
Le sue labbra scivolano lungo il mio corpo, fermandosi all'elastico dei pantaloncini. Sollevo il bacino e lui li sfila insieme agli slip del bikini.
Quando inizia a baciarmi l'interno delle cosce, mi sfugge un gemito soffocato. I miei fianchi si muovono involontariamente verso la sua bocca, che subito si posa al centro delle mie gambe.
«Oh mio Dio», ansimo, affondando le dita nei suoi capelli mentre inizia a leccarmi e succhiarmi. «Mason...» mormoro quando infila un dito dentro di me.
Una tensione sconosciuta cresce nel mio ventre e all'improvviso tutto il mio corpo trema di piacere.
Mentre i brividi si placano lentamente, Mason risale lungo la mia pelle tracciando una scia di baci, fino a raggiungere la mia bocca.
«È stato così fottutamente eccitante», dice, mentre cerco di riprendere fiato sotto di lui.
Lo attiro di nuovo a me, divorando le sue labbra con le mie e spingendo le mani sulla sua cintura. Mentre si sfila i pantaloni, le nostre bocche non si staccano nemmeno per un istante.
«Preservativo», sussurro, sentendolo strofinarsi contro la mia entrata.
Mason mi dà un ultimo bacio prima di alzarsi e prenderne uno dal comodino.
Mi mordo nervosamente il labbro. «Posso?»
«Tutto quello che vuoi, principessa», sorride, mettendomi in mano la bustina argentata.
«Non l'ho mai fatto prima», confesso, arrossendo. Quando srotolo il preservativo lungo la sua erezione, lui chiude gli occhi e rovescia la testa all'indietro.
«Non credo che durerò molto», confessa, posizionandosi tra le mie cosce.
«Non importa», rispondo, avvolgendogli le gambe intorno ai fianchi per attirarlo più vicino.
Gemiamo entrambi quando scivola dentro di me. La sensazione è travolgente. Mason appoggia la fronte alla mia, iniziando a muoversi lentamente.
«Mason», sospiro, graffiandogli la schiena.
Le nostre bocche si ritrovano subito, inghiottendo i gemiti reciproci mentre facciamo l'amore.
«Sto per venire, Lily», ansima sulle mie labbra.
«Fallo», lo incito, affondando i talloni nella sua schiena.
Mi stringe forte mentre il suo corpo si irrigidisce. Lo sento fremere contro di me, il respiro che si spezza quando raggiunge l'orgasmo. Il calore del suo sperma mi travolge e mi trascina con lui oltre il limite, facendomi tremare da capo a piedi.
Crolla delicatamente su di me, avvolgendomi tra le sue braccia, mentre riprendiamo fiato insieme.
«È stato...» inizia con voce bassa e roca.
«Già», sussurro. Sorrido appagata, facendo scorrere le dita tra i suoi ricci scompigliati.
La mattina dopo mi sveglio presto, ancora stretta nel suo abbraccio. In qualche modo, riesco a liberarmi senza che se ne accorga e recupero in fretta i miei vestiti.
Prima di andarmene, penso di svegliarlo, magari solo per vedere il suo sorriso assonnato o ricevere un ultimo abbraccio, ma esito. E se sembrasse troppo appiccicoso o fastidioso? Alla fine, gli lascio un bacio leggero sulla guancia ed esco dalla sua stanza, senza sapere quando lo rivedrò.
Tornata a casa, faccio una doccia veloce, mi cambio e sistemo un po' in giro, sperando che i miei genitori rientrino prima che io debba andare a scuola.
Sono sdraiata sul letto a ripensare alla notte con Mason, quando sento la porta d'ingresso aprirsi e la voce di mia madre che mi chiama.
«Mamma!» esclamo, correndo giù per le scale e gettandomi tra le sue braccia. «Non pensavo che ce l'avresti fatta».
«Non potevo perdermi l'ultimo primo giorno della mia bambina», ride, stringendomi a sé.
«Mi sei mancata». Trattengo a stento le lacrime e la voglia di raccontarle tutto quello che è successo quest'estate.
«Anche tu mi sei mancata, tesoro».
«Papà non c'è?» chiedo, notando la sua assenza.
«No, non tornerà per un po'», sospira. «Avrei voluto dirtelo domani, ma tanto vale che lo faccia subito. Io rimarrò solo due notti». Le mie spalle si afflosciano di colpo.
«Va bene, mamma», sospiro, mordendomi il labbro per non piangere.
«Non riesco a credere che la mia piccola sia all'ultimo anno!» esclama, cambiando argomento. «L'anno prossimo sarai all'università». Mi bacia la testa con un sospiro.
«È pazzesco, vero?»
«Come vanno le cose con la casa?» chiede, cercando una tazza negli armadietti.
«Tutto bene», rispondo accigliata, domandandomi se mi chiederà come sto.
«Perfetto. Mi mandi un'e-mail se si rompe qualcosa, vero?» aggiunge, avviando la macchinetta del caffè.
«Sì, mamma», sbuffo. «È meglio che vada», borbotto, prendendo il mio pranzo dal frigo e le chiavi della macchina.
«Buona giornata, tesoro. Ci vediamo dopo la scuola». Mi dà un altro bacio prima di lasciarmi andare.
Durante il tragitto, un camion enorme mi fa sobbalzare suonando il clacson al semaforo. Ero così persa nel ricordo di Mason e della nostra notte insieme che non mi sono accorta che era diventato verde. Riparto, ma continuo a pensare alle sue mani sulla mia pelle, lente e caute. Un brivido mi attraversa. Nessuno mi ha mai fatta sentire così, non credevo nemmeno fosse possibile provare tanto piacere.
Ma appena la scuola appare all'orizzonte, quel calore nel petto si trasforma in ansia e lo stomaco mi si stringe.
Che voci staranno già girando sulla mia rottura con Olly? Cosa penseranno tutti? Qualcuno mi rivolgerà ancora la parola o diventerò un'emarginata?
Dopo aver parcheggiato, controllo il telefono, sperando in un messaggio di Mason. Niente.
Sembra che dovrò affrontare tutto da sola.