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Sotto copertura tra i motociclisti 1

Capitolo 2: Il club

VANESSA

Mi sveglio con un senso di inquietudine. I brutti sogni sul club continuano a tormentarmi.

Cerco di scacciare quella sensazione spiacevole e mi preparo per la giornata. Arriccio i miei lunghi capelli biondi e mi trucco leggermente. Voglio essere carina per riuscire a ottenere informazioni dai motociclisti.

Indosso un paio di jeans neri aderenti, una maglietta bianca e una nuova giacca di pelle nera. Gli stivali da motociclista aggiungono quel tocco in più che mi fa pensare di avere l'aspetto giusto per quel lavoro.

Bevo un po' di caffè preso da asporto e mangio una banana al volo. Al momento è l'unica cosa che riesco a buttare giù.

Sono più nervosa del solito. Forse è per via della discussione di ieri al lavoro. Jack vuole che il caso si risolva più in fretta.

Oggi ho il turno del mattino con Morgan. Di solito lavoro con Chef, ma ultimamente non si è visto molto. Ho gestito io gran parte della cucina, ma non mi dispiace.

Lavorare in cucina mi permette di chiacchierare con i membri del club e conoscerli meglio.

Prendo le mie cose e mi dirigo verso la sede del club, fuori Ranchdale.

La porta d'ingresso è socchiusa, così la spingo per entrare. Saluto il nuovo membro di guardia, seduto su una sedia all'ingresso.

La porta si affaccia su un ampio soggiorno. Da un lato ci sono tavolini e divanetti, con alcune poltrone. Dall'altro, un grande bancone bar. Ci sono anche tavoli da biliardo e bersagli per le freccette. Le pareti sono blu scuro e il pavimento in legno marrone è consumato.

Appena entro, tutti gli sguardi si posano su di me.

Una mezza dozzina di uomini sono seduti al bar a bere birra… alle otto del mattino. Sui divanetti ci sono altri due uomini, ciascuno con una ragazza dei Devils sulle ginocchia.

Non conosco i loro nomi. Sono poche quelle mi rivolgono la parola. Credo non sappiano bene cosa pensare di me. Sono una donna, ma non faccio parte del loro gruppo. Penso sia la prima volta che il club assume qualcuno di esterno per cucinare.

Al comando ci siamo inventati una falsa storia; abbiamo detto loro che avevo lavorato per un club di motociclisti in Arizona chiamato Desert Vipers. Il capo dei Vipers doveva un favore a Jack, così ha accettato di farmi una falsa referenza.

I club di motociclisti sono molto riservati e diffidenti verso gli estranei. I Devils non mi avrebbero mai assunta senza quella raccomandazione.

Non so come, Jack sapeva che il cuoco abituale dei Devils si stava prendendo molto tempo libero. E, in qualche modo, ha fatto sì che ottenessi un colloquio.

Ci sono voluti mesi perché mi accettassero e, ancora adesso, gli uomini non possono fare a meno di fissarmi appena metto piede qui dentro.

«Ehi! Occhi a posto, idioti. Non è più una novità ed è off limits», grida una donna uscendo da una porta. Tutti distolgono subito lo sguardo.

Scuoto la testa verso Morgan e rido. Lei mi abbraccia ricambiando il sorriso. In quanto moglie del presidente, ha molto potere nel club e sono contenta che sembri apprezzarmi.

È alta quasi un metro e ottanta, con bellissimi capelli castani ricci, ed è sempre sorridente. Penso sia il cuore di questo club. Tutti sembrano volerle bene e rispettarla. Inoltre, molti hanno paura di farla arrabbiare.

«Dimmi se ti senti a disagio», dice. «Nessuno ci proverà con te. Hammer ha chiarito che non sei come le groupie dei Devils. Ma sanno riconoscere una bella donna e, ogni volta che entri, tutti ti mangiano con gli occhi».

Mi fa l'occhiolino e io sento le guance andare a fuoco.

«Grazie, ma penso sia soprattutto perché sono ancora una novità», dico mentre andiamo insieme verso la cucina.

Morgan scuote la testa, facendo ondeggiare i riccioli. «I ragazzi non amano i cambiamenti e ci vuole tempo prima che si abituino alle facce nuove», dice spingendo la porta.

La cucina è fantastica. Tutto è lucido e nuovo, e le pentole sono di ottima qualità. Durante la mia prima settimana qui, Morgan mi aveva raccontato che aveva dovuto fare la gatta morta con Hammer affinché le permettesse di sistemare la cucina.

Sono abbastanza sicura che abbia fatto più che solo la gatta morta, per convincerlo. A ogni modo, il risultato è eccezionale.

«Oggi la colazione è alle nove», mi informa Morgan. «Adesso sono in riunione e probabilmente usciranno affamati come lupi. Facciamo il pranzo un po' più tardi del solito, verso l'una? E la cena intorno alle sei e mezza».

Annuisco e indosso un grembiule. Poi inizio a cucinare le uova, sia strapazzate che al tegamino, mentre Morgan prepara il bacon. Dice che è l'unica cosa che sa cucinare davvero bene. Spesso brucia il cibo, ma ad Hammer piace il suo bacon molto croccante.

Ci divertiamo un mondo e, fortunatamente, tutto procede a gonfie vele. Me la cavo abbastanza bene con i dolci, ma cucinare per tante persone è tutta un'altra storia.

Quando le uova sono pronte, preparo una ciotola di frutta. All'inizio gli uomini erano perplessi riguardo alla frutta che mettevo fuori ogni mattina. A Chef non piacciono molto frutta e verdura fresche, quindi era una novità per loro. Nonostante ciò, alla fine della colazione la ciotola è sempre vuota, e io sono felice di sapere che stanno assumendo qualche vitamina, considerando il cibo poco sano che a volte mangiano e bevono.

Smetto di pensarci e mi ricordo che è tutto una finzione. Non sono davvero una cuoca. Sono un'agente di polizia. Non sono qui per rendere più sani i membri di un club di motociclisti. Sono qui per scoprire quali attività illegali stanno svolgendo.

Inizio a riempire i piatti del buffet con le uova e il bacon. Poi metto fuori panini freschi appena sfornati, insieme a qualche affettato e formaggio.

Come se avessero fiutato l'odore del cibo, gli uomini iniziano a uscire da una grande porta sul retro del soggiorno. Hammer guarda Morgan mentre si avvicina. Le cinge la vita con un braccio e la bacia sulla guancia.

«Ehi, tesoro, tutto bene?» Chiede con un sorriso.

«Ashley è una forza della natura, quindi ovviamente va tutto a meraviglia», dice lei facendomi l'occhiolino.

«Sono contento di sentire che le cose vanno lisce, Ashley. Chef e Morgan sono molto soddisfatti di te», dice Hammer, e io abbasso lo sguardo.

«Mi piace molto stare qui, quindi grazie mille», dico, fingendo di essere una dipendente riconoscente, e Hammer annuisce, sembrando compiaciuto.

«Dov'è Chef, oggi?» Chiedo, guardandomi intorno.

«Chef… non c'è», dice Hammer senza aggiungere altro.

«In realtà volevo parlargli del menù, ma continuo a non trovarlo», dico con un sospiro.

Hammer alza le spalle. «Hai dimostrato di essere in gamba nel tuo lavoro. Ti suggerisco di fare di testa tua questa volta. Chef dovrà farsene una ragione, se non è come vuole lui», mi risponde seccato, e io annuisco e mi dirigo verso il buffet.

«Niente salsicce oggi, Ashley?» Chiede West mentre mi passa accanto con un piatto pieno di cibo, e io scuoto la testa.

«Le colazioni abbondanti sono solo per i weekend e le occasioni speciali, West. Mi dispiace», dico, e lui alza gli occhi al cielo.

«Ogni giorno è buono per mangiare salsicce», borbotta mentre si dirige verso un tavolo, e io scoppio a ridere.

Vedendo che il caffè è quasi finito, vado in cucina per riempire la caffettiera. Mentre la sto riempiendo e sto tirando fuori dei panini caldi dal forno, la porta si apre ed entra Navy.

«Mio fratello si sta lamentando del buffet», dice.

«Fa anche altro?» Chiedo, e Navy ridacchia.

«È finito il caffè, e lui ha passato una brutta nottata», dice, mentre io sospiro e mi avvicino alla caffettiera.

«Ecco, portaglielo tu», dico, e lui mi lancia uno sguardo eloquente.

«Hai paura del lupo cattivo?» Chiede scherzosamente, e io alzo le spalle.

«Ci sono alcune persone da cui preferisco stare alla larga, e quell'armadio di tuo fratello è una di queste», dico.

«Non è poi così terribile», dice ridendo, e le mie sopracciglia schizzano verso l'alto.

«Non fa altro che ringhiare!» Alzo le mani al cielo. «Non l'ho mai sentito dire una frase per intero». Tranne il giorno del mio colloquio. Quel giorno era riuscito a insultarmi con frasi di senso compiuto. «Se gli sguardi potessero uccidere, sarei già stecchita».

Navy scuote la testa, ancora ridendo. «È simpatico una volta che lo conosci. Grazie per il caffè. Vado a dare alla bestia il suo carburante». Mi fa l'occhiolino ed esce dalla cucina.

Mi piace Navy. Le brevi chiacchierate che abbiamo fatto sono sempre state piacevoli. Sembra l'esatto opposto del fratello maggiore e spaventoso… Molto più alla mano.

Ma sembra anche non sapere molto di ciò che fa il club.

Uffa. Non voglio avvicinarmi al vicepresidente Steel, ma immagino che a un certo punto dovrò fare buon viso a cattivo gioco. Mi torna in mente la faccia stressata e impaziente di Jack.

Porto i panini al buffet e vedo Navy che dà una tazza di caffè al fratello. Steel sorride.

Un momento…

Steel che sorride? Mmmh. Non sapevo che quella faccia di pietra potesse sorridere. Li osservo un momento più a lungo mentre metto i panini nel cestino del pane.

Oh no! Steel mi ha beccata a guardarli. Aggrotta le sopracciglia, e io distolgo rapidamente lo sguardo, con il cuore che batte all'impazzata.

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