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Una seconda possibilità

Capitolo 3

ALISON

Perché avevo sfidato Sean a salire sul ring con me?

Certo, volevo attirare la sua attenzione, ma volevo aspettare che calasse la notte.

Tutti i guerrieri si fermarono di colpo quando pronunciai quelle parole. Mi fissarono mentre Sean si dirigeva verso l'ufficio di Aaron per cambiarsi. Non potevano credere che avessi l'ardire di sfidarlo.

Era quasi un affronto sfidare l'alfa, anche per gioco, ma non ero riuscita a trattenermi. Non sopportavo di vedere le altre femmine ronzargli intorno.

Il primo anno dopo la morte della luna, le femmine lo lasciarono in pace. Gli permisero di elaborare il lutto per la perdita della sua compagna.

Ma poi le cose cambiarono. Le femmine single del branco iniziarono a pensare di avere una possibilità con lui. Non le scoraggiava il fatto che ignorasse tutti i loro tentativi.

Era evidente che a loro interessava solo diventare luna e avrebbero fatto carte false per ottenere quel titolo.

Mi faceva ribollire il sangue vederle cercare di attirare l'attenzione di Sean. E in quel momento, con la Luna di Sangue alle porte, non riuscivo a trattenermi. Volevo far capire a quelle femmine che ero io quella a cui prestava attenzione, non loro, che ero io quella che desiderava.

Sean uscì dagli spogliatoi indossando solo dei pantaloncini. La vista del suo petto nudo mi fece andare in fiamme. I suoi muscoli guizzavano a ogni passo.

Aveva un sorriso sicuro, probabilmente era consapevole del fatto che lo stavo divorando con gli occhi. Ma non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo petto e addome scolpiti. Il mio corpo si stava scaldando, ma non era per il sole.

Deglutii a fatica mentre entrava nel ring, cercando di concentrarmi sui suoi occhi azzurri e limpidi che sembravano divertiti. Aveva apprezzato la mia sfida, e questo mi diede abbastanza sicurezza da sorridere.

«Pronta?» Chiese.

«Quando vuoi».

Annuii e alzai i pugni. Sean fece lo stesso e Aaron ci diede il via.

Sapevo che Sean era forte - dopotutto era lui che mi aveva addestrata a diventare una guerriera - e il modo in cui si muoveva dimostrava che gli anni lontani dall'allenamento duro non lo avevano arrugginito.

Sapeva come muoversi sul ring e cercava di colpirmi a ogni occasione, ma io avevo dalla mia parte l'esperienza recente e l'allenamento quotidiano.

Ero anche più piccola, un metro e sessanta contro il suo metro e novanta, e più leggera, il che mi rendeva più agile.

La sua pelle brillava di sudore, segno che stava dando il massimo, trattandomi come una sua pari. Non si tratteneva perché ero una femmina e questo mi piaceva da morire.

Dopo dieci minuti, non era ancora riuscito a sfiorarmi.

«Tutto qui?» Mi provocò.

Furbo. Ma con me non attaccava.

Sorrisi. «Che c’è? Sono troppo veloce per te, alfa?»

«Ricordati queste parole quando ti avrò inchiodata a terra», disse con voce profonda e un tono provocatorio.

Beh, non mi dispiacerebbe affatto.

Scacciai quei pensieri e mi concentrai sui movimenti di Sean. Non l'avrei lasciato vincere. Gli avrei dimostrato quanto ero determinata. Speravo che se ne sarebbe ricordato quando la Luna di Sangue sarebbe sorta quella notte.

Mi venne incontro, usando la sua forza per attraversare il ring. Aspettai fino all'ultimo secondo prima di abbassarmi, allungai la gamba e colpii i suoi piedi.

Cadde sulla schiena e io gli saltai addosso prima di colpire il terreno con il pugno proprio accanto al suo viso.

I suoi occhi erano spalancati per la sorpresa, ma c’era dell’altro. Mi piaceva da impazzire quello sguardo, ma mi piaceva ancora di più la posizione in cui ci trovavamo. Potevo sentire il suo calore attraverso i miei pantaloncini. Il suo petto si alzava e abbassava sotto di me.

Non ero mai stata così vicina a lui prima, nemmeno quando mi allenava, ma volevo essergli ancora più vicina. Mi avvicinai a lui, attratta dal suo sguardo, che sembrava chiamarmi.

E lui non stava facendo nulla per fermarmi.

«Non avrei mai pensato di vedere il nostro alfa messo al tappeto da una femmina in vita mia».

La voce di Nolan, il beta del branco, mi fece tornare con i piedi per terra. Arrossii, rendendomi conto improvvisamente che non eravamo soli e che eravamo in una posizione molto compromettente.

Mi girai a guardare il nuovo arrivato. Gli occhi verdi del beta Nolan brillavano divertiti mentre ci guardava alzarci.

«E lo conosciamo da una vita», aggiunse Aaron. «Tuo padre ha fatto la scelta giusta a darti il branco diciassette anni fa?»

«Chiudi il becco», disse Sean. «Alison è forte; meritava di vincere».

La mia lupa si gonfiò d'orgoglio per il complimento. Mi ero allenata duramente per diventare così brava e mi faceva piacere che lui lo riconoscesse.

Mi sorrise e percepii qualcosa di più della semplice cortesia nel modo in cui mi guardava. Forse anche lui provava qualcosa per me.

«L'ho addestrata bene», disse Aaron.

«Credo che tu intenda che io l'ho addestrata bene», ribatté Sean.

Risi. «L'ho fatto da sola, grazie tante».

Il gamma rise, ma non aspettai che dicesse qualcosa prima di voltarmi verso Sean.

«Grazie, alfa. È stato fantastico allenarsi con te oggi».

«È stato un piacere». Annuì. «È... Bello uscire dall'ufficio ogni tanto».

Il mio cuore sprofondò. Certo. Era lì solo per sgranchirsi le gambe. Non so cosa mi aspettassi, ma apparentemente ero l'unica a sentire una connessione tra noi.

Gli feci un cenno e mi diressi verso gli spogliatoi.

Faceva male sentire quelle parole. Feci una lunga doccia per calmarmi. Mentre l'acqua mi scorreva addosso, ripensai al mio piano per quella sera. Valeva ancora la pena metterlo in atto?

La mia lupa ringhiò. Era chiaro che pensava dovessimo attenerci al nostro piano. Era sicura che non ci sarebbe stato nessun altro maschio all'altezza.

Chiusi l'acqua di scatto. Aveva ragione. Sean era quello che volevo come compagno e non mi sarei accontentata di nessun altro maschio. Dovevo almeno provarci.

Quando finalmente uscii dallo spogliatoio, Sean e Nolan se n'erano andati.

«È già tornato nel suo ufficio, se te lo stavi chiedendo».

Mi girai e vidi Elijah che mi aspettava per andare a pranzo.

«Sì, me l'aspettavo», dissi con un sospiro.

«Non abbatterti. Sei stata fenomenale là fuori! Hai battuto l'alfa, il lupo più forte di tutto il branco».

Elijah scosse la testa mentre ci incamminavamo verso la casa del branco. «Voglio dire, cavolo, suo padre ha visto la sua forza e si è fidato abbastanza di lui da dargli il branco quando aveva diciotto anni. Non è roba da poco! E tu l'hai battuto come se niente fosse».

Era insolito diventare l'alfa di un branco a un'età così giovane. Molti membri del branco avevano pensato che l'alfa Arthur avesse perso la testa a lasciare che Sean, il suo primogenito, prendesse il comando quando era ancora un ragazzino.

Aveva scatenato gelosie nel branco e anche tra i nostri vicini, ma la maggior parte delle critiche si placò quando il Consiglio degli Anziani, guidato dalla nonna di Sean, appoggiò la decisione dell'alfa Arthur.

«Non c'è bisogno che mi ricordi quanto sia straordinario, lo so fin troppo bene». Sorrisi al mio migliore amico. «È solo che... Non so. Speravo che mi vedesse come qualcosa di più di una delle sue delta».

«Oh, è così, tesoro. Eccome. Non ti ha tolto gli occhi di dosso mentre andavi verso lo spogliatoio. Credimi, ti ha notata eccome».

Il mio cuore sussultò. Mi aveva davvero guardata? Mi dava sicuramente qualche speranza di avere effettivamente una possibilità.

«Ho persino sentito il beta Nolan dire che gli anziani hanno ragione a suggerirti come candidata per diventare luna».

«Cosa?» Esclamai, sorpresa sia dal fatto che gli anziani sapessero chi fossi sia che mi considerassero all'altezza di diventare luna.

Era risaputo che il consiglio, in quanto consiglieri dell'alfa in tutte le questioni del branco, stava spingendo Sean a trovare una nuova compagna, ma non avrei mai immaginato che avrebbero fatto il mio nome.

«Sì», disse con un sorriso. «Hai capito bene. L'alfa ha detto che ci stava ancora rimuginando sopra».

«Non lo biasimo». Alzai le spalle. «La luna Brittany è stata uccisa dai ribelli. So meglio di chiunque altro cosa si prova a perdere il proprio compagno per mano loro».

«Non è certo che sia stata uccisa dai ribelli», replicò Elijah. «Conosci le voci che girano tanto quanto me».

Quando morì, cinque anni prima, ci dissero che la luna Brittany era stata uccisa in un attacco di ribelli, ma ciò non impedì la diffusione di pettegolezzi secondo cui era stata infedele e in realtà era stato uno dei suoi amanti a ucciderla per gelosia.

Speravo per Sean che non fosse vero.

Era raro, ma non impossibile, che i compagni predestinati fossero infedeli. Il legame tra compagni di solito era così forte che impediva di innamorarsi di altri, ma alcuni avevano comunque altri grilli per la testa. Alcune persone erano pronte a fare qualsiasi cosa per ottenere più potere e forse Brittany era capace di fare anche cose del genere.

Sapevo che non avrei dovuto parlare male dei morti, ma Brittany aveva cercato ogni occasione per farsi strada, per ficcare il naso nella politica del branco e nei colloqui con i branchi vicini. Aveva causato problemi nel branco e molti la detestavano.

«Non farti venire strane idee», disse Elijah, mettendomi un braccio intorno alle spalle e tirandomi vicino a sé. «Andiamo a pranzo e mangiamo. Siamo di nuovo di pattuglia questo pomeriggio e avremo bisogno delle nostre forze per arrivare al sorgere della luna».

«Sai benissimo che l'unico motivo per cui siamo di turno questo pomeriggio è perché saremo troppo occupati durante le prossime tre notti per fare il turno di pattuglia». Risi.

Nessuno lavorava durante le notti della Luna di Sangue. Era impossibile. I nostri lupi prendevano il sopravvento ed erano interessati solo a trovare un partner con cui accoppiarsi.

Era l'unica volta in cui eravamo sicuri che nessun ribelle avrebbe attaccato perché anche loro erano influenzati dal potere della luna.

«Hai ragione!» Esclamò Elijah, alzando e abbassando le sopracciglia. «Vuoi sapere cosa ha in mente Tom per me?»

Misi il braccio intorno alla vita di Elijah. «Spara».

Mentre continuavamo a camminare verso la casa del branco, Elijah mi raccontò dei piani di Tom per la loro Luna di Sangue, e mentre lo ascoltavo parlare, pensai a Sean e a come dovesse essere bello avere un compagno.

Speravo che, entro la fine della serata, sarebbe stato il mio turno.

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