Pelle di lupo

"Corri, Mera!" Urlò la sua migliore amica. Mera si guardò alle spalle mentre sentiva i ringhi sempre più vicini. Le lacrime le rigavano il viso mentre entrambe continuavano a correre per salvarsi la vita.

Avrebbero dovuto ascoltare i loro genitori. Avrebbero dovuto rimanere più vicine a casa.

Se solo avessero ascoltato, non sarebbero state uccise di lì a pochi istanti; si sarebbero divertite al lago, vicino alla loro casa vacanze.

Un urlo distolse Esmeralda dai suoi pensieri e le due ragazze si fermarono immediatamente.

Guardò il grosso lupo di fronte a lei, che mostrava loro i denti. Non c'era scampo: sarebbero morte all'età di quattordici anni.

Vide Kelly raccogliere un sasso e lanciarlo contro il lupo di fronte a lei. Il sasso lo colpì alla testa. Lui ringhiò di nuovo e si avvicinò.

Mera mugolò e fece un passo indietro. Non voleva morire così.

Mentre faceva un passo, sentì un basso ringhio alle sue spalle, che la fece fermare e voltare immediatamente.

Altri tre lupi erano dietro di loro e uno era vicino a lei.

Lui la guardò e lei vide i suoi occhi color ambra. Erano bellissimi. Non aveva mai visto gli occhi di un lupo da vicino. E c'era un motivo: non si era mai trovata in una situazione come quella. Stava per essere uccisa da un lupo.

La sua pelliccia grigia, quasi bianca, brillava alla luce del sole, che le dava un bagliore ancora più bello. Gli altri lupi avevano pelli marrone scuro, e lui era l'unico che si distingueva.

Il suono di un ramoscello che si spezzava la fece uscire dal suo stato di trance; un attimo dopo fu afferrata per un polso e allontanata dai lupi.

Quello grigio cercò di morderla, ma non fu abbastanza veloce. Kelly la tirò più in là e ripresero a correre.

Mera si allentò il polso quando dovettero evitare una grossa roccia; mentre la superavano, sentì un urlo straziante.

Guardò dietro di sé e vide che Kelly era caduta.

"Kelly!"

Mera le afferrò il braccio e cercò di aiutarla ad alzarsi, ma prima che potesse farlo, Kelly urlò di nuovo mentre uno dei lupi le afferrava la gamba con la mascella e la mordeva.

Mera afferrò una pietra e gliela tirò in testa.

Lui guaì, ma non liberò la gamba di Kelly. Lei continuò a urlare mentre il lupo mordeva ancora più forte.

Mera vide gli altri lupi avvicinarsi e sapeva di dover agire in fretta.

Vide un bastone e capì che non le avrebbe fatto male provare.

L'afferrò e, prima che potesse tentare di colpire il lupo che teneva Kelly, sentì un dolore lancinante al braccio destro mentre la pelle veniva squarciata da un artiglio dalla spalla al polso.

Urlò mentre sentiva la pelle e i muscoli squarciarsi.

Mera cadde a terra e strisciò all'indietro quando vide il lupo grigio correre verso di lei.

Aveva una zampa insanguinata. Era stato lui a ferirla.

Afferrò il ramo con la mano sinistra mentre il lupo correva verso di lei.

Quando fu vicino, raccolse tutta la forza che le era rimasta e gli conficcò il ramo nel fianco.

Il lupo guaì quando sentì il ramo entrare nel suo corpo.

Mera alzò le gambe e colpì il suo basso ventre.

Strisciò ancora di più all'indietro; era riuscita a calciare il lupo più lontano da lei.

Si fermò quando vide Kelly.

Il respiro le si fermò alla vista della sua migliore amica.

L'addome era lacerato, le budella erano state estratte e le mancava una gamba.

I suoi occhi erano aperti e fissava il cielo con la stessa paura che si leggeva sul volto di Mera.

Il sangue circondava il suo corpo e Mera capì che Kelly era morta.

Mera urlò per il dolore della perdita della sua migliore amica.

Le lacrime le rigarono il viso; sapeva che quello sarebbe stato anche il suo destino.

Sentì un ringhio e la sua attenzione fu riportata sui lupi.

Il lupo grigio era di nuovo vicino.

Doveva fare qualcosa. Non poteva rimanere sdraiata e farsi ammazzare!

Lei alzò la gamba quando lui le fu vicino e gli diede un calcio in testa.

Il lupo guaì.

Gli altri lupi reagirono e corsero anch'essi verso di lei.

Quello grigio era il più vicino.

Attaccò.

Mera riuscì a sfuggire alle sue fauci, ma non poté dire lo stesso dei suoi artigli.

Le squarciò il lato destro dell'addome. Lei urlò per il dolore, ma non rinunciò a lottare.

Lo colpì di nuovo con un calcio, ma accidentalmente gli permise di aprire ancora di più il suo braccio già ferito.

Gli altri lupi si avvicinarono, ma prima che potessero attaccare, sentì altri ringhi provenire da tutto intorno a lei e si fermarono tutti.

Anche quello grigio.

Sentì che la coscienza la abbandonava; stava perdendo troppo sangue. La sua vista cominciò ad annebbiarsi e l'unica cosa che poteva fare era aspettare la morte.

Ma non arrivò mai.

Vide apparire una figura umana. Non riuscì a vedere chi fosse, ma dalla voce capì che si trattava di una donna.

"Resisti, piccola, non morirai oggi. Tieni duro", le disse la femmina poco prima che svenisse.