio, fermandosi davanti a una porta alla loro destra, poi bussa piano e una voce femminile dice: "Candice, pensavo di essere stata chiara..." La sua voce vacilla quando vede Emilio. "Me ne occupo io".

E dopo che la receptionist se ne è andata, la dottoressa Perez ed Emilio si scambiano un abbraccio. Lui le dà anche un bacio sulla guancia. La donna sembra avere una quarantina d'anni ed è estremamente bella, con la carnagione media, i capelli color miele e gli occhi nocciola.

"Sei bello come sempre", dice la dottoressa Perez a Emilio. "Come sta tua madre ora?"

"Meglio. Grazie per l'interessamento".

"Cosa ti porta qui?"

Emilio si fa da parte per permettere alla dottoressa Perez di vedere Cassandra e Alex. La donna oscilla con lo sguardo tra loro, scioccata.

"L'ultima volta che abbiamo parlato, tua madre non mi ha detto nulla sul fatto che tu avessi un figlio. So quanto desideri avere dei nipoti ma…"

"Credimi, sono rimasto scioccato anch'io", risponde lui guardando Cassandra.

"Cosa c'è che non va?" Le chiede a quel punto la dottoressa, prendendo Alex. "Sta bruciando: gli ha fatto un bel bagnetto freddo?"

Cassandra annuisce.

La dottoressa Perez adagia Alex sul lettino del suo studio e controlla il suo respiro. Sopraffatta dalla paura, Cassandra può solo sperare che suo figlio non abbia nulla di grave.

La dottoressa si rivolge nuovamente a lei. "Il bambino ha qualche allergia?"

Cassandra scuote la testa.

"Mi parli della febbre: da quanto tempo ce l'ha e che medicine gli ha dato?"

Cassandra risponde al meglio delle sue capacità. Ieri sera stava bene, solo stamattina era agitato. E lei aveva pensato che non fosse nulla, ma evidentemente si sbagliava.

"Ha avuto un raffreddore qualche giorno fa".

La dottoressa Perez guarda nell'orecchio di Alex, che immediatamente ricomincia a piangere. Cassandra è subito al suo fianco. Quando la dottoressa ha terminato la visita, li guarda entrambi.

"Ha una leggera infezione all'orecchio, probabilmente causata dal raffreddore. Non è nulla di grave, ma spiega la sua agitazione e la febbre. Gli prescriverò degli antibiotici".

Cassandra solleva Alex e se lo stringe al petto. Era stata così presa dal lavoro che non si era nemmeno accorta che qualcosa non andava. Il senso di colpa la travolge e gli occhi le si riempiono di lacrime.

Il dottor Perez le mette una mano sulla spalla. "Non si biasimi, non è colpa sua. Sono cose che capitano. Se non l'avesse portato qui subito, i suoi sintomi sarebbero peggiorati. Mi lasci scrivere la sua ricetta".

La dottoressa va alla sua scrivania e prende un blocco di fogli. "Gli darò anche qualcosa per il dolore. Età?"

Cassandra le risponde e poi dice: "grazie, dottoressa".

La dottoressa Perez le sorride. "Faccio solo il mio lavoro". Poi dà la ricetta a Emilio e dice: "ecco qui".

"Lo apprezzo molto, Beth", le risponde lui. "Manda i miei saluti allo zio. Ti sarei grato se per ora questa cosa rimanesse tra noi".

"Le mie labbra sono sigillate, stai tranquillo". La dottoressa Perez fa una pausa. "Ti assomiglia. Ha anche la voglia".

Cassandra li guarda, confusa, ma poi Emilio la guida fuori dall'ospedale e in men che non si dica sono di nuovo in macchina, con Emilio che dà al suo autista la ricetta e dice: "prendila al più presto e portaci all'attico".

La testa di Cassandra si alza di scatto. "Vorrei andare a casa mia, per favore. È l'ora del biberon di Alex". Lo sguardo di Emilio le fa correre un brivido in tutto il corpo, ma non si tira indietro. "Non resterò da te".

Cassandra vede un milione di cose che passano per la testa di Emilio, quindi non aggiunge altro. Ha ancora bisogno delle medicine di Alex, quindi per il momento andrà con lui.

Poi, per il resto del viaggio, Alex è tranquillo. Si addormenta persino tra le sue braccia. Povero bambino, deve essere stanco per tutti i pianti.~

E dopo aver parcheggiato nel garage di uno degli hotel più costosi di Times Square, Emilio la conduce a un ascensore che richiede un pin per entrare. Lui lo inserisce e un secondo dopo salgono. Alex, fortunatamente, dorme ancora profondamente.

A cosa stava pensando? Non dovrebbe trovarsi lì. E poi domani deve tornare al lavoro...

Se ho ancora un lavoro,sente una vocina nella sua testa dire.

Quando entrano nell'attico di Emilio, Cassandra è colta di sorpresa dalle dimensioni del locale, accentuate dalla pianta aperta e dalle vetrate a tutta altezza. All'ingresso c'è un bar e una parete di vini che espone molte marche costose, mentre la cucina e la sala da pranzo godono di una splendida vista su Central Park. Tutto, anche l'arredamento, è bianco e grigio chiaro.

Emilio mette la borsa di Alex sul divano del soggiorno. "Seguimi", dice, e conduce Cassandra al piano di sopra, in una camera da letto. Una volta lì, si sposta in modo che lei possa entrare per prima.

Un enorme materasso domina il centro della stanza, affiancato da comodini con grandi lampade. Vicino alla finestra ci sono due sedie di pelle con in mezzo un tavolo di vetro. Un grande ritratto è appeso alla parete e una porta sulla sinistra conduce probabilmente a un bagno. Come al piano di sotto, le pareti sono grigie e il pavimento è in legno duro.

Non è la stessa suite in cui l'aveva portata l'ultima volta. Lei lo guarda.

"Cosa ci faccio qui?" Gli chiede.

Emilio aggrotta le sopracciglia. "Dobbiamo discutere di alcune cose. Mettilo pure giù".

"Non posso lasciarlo qui da solo, potrebbe cadere dal letto. E quando si sveglierà avrà bisogno del biberon. Devo tornare a casa".

"Non andrai da nessuna parte finché non avrò i risultati del test del DNA, e ci vorrà almeno qualche giorno. Se si dimostra che è mio, dovrò rilasciare una dichiarazione prima che qualcun altro ne venga a conoscenza".

"Be', resta il fatto che non possiamo restare qui. E cosa ti fa pensare che ti permetterò di fare il test del DNA? Non è il tuo bambino", mente Cassandra.

"Attenzione", avverte Emilio. "Se è mio, non esiterò a portartelo via. Resterai qui finché non ti dirò il contrario. José ti procurerà tutto ciò che ti serve per lui".

"Ma non puoi costringermi a restare qui!"

"Guardami".

"Ho un lavoro che devo portare a termine domani", lo implora Cassandra: "Emilio, ti prego, non farlo. Non posso permettermi di perdere il lavoro".

Emilio alza un sopracciglio. "Hai dimenticato chi è il tuo capo? Se vuoi mantenere il tuo lavoro, ti consiglio di fare come ti dico".

"E cosa dirò al signor Smith?"

"Me ne occuperò io. Adesso dammi le chiavi del tuo appartamento e l'indirizzo".

"Perché?"

Emilio fa un gesto ad Alex. "Avrà bisogno della sua roba, no? Dirò a José di andarla a prendere. Scrivi tutto quello che deve portarti. C'è un foglio e una penna proprio dietro di te, sul comodino".

"Emilio..." Inizia a dire Cassandra, ma lui si gira, lasciandola a fissarlo.

Così lei distende Alex sul letto, tenendogli la testa tra le mani. Che cosa può fare adesso?

Si avvicina al balcone e guarda Central Park. Come è arrivata qui? Cosa mai aveva in mente quando è andata a letto con lui quindici mesi prima?

Infine riporta la sua attenzione sul piccolo corpo addormentato di Alex. Torna al letto, si siede accanto a lui e gli accarezza i capelli. Non ha idea di cosa succederà adesso.

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