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Mezzosangue

Il ballo

NALA

I miei occhi erano ovunque in questo posto. Dopo esserci avvicinate al castello e aver superato i controlli della sicurezza, trovai un profondo lago rotondo che circondava il sito. Tutto era illuminato, il che faceva sembrare ogni cosa magnifica.

L'esterno del castello era marrone-rossiccio, in stile medievale. Si poteva vedere più di un ponte che veniva usato come ingresso a questa fortezza.

Nonostante fosse piuttosto buio, notai un vasto giardino con una grande fontana al centro. Probabilmente era più bello durante il giorno.

L'autista ci lasciò a una delle entrate laterali, dato che non eravamo vestite in modo appropriato, e quindi non potevamo usare l'ingresso principale. Dopo aver avuto a che fare con un vecchio spaventoso, entrammo nel castello.

I corridoi erano ricoperti dalle stesse pietre rossastre. Mi accorsi che, anche se questa fortezza era stata costruita molto tempo fa, era in qualche modo stata modernizzata.

Dal soffitto pendevano lussuosi lampadari elettrici ornati da numerosi pendenti di vetro. Le pareti dei corridoi erano decorate con splendidi dipinti del periodo rinascimentale.

Potevo sentire una bella canzone risuonare nella sala da ballo. Riecheggiava come un'eco attraverso i corridoi.

Mi collegai mentalmente con nostra madre, facendole sapere che eravamo qui, e lei mi rispose che si trovava nella sala da ballo, nascosta in un angolo.

~"Cosa ci fai lì, mamma? Pensavo fossi in una stanza appartata".

Ero un po' irritata perché ora avrei dovuto attraversare la sala principale per raggiungerla.

"Nala, lo ero! Ma ho sentito che re Alaric avrebbe ballato con la sua nuova ragazza e volevo vedere chi era.
Ora li sto guardando ballare. Devo ammettere che se fossi stata più giovane, mi sarei avventata subito sul suo collo".
"Bello, eh?" sorrisi compiaciuta.
"Sì, è molto virile", sospirò.
"Vorrei che le mie figlie trovassero un compagno come lui. Ho sentito dire da alcune signore che era un donnaiolo, ma da qualche mese esce solo con questa ragazza".
"Vuoi davvero che le tue figlie trovino un donnaiolo come partner? Inoltre, pensavo che fossi venuta qui per il ballo e non per spettegolare sulla vita degli altri. Siamo vicine alla sala da ballo. Dove sei?"

Aprii una grande porta di legno che fortunatamente non fece quasi nessun rumore. Maeve e io camminavamo in punta di piedi dietro la gente, cercando di non attirare l'attenzione su di noi.

Tutti sembravano assorbiti dalla coppia che ballava al centro.

Se il vecchio dalla faccia arcigna che ci aveva ricevuto all'ingresso avesse scoperto che eravamo nella sala da ballo, probabilmente ci avrebbe ucciso lentamente come punizione.

Mentre cercavo di raggiungere nostra madre, alzai lo sguardo e vidi bellissimi lampadari che pendevano da uno splendido soffitto con rilievi in oro e dipinti scuri.

Sulle pareti si aprivano grandi finestre ornate da enormi tende dorate. La sala profumava di fresco grazie ai fiori di campo che decoravano l'intero luogo. Tutto era abbagliante.

Volevo vedere la coppia che stava ballando, tutti i presenti avevano rivolto l'attenzione su di loro. Mi fermai un secondo a guardare. Ero dietro un uomo enorme che puzzava di alcol.

Gesù, quanti drink ha bevuto questo tizio?

"Nala, procedi", sussurrò mia sorella. Dopo un altro tentativo di guardare la coppia, rinunciai e continuai a camminare tra la folla. Avrei scommesso che si trattava del re e della sua nuova ragazza.

Dopo qualche altro secondo, trovammo nostra madre nascosta con il papà in un angolo.

"Finalmente!" esclamò. Lasciammo la sala da ballo, seguendola in una stanza privata, suggeritaci da uno dei servitori del castello.

"Dobbiamo andare ora", dissi.

"Perché non rimanete qui?" propose mio padre mentre beveva dal suo bicchiere da whisky.

"Cosa stai bevendo?"

"Idromele", rispose lui, roteando gli occhi.

"Non possiamo restare, guardaci! Inoltre, un vecchio ci sta aspettando all'uscita. Quasi non ci lasciava entrare".

Ci salutammo e tornammo indietro, questa volta attraverso altri corridoi del castello, senza dover attraversare di nuovo la sala da ballo.

***

RE ALARIC

"Amore mio, perché non mi chiedi di ballare?"

La presi per mano e la guidai verso il centro della sala. Questo era proprio quello che avrei voluto evitare. Tutte queste persone pensavano che Salla potesse diventare la loro futura luna.

Come cortesia, accettai di ballare con lei stavolta, ma decisi che la prossima volta avrei lasciato la stanza prima che iniziasse qualsiasi ballo.

Il re alfa e la regina alfa avrebbero dovuto fare l'apertura. E Salla non era nessuno dei due.

Quando la musica iniziò, cominciammo a muoverci. Con la mia sinistra afferrai la sua mano destra e con l'altra la sua vita sottile.

Non potevo negare che Salla era bellissima stasera. Il suo vestito dorato, che metteva in risalto i suoi deliziosi seni, aderiva perfettamente al suo corpo.

Cercando di non sembrare annoiato, lanciai un'occhiata agli ospiti senza prestare particolare attenzione a nessuno dei volti che ci guardavano.

In uno di questi momenti, notai uno dei miei consiglieri. Ma non fu proprio lui ad attirare la mia attenzione, bensì la donna che gli si nascondeva dietro.

Sentii un improvviso tuffo al cuore quando vidi un paio di occhi blu. Cercai di condurre la nostra danza in modo da poterla guardare bene in faccia.

Mi resi conto che stava fissando il consigliere di fronte a lei accigliata. Riuscivo a intravedere solo i suoi occhi, nient'altro. L'ombra che copriva la sua figura non mi permetteva di vedere chiaramente il suo viso.

Salla attirò la mia attenzione, chiedendo qualcosa. Annuii e le sorrisi, cercando di mostrare interesse. Ma, quando tornai a guardare dove quella strana donna avrebbe dovuto essere, tutto ciò che vidi fu il muro.

Il mio consigliere non era più lì, e nemmeno lei. Perlustrai tutto il posto, sentendomi frustrato.

Era reale? Mi sembrava troppo reale ora. Quegli occhi blu che guardavano la schiena del mio funzionario erano inconfondibili.

Continuai a pensare più e più volte alla possibilità che lei fosse vera. Che quegli occhi che avevo visto solo pochi minuti prima appartenessero a qualcuno di reale. Mi lasciai travolgere dallo sfinimento dei miei pensieri.

Mi interrogai di nuovo. Forse non era lei. O forse era solo una donna con gli occhi blu.

La canzone finì e io condussi Salla fuori dal centro della sala da ballo. "Cosa sta succedendo?" mi chiese Hado, il mio beta, sentendo che qualcosa mi stava turbando.

"Niente", risposi senza alcun desiderio di iniziare una conversazione.

"Amore mio?" sentii la voce di Salla.

Per quanto lei mi piacesse, mi irritava sentirla chiamarmi amore mio, soprattutto davanti a tutti. Ultimamente, avevo notato che era troppo sicura della sua relazione con me.

Mi piaceva, sì, ma non per diventare la mia regina, figuriamoci mia moglie.

"Quando sarà la Caccia?" mi chiese.

"Tra due giorni".

"È tutto pronto?"

"Sì. L'evento si svolgerà quest'anno fuori dai confini del castello. Tutto è stato organizzato di conseguenza", spiegò Hado.

"Quante persone giocheranno questa volta?"

"Circa quattordici", risposi.

Odiavo quel maledetto gioco. Come mai a quelle donne piaceva partecipare? Ogni anno, potevo solo ringraziare la Dea della Luna che nessuna di loro fosse la mia compagna.

La visione di quegli occhi blu mi tornò in mente. Non sapevo perché, ma ogni volta che avevo visto la donna misteriosa nei miei sogni, mi ero sentito debole, come se il solo guardarla avesse prosciugato le mie forze.

Non si trattava di un classico sogno. Era diverso. Era come se lo stessi vivendo sulla mia pelle, come se lei fosse proprio ora di fronte a me, ballando con il suo vestito tra le mani.

Come era possibile che ricordassi solo il colore dei suoi occhi e non il suo viso?

Sospirai per la frustrazione. Non avrei dovuto pensare a queste sciocchezze. Avrei dovuto concentrarmi sulla situazione nel Regno delle streghe.

Apparentemente, Evanora aveva paura di qualcosa.

Nessuno sapeva cosa potesse essere, ma i suoi sudditi avevano notato il suo comportamento paranoico, il che era strano, considerando la sua identità e quanto fosse potente.

Se non mi sbagliavo, presto Darious sarebbe dovuto andare da lei, anche se avevano smesso di restare in contatto a causa di Elenor.

Darious era l'unica persona di cui si fidava. E se fosse successo, avrei dovuto parlare con lui. Non potevo rischiare di mettere in pericolo il mio regno come l'ultima volta.

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