L'alfa e la luna 3 - La luna incantata - Copertina

L'alfa e la luna 3 - La luna incantata

Skylar Greene

Capitolo 3

JAXON

Vanessa aveva dato la sua parola a mia madre che sarebbe venuta ad assisterci con i nostri doni e, dopo qualche settimana, finalmente è arrivata. Sapevo che l'avrebbe accompagnata l'anziano Scott, ma la presenza degli altri mi coglie di sorpresa.

Chiedono a me e a Daniella di raggiungerli in ufficio ed è allora che scopriamo il vero motivo della loro visita. Vogliono che mio padre entri a far parte del Consiglio degli Anziani.

Papà si affretta a informarli che non sta ancora pensando al pensionamento e che avrebbe bisogno di tempo per considerare la loro proposta. Gli altri due non sembrano molto soddisfatti della sua risposta e Scott gli assicura che avrebbero ripreso l'argomento più tardi.

Hanno ufficialmente esteso l'invito a papà per unirsi al Consiglio. È un grande onore, tuttavia, il fatto che papà abbia mantenuto la sua posizione di alfa mi rassicura.

La mia aspirazione è quella di laurearmi, prima di prendere in mano il branco. Papà è d'accordo, perché i suoi genitori gli hanno concesso la stessa libertà. Quando gli anziani lasciano l'ufficio, io e papà riprendiamo il nostro lavoro sulle questioni riguardanti il branco.

Lo assisto fin da quando ero adolescente e abbiamo sviluppato un sistema che ci permette di essere efficienti senza dover dedicare l'intera giornata al lavoro.

Mamma e papà si assicurano sempre che io e Daniella siamo ben informati su tutto ciò che riguarda il nostro branco. Ci tramandano le conoscenze per gestire un branco di successo e l'importanza di chiedere aiuto quando è necessario.

***

La mamma chiede a me e a Daniella di incontrare Vanessa invece di partecipare all'allenamento. Preferivo incontrarla dopo, perché mi piace e non vorrei perdermelo.

Vorrà dire che dopo essermi occupato degli affari del branco dovrò allenarmi un po'. Percepisco l'ansia della mamma mentre aspettiamo l'arrivo di Vanessa. Daniella le chiede se sta bene o se dobbiamo andare a chiamare papà, ma lei ci rassicura.

Tuttavia, io non sono convinto e mi sforzo di non leggere la sua mente per capire cosa la preoccupi. Io e Shadow ci siamo esercitati a non invadere i pensieri altrui, a meno che non sia assolutamente necessario. Non voglio fare di nuovo una cosa del genere alla mamma, così aspetto pazientemente l'arrivo di Vanessa.

Dopo un po' bussa alla porta ed entra, salutandoci con un sorriso. Vanessa è un'anziana strega bianca, ma nessuno lo direbbe mai, senza saperlo. Si rivolge alla mamma: "Vuoi che glielo dica io, Jade, o preferisci farlo tu?"

La mamma sembra ancora più ansiosa e io sono sempre più preoccupato. Sto per tentare di leggerle nel pensiero, quando lei inizia a parlare. "Daniella e Jaxon, Vanessa ha scoperto alcune informazioni interessanti, quando ha approfondito la storia della nostra famiglia.

A quanto pare, i nostri antenati erano una stirpe di potenti streghe. Tuttavia, quando migrarono in America, smisero di praticare e scelsero i compagni, invece degli ~amati~. Amato è il termine con cui una strega indica il proprio compagno. Crediamo che sia questo il motivo per cui voi due siete così unici: siete ibridi".

Vengo colto di sorpresa da questa rivelazione. "Shadow, ne eri al corrente?" Domando. ~"No, è una novità anche per me. Però ha senso… Le nostre auree si stanno rafforzando, ma sembra che qualcosa ci impedisca di raggiungere il nostro pieno potenziale".~

"Ho sempre pensato che fossimo destinati a essere più di quello che siamo attualmente. Ora capisco perché". Vanessa continua a parlare dei nostri antenati e dei loro formidabili poteri. Quando ci dice che erano il re e la regina del loro regno, sia Daniella che la mamma sussultano per la sorpresa.

Vanessa crede che possediamo capacità magiche ed esprime il desiderio di addestrarci a sfruttare la nostra magia. Vuole risvegliare il mio lato da stregone. Io disprezzo immediatamente quel termine; a scuola abbiamo imparato a conoscere creature come streghe e stregoni.

Questi ultimi, nel tempo si sono guadagnati la fama di rubare i poteri delle streghe. La sola menzione della parola "stregone" fa venire i brividi alle streghe, che temono di vedersi rubare i poteri.

Se dovessi possedere la magia o rivelarmi uno stregone, non voglio essere definito tale.

Dovrò comunicarlo a Vanessa, quando inizierà il mio addestramento magico. Dopo aver lanciato una tale notizia bomba, Vanessa si congeda. Daniella esprime la sua incredulità per la rivelazione e io non posso essere più d'accordo con lei. "Lo so. Pensavo che fossimo semplicemente benedetti dai doni della Dea della Luna; non avevo idea che fossimo in parte streghe e stregoni.

Ho la sensazione che la vita stia per diventare ancora più complicata". Dopo averci detto che ne avremmo riparlato più tardi, la mamma congeda anche noi. Vorrei assistere papà nel lavoro con il branco, ma mi sento in dovere di allenarmi.

L'addestramento è quasi finito, ma chiedo allo zio Liam di allenarsi con me prima di lasciare il campo.

Lui mi lancia un sorriso furbo prima di assumere una posizione di combattimento. Quando ero piccolo, zio Liam si allenava con noi per divertimento. Mi ha insegnato numerose tecniche, che ho prontamente usato per sconfiggerlo una volta ottenuto il mio lupo.

Il suo primo pugno mi colpisce la guancia destra, facendomi tornare alla realtà. "Non ci sei con la testa. Se tu fossi stato attento, non sarei riuscito a sferrare quel pugno". Ha ragione: sono in grado di bloccare facilmente i suoi colpi.

Mi concentro su di lui e carico, sferrando un pugno che gli fa girare la testa. Si volta di nuovo verso di me, il sangue che gli cola dalla bocca: "Bene, ora sei concentrato". Ci scambiamo dei colpi, riuscendo a schivarli quasi tutti.

Alla fine riesco a prendere il sopravvento, dandogli un calcio alla gamba e facendolo cadere. Colgo l'occasione per immobilizzarlo. Lui si sforza di liberarsi, ma sa di non poterci riuscire.

Non mi sono guadagnato il titolo di secondo miglior guerriero per niente. Tenta di colpirmi il fianco con la gamba, ma io gli do un pugno in faccia, facendolo gemere e sanguinare dal naso. "Mi arrendo, bruto che non sei altro", ammette. Sentiamo il rumore di una risata, così mi volto e vedo mio padre che ci guarda.

"Perché non ti alleni con qualcuno che possa tenere il passo? Liam è vecchio ormai, non può reggere il tuo ritmo", mi dice papà ridendo. Mi stacco da Liam e annuisco. "Tu sei vecchio quanto me", replica Liam, mettendosi a sedere e portandosi le mani al viso.

Papà si strappa la camicia e assume una posizione di combattimento. Ho imparato a non lasciare che mio padre sferri il primo colpo. Combatte per vincere, sempre, anche durante gli allenamenti. Non l'ho ancora mai sconfitto, ma ho intenzione di farlo, prima di assumere il ruolo di alfa.

Lo carico e cerco di dargli un pugno in faccia, ma lui lo schiva. Quando lo supero, lui mi spinge via e lo sento borbottare.

"Concentrati, Jax, possiamo farcela", mi incoraggia Shadow. Fingo un calcio, ma finisco per sferrare un pugno alla Superman, cogliendolo di sorpresa. Lo seguo con un altro pugno in faccia, facendolo sussultare.

Lui si gira verso di me, con un sorriso sulle labbra mentre si pulisce il lato della bocca. Mi carica e mi dà un calcio nello stomaco, facendomi cadere a terra, dolorante. "Ahia", sento dire Liam. "Alzati. Se sei in grado di prenderle, puoi sopportare il dolore", dice mio padre avanzando di nuovo verso di me.

Parla solo quando si allena con Daniella o con me. Contro chiunque altro, è silenzioso e letale. Mi abbasso per schivare il suo colpo, facendolo sbagliare. Colgo l'occasione per sferrare un montante e lui indietreggia, quasi cadendo.

Non smetto di tirargli pugni finché non mi solleva e mi sbatte a terra. L'impatto mi fa perdere il fiato. Lo sa anche papà, che si arrampica su di me e cerca di sottomettermi.

Mi dimeno per togliermelo di dosso, ma dopo aver lottato a lungo senza successo, mi arrendo. Si stacca da me e allunga la mano per aiutarmi a tirarmi su. "Ottimo lavoro, figliolo", mi dice. "Grazie, papà", rispondo.

Mi prendo qualche minuto per riprendere fiato e poi vado a casa a farmi una doccia.

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