I Lupi del Millennio - Copertina

I Lupi del Millennio

Sapir Englard

L'appuntamento

SIENNA

"Pensavo avessi detto fosse un'emergenza", sbottai diretta a mia madre.

"Avrei rovinato la sorpresa! Stavo facendo vedere al signor Norwood alcune delle tue foto da piccola. Non era adorabile?"

"Sì, anche allora si capiva che sarebbe diventata una donna forte e bellissima", rispose lui, posando i suoi ipnotizzanti occhi verdi striati d'oro su di me.

"Questo tè è delizioso, signora Mercer".

"La prego, mi chiami Melissa", gli rispose lei con una risatina.

Avrei voluto vomitare. Mia madre era più innamorata del mio partner di me.

Avrei scommesso che pensasse che sarei andata a letto con Aiden entro la fine della stagione, ma io lo avevo guardato negli occhi parecchie volte e quella sensazione di riconoscimento non era mai arrivata.

Dopotutto lui mi stava solo usando.

"Com'era la città?" Mi chiese, mostrandomi un sorriso diabolicamente attraente.

"Carina", gli risposi cercando di non farmi traviare dal suo aspetto.

Il fatto che la camicia gli fasciasse ogni centimetro di quel petto ampio e delle braccia muscolose non aiutava e nemmeno il fatto che i jeans si posassero così perfettamente sulle gambe potenti e definite.

Da quel sorriso ribelle capii che sapeva che stessi combattendo contro il mio stesso calore.

"Non penso di averti mai vista con i capelli raccolti, prima d'ora. Ti stanno bene, specialmente con quel marchio che ti ritrovi".

Avevo completamente dimenticato di essermi tirata su i capelli in una coda di cavallo quando ero entrata in galleria. Delle ciocche crespe e scompigliate mi incorniciavano il volto mentre il sudore, ormai asciutto, persisteva sulle tempie.

Ero orribile e in uno stato pietoso e lui lo sapeva.

Era ovvio che il bastardo arrogante avrebbe ammirato il suo operato.

"Che cosa ci fai qui?" Chiesi, fregandomene delle formalità. Dopo quel pomeriggio sarebbe stato inutile comportarsi civilmente.

"Sono un uomo in missione", commentò lui divertito. "Voglio sapere di più su di te e la tua famiglia. Mi sono reso conto questo pomeriggio di quanto poco ci conosciamo".

Certo che non ci conosciamo. Mi hai marchiata così dal nulla.

Tuttavia, quel cambio di rotta mi fece pensare che Jocelyn gli avesse recapitato il messaggio di comportarsi meglio. È stata veloce, pensai.

Incrociai le braccia al petto e gli rivolsi un'occhiata infastidita. "E quale sarebbe questa missione?"

Lo guardai alzarsi e prendermi la mano, scioccata. "Sienna, ti dispiacerebbe unirti a me per cena, questa sera?"

Lo stronzo mi stava corteggiando e dannazione, stava funzionando.

Improvvisamente era diventato così educato. Probabilmente perché mia madre era presente. Sembrava che sarebbe potuta morire da un momento all'altro e sarebbe ascesa in paradiso.

Io arrossii e il cuore prese a battermi così forte che ero certa che lui potesse sentirlo. Mi aveva affascinata e non poco. Forse Jocelyn aveva ragione su di lui… Forse Aiden Norwood avrebbe meritato una seconda possibilità.

"Non sono vestita nel modo giusto per l'occasione", gli risposi, cercando di protestare.

"Nemmeno io", mi disse sorridendo. "Ce ne occuperemo, andiamo?"

Forse possiamo andare, pensai. Tuttavia lo feci aspettare. Non ero pronta a cedere così facilmente. Dopo un po' annuii.

"Va bene", gli risposi. "Per questa volta". Aggiunsi mettendo le mani avanti.

Aiden rise e scosse la testa, divertito dal mio comportamento ritirato. Senza dire un'altra parola mi scortò fuori casa e alla macchina, poi ce ne andammo.

Sapevo che non avrei dovuto lasciare che l'Alfa mi catturasse nella sua presa. Tuttavia fino a quel momento era stato educato, calmo… quasi un gentleman. Perché scappare quando non avevi nessuno alle calcagna?

Il viaggio fu tranquillo e veloce. Aiden si avvicinò a una boutique e successivamente entrammo.

Ero ancora sul chi va là, ma ogni secondo che passava diventava più facile stargli accanto.

La commessa gli lanciò un sorriso ammaliato. "In cosa posso esserle utile, signor Norwood?" Cinguettò. Aiden e io ci guardammo e il sorriso della donna si trasformò immediatamente in un'occhiataccia.

Immaginai che lo volesse tutto per sé.

Venti minuti prima glielo avrei lasciato volentieri, ma in quel momento mi sentii stranamente possessiva. Prima che potessi fermarmi, le labbra mi si incresparono in un ringhio.

La commessa spostò velocemente lo sguardo. Io sbattei le palpebre. Che diavolo mi era preso? Non valeva la pena prendersela in quel modo per un Alfa. Datti un contegno, Sienna!

"Può aiutarmi a trovare un abito?" Le chiesi cercando di fare pace.

Lei annuì bruscamente e mi condusse a uno stand di bellissimi pezzi in seta.

Ne scelsi uno color blu scuro e andai nello spogliatoio. Era molto attillato, metteva in evidenza tutte le mie curve e s'intonava bene con la mia pelle color avorio.

La commessa spinse un paio di tacchi bianchi sotto la tenda del camerino. Calzavano alla perfezione. Mi sciolsi i capelli e ci passai una mano attraverso al fine di domarli.

Mi guardai un'ultima volta nello specchio prima di uscire. Stavo benissimo.

Aiden non riusciva a staccarmi gli occhi di dosso. Il suo sguardo bollente mi passò in rassegna da capo a piedi, soffermandosi sui fianchi e sul seno un secondo di troppo.

"Stai… divinamente", mi disse con occhi luccicanti.

Per una volta avevo il calore sotto controllo, grazie al cielo. Non che sapessi il perché… Non avevamo mai condiviso niente del genere prima di quel momento.

Il calore avrebbe dovuto scatenarsi. Invece, mi ritrovai ad arrossire e distogliere lo sguardo. Non era stato sexy… solo stranamente dolce. Quasi carino.

Fu allora che notai che anche Aiden si era cambiato d'abito.

Aveva indosso un paio di pantaloni blu su misura che lasciavano poco all'immaginazione e una camicia bianca della perfetta taglia. Quell'uomo era davvero mozzafiato.

Dopo che ebbe pagato per il vestito e i tacchi tornammo alla macchina e guidammo attraverso la città.

Parcheggiamo di fronte a uno dei ristoranti più in voga e dopo avermi aperto la porta mi condusse all'interno posandomi una mano sulla schiena.

Nel momento in cui facemmo il nostro ingresso, si voltarono tutti a guardarci.

Alcuni erano scioccati, altri invidiosi, ma a me non importava. Mi stavo godendo talmente tanto la serata che niente avrebbe potuto distrarmi.

La cameriera ci portò a un tavolo appartato in un angolo lontano, fuori dalla portata delle occhiate indiscrete degli altri clienti.

Ci sedemmo uno di fronte all'altra, Aiden si sporse verso di me e il mio corpo si tese.

"È davvero così male?" Mi chiese.

"Dipende", gli risposi alzando un sopracciglio, "da quanto sarà buono il cibo".

Ci mettemmo a ridere entrambi e realizzai quanto avessi da imparare sull'Alfa. Non credevo fosse capace di essere così gioviale. Era un leader, un uomo da temere, non… quello.

Proprio in quell'istante Aiden mi prese una mano.

Io sussultai, poi lo lasciai fare.

Sembrava come se entrambi avessimo messo il pilota automatico. Non c'erano parole, obiettivi o missioni a condizionare ciò che sarebbe successo di lì in avanti.

Aiden si portò la mia mano alle labbra soffici e ne baciò il dorso.

Trasalii scioccata mentre quel baciò risvegliava il mio calore, diffondendolo in tutto il corpo, facendomi formicolare la pelle in anticipazione, gonfiare il mio sesso, bagnare le mutandine.

Alzò lo sguardo e mi guardò attraverso le ciglia, gli occhi pieni di sorpresa e fame che non nascose. Il suo calore era potente tanto quanto il mio.

Nessuno dei due aveva voluto che succedesse ciò, eppure stava accadendo e non sapevo se sarei stata in grado di fermarmi.

"Sienna, sei…"

"Lo so", dissi leccandomi le labbra. "Anche tu… signor Norwood".

"Aiden", ringhiò famelico in risposta, "chiamami Aiden".

"Aiden", assaporai il suo nome in bocca, poi chiusi gli occhi e gemetti. "Santo cielo, Aiden, ho tanto caldo".

Emise un ringhio ancora più forte. "Continua così e non arriveremo nemmeno alla fine della prima portata".

Per me sarebbe andato bene, ma qualcosa nella mia testa continuava a infastidirmi, a punzecchiarmi, stava cercando di distogliermi dal calore.

Non era affatto un calore normale. No, stentavo a malapena a riconoscermi.

Con quel baciamano, Aiden aveva cancellato tutto ciò che io stessa pensavo di essere. Il mio passato, i miei sogni, le mie paure.

Era sparito tutto. Ero rimasta incantata.

Una parte di me sapeva che era sbagliato, ma non volevo che finisse. Non volevo interrompere la tensione che mi cresceva dentro mentre fiutavo quell'uomo così appetitoso.

Prestammo a malapena attenzione alla cameriera che era venuta a prendere i nostri ordini. Aiden aveva scelto un piatto elegante, ma l'unica portata che io avrei voluto assaggiare non era sul menù.

Era seduta di fronte a me.

Fermati! Di nuovo la voce di Emily. ~Fermati, Sienna! Preservati per il tuo compagno!~

"Oh, per l'amor del cielo stai zitta!" Esclamai ad alta voce senza volerlo.

Aiden mi lanciò uno sguardo interrogativo. "Stai forse impazzendo?"

"Tu mi fai impazzire", risposi in modo seducente, un paio di labbra si separò, l'altro di strinse.

"Ah, sì?" Mi chiese con gli occhi in fiamme. "Pensavo che ti piacesse la caccia".

Un momento, pensava che fossi io a voler essere cacciata? Era quello ciò che aveva carpito dalla nostra conversazione?

Prima che potessi protestare arricciò la mano sul mio polso e se la portò al viso. Ogni pensiero nella mia testa venne come sparso al vento.

"Hai una pelle morbidissima", mormorò baciandomi il palmo. "Setosa e soffice. Vorrei poter passare la lingua su ogni centimetro del tuo corpo".

Arrossii e ansimai quando si infilò una delle mie dita in bocca.

C'è qualcosa che non va! Smettila!

Come poteva esserci qualcosa che non andava?

"Sienna". Sentire il mio nome mi fece saltare in aria. "Non posso aspettare. Ti voglio adesso".

Lo guardai negli occhi e mi accorsi di volerlo anche io. Non mi importava dove o come, ma volevo ogni pezzettino di lui. "Prendimi".

Un istante dopo mi prese e mi trascinò in una stanza poco illuminata sul retro.

Mi aprì le gambe e avvolse le mani forti sotto le mie cosce, inchiodandomi al muro. Mi baciò il marchio.

Non ero mai stata baciata sulle labbra, ma in quegli ultimi giorni il collo ne aveva ricevuti più che abbastanza per recuperare.

Ansimai di piacere quando una delle mani di Aiden si introdusse tra le mie gambe, mi stuzzicò l'interno coscia con la punta delle dita.

Si avvicinò sempre di più fino a quando non fui sul punto di urlare. "Che cosa stai aspettando?" Gemetti con le gambe che mi tremavano.

Premette le dita contro le mutandine bagnate e un'ondata di piacere mi invase la vista.

Mi ero toccata proprio in quel punto centinaia di volte, ma non era stato niente in confronto alle mani di quell'uomo, le mani di Aiden su di me.

Mi lasciai andare al calore più portentoso che avessi mai provato, poi sentii di nuovo quella voce che urlava.

Ricorda la tua promessa!

Mi ridestai dal calore come un paziente che si risveglia dal coma. Il piacere che stavo provando si trasformò in terrore e spinsi Aiden lontano da me, poi scappai via.

Corsi dalla città ai boschi, strappai il bellissimo vestito che Aiden mi aveva comprato e mi trasformai.

Una volta su quattro gambe, tutto divenne istintivo. In quel momento i sensi mi dissero di correre.

Raggiunsi la foresta e continuai per quelli che mi sembrarono chilometri. Quando raggiunsi una radura mi fermai per riprendere fiato, ma la tregua durò poco.

Una folata di vento mi portò al naso un odore familiare.

Era Aiden, si stava dirigendo dritto verso di me.

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