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I discendenti dell'Originale

Capitolo 5

TREYTON

Mi immobilizzo del tutto. Cosa dovrei dirle? È pronta a sentire la verità? Scapperà se glielo dico? Perché, lasciatemelo dire, dopo quel bacio, non credo che riuscirei a sopportare la sua dipartita. Le darei la caccia. Non m'importerebbe quanto tempo dovrei cercarla, la troverei. È la mia compagna, dopotutto.

Cosa diavolo devo fare?

"Treyton?"

Faccio un respiro profondo. Noto che i suoi bellissimi occhi marroni nascondono delle pagliuzze dorate.

È curiosa, non ci vorrà molto prima che inizi a trovare risposte da sola. Dopotutto, è un'avvocata. Ti prego, Dea della Luna, aiutami.

"Sono l'alfa, Bexley".

"Sei l'alfa? Alfa di cosa?"

"Possiamo parlarne da un'altra parte?"

"Va bene, portami a casa. Ne parleremo lì".

Merda.

"D'accordo".

Mi collego mentalmente con Sebastian e gli racconto cosa è successo, in modo che possa essere preparato. Mi collego mentalmente anche con il mio beta e gli dico che Bexley ha scoperto la verità prima del previsto e che sarei arrivato in ritardo.

Gli ordino anche di mandare dei guerrieri a sorvegliare la casa di Sebastian mentre io e Bexley siamo lì. Dobbiamo scoprire come hanno fatto i ribelli a entrare nel nostro territorio, e perché l'hanno violato.

"Perché siamo seduti qui?"

"Nessun motivo, andiamo".

Sulla via del ritorno, cerco di riordinare le idee per affrontare una conversazione che non ero preparato ad avere proprio oggi. Avrei dovuto immaginarlo. Avrei dovuto sapere che non sarei riuscito a tenerla all'oscuro ancora un po', finché non avesse piantato delle radici più in profondità. Avevo la sensazione che avesse già captato alcuni dettagli che la facevano riflettere, ma non mi aveva detto nulla. Ora eccola qui, piena di domande.

Dopo un breve e silenzioso tragitto in auto, ci fermiamo a casa di suo nonno. Sebastian è in piedi sul portico, in attesa.

"Vieni dentro, Bex, medichiamo quel ginocchio".

"Sto bene, nonno".

"Non è quello che ho detto, Bexley".

"Sono adulta, nonno, ma tu continui a comandarmi come se avessi dodici anni".

"Andiamo. Tu accomodati sullo sgabello della cucina".

"Sì, signore".

Mi siedo al tavolo e osservo Seb che ripulisce il ginocchio della nipote. È molto affettuoso, e sento che lei è l'unica ragione per cui lui è ancora qui. Rimaniamo in silenzio finché Seb non prende la parola.

"Iniziamo la conversazione, che ne dite?"

"Di cosa stai parlando, nonno?"

"Rimani seduta, Bex".

"Bexley, come ti ho detto prima, io sono l'alfa. Mio padre lo è stato prima di me, finché non si è dimesso e sono subentrato io. La gente non mi chiama "Treyton". Mi chiamano "alfa". Oggi mi hanno chiamato per nome solo per non confonderti".

"Beh, così mi hai confuso ancora di più".

"Mi dispiace".

Non ho idea di come andare avanti, o di come spiegarle tutto questo. Mi sfrego le mani sul viso per cercare di controllare le mie emozioni e la situazione. Sebastian si accorge del mio disagio e prende in mano la situazione.

"Bexley, promettimi che prima di reagire ascolterai tutto ciò che ho da dire. Ascolta bene prima di prendere qualsiasi tipo di decisione. Promettimelo".

"Lo prometto".

Sebastian comincia a raccontare dal principio.

"Bex, quando eri solo una bambina, la tua madre naturale ti consegnò a mamma e papà, affinché ti crescessero. Le davano la caccia, e tu avevi bisogno di un posto sicuro".

"Perché? Perché mia madre naturale mi avrebbe data via di sua spontanea volontà?"

"Per via di quello che sei. Sei speciale e… in quel momento avevi bisogno di essere nascosta. Anche adesso, soprattutto adesso, hai bisogno di essere protetta".

"Non capisco".

"Tesoro, qui siamo tutti lupi mannari… E anche tu lo sei".

Bexley rimane in silenzio per ben trenta secondi, poi scoppia a ridere. Quando finalmente si accorge della serietà del nonno, si ferma per asciugarsi le lacrime dagli occhi.

"È assurdo, nonno! Quanto hai bevuto?"

"Hai promesso di ascoltare, Bex".

"E va bene".

"I lupi mannari originali sono quattro, tutti con poteri diversi: Acqua, Aria, Terra e Fuoco. Sono stati cacciati e uccisi per via di questi poteri, e per secoli tutti hanno pensato che anche i loro discendenti fossero morti, ma non è così".

"Tu, mia cara, sei una discendente dei lupi mannari originali, una discendente diretta della stessa Dea della Luna, e sei molto potente. I nostri lupi si nascondono dentro di noi fino al momento in cui sono pronti a venir fuori. Ciò significa che non potrai incontrare la tua lupa finché non avrai incontrato il tuo compagno. Dovete accoppiarvi e marchiarvi a vicenda, dopodiché la tua lupa verrà finalmente fuori, e con lei anche il potere che deriva dall'essere parte degli originali".

"Che tipo di potere?"

"Questo non ci è chiaro. Non lo sapremo finché non avrai la tua lupa, ma sarai potente e renderai potente anche il tuo compagno. Il che, a sua volta, renderà più stabile l'intero branco".

"La nonna era… una lupa mannara?"

"Esatto… Era la mia compagna".

"E questo compagno… Come faccio a sapere che l'ho trovato?"

"Lascerò che sia l'alfa a rispondere a questa domanda".

Grazie, Sebastian.

"Beh, io posso solo dirti come ci si sente ad avere già un proprio lupo".

Bexley mi guarda confusa. Nei suoi occhi non c'è solo confusione, però, ma anche rabbia. "Un momento… Tu hai già trovato la tua compagna? Hai una compagna e… lasciami indovinare, anche il lupo che abbiamo visto prima non è stata una vera sorpresa, per te".

Mi massaggio la nuca e faccio un respiro profondo.

"Sì, ho una compagna e no, quel lupo non è stata una sorpresa".

"Io ero preoccupata per te! Avevo paura che ti facesse del male!"

"Mi dispiace di averti fatta preoccupare".

"Continua".

Pensa che io abbia tradito la mia compagna, quando ci siamo baciati, e ora ha una pessima opinione di me. Butto fuori un respiro pesante e la guardo dritto nelle sue splendide iridi marroni.

"Ho capito che era la mia compagna dal momento in cui è scesa dalla macchina. È stato il suo odore a dirmelo".

La vedo irrigidirsi. Bexley è una donna molto intelligente… Sa perfettamente cosa sto dicendo.

"Che odore aveva?"

"Rosa e lavanda. Ha sempre questo profumo… Ogni volta che le sono vicino, l'unica cosa che voglio fare è mettere il naso nell'incavo del suo collo e riempirmi i polmoni".

"C'è altro?"

"Sì. Il mio lupo, Seiko, stava impazzendo e mi diceva di andare da lei. Mi sono dovuto impegnare molto per trattenerlo. Non appena l'ho guardata nei suoi splendidi occhi marroni, ho avuto la certezza. Il legame di coppia è scattato quasi all'istante, e non riuscivo a smettere di fissare la donna più bella che avessi mai visto".

"E poi?"

"L'ultima cosa che ti fa capire che è quella giusta sono le scintille, ogni volta che vi toccate. Non si spengono mai. Più forte è il legame di coppia, più forti sono le scintille".

Bexley ha il respiro affannoso e si prende qualche momento prima di rispondere.

"Sono io la tua compagna, vero?"

"Sì".

"Ecco perché sento quei formicolii quando ci tocchiamo".

"Già".

"Per questo mi sembra che tu profumi di agrumi e pino".

"Sì".

"Questo legame di coppia che descrivi… In cosa consiste?"

Buon Dio, donna. È un'avvocata, quindi ha sempre la domanda pronta, ma io sono in seria difficoltà.

"Si vuole essere sempre vicini l'uno all'altra. Se si sta lontani per un lungo periodo di tempo, si prova dolore fisico".

"Tutto qui?"

Maledizione…

"No".

"Sputa il rospo, Treyton".

Cazzo!

"Ti fa desiderare di accoppiarti ancora di più. Ti spinge a voler marchiare e accoppiarti".

"Proprio come pensavo".

"Cosa vuoi dire, Bexley?"

"Perché da quando ti ho conosciuto, non faccio altro che pensare di voler essere tua, di saltarti addosso, di inchiodarti a un muro".

Emetto un ringhio, poi noto che Sebastian è sparito. Guardo Bexley e vedo la paura nei suoi occhi.

Temevo che sarebbe successo. Non appena ringhio, lei dà di matto. Stavamo andando così bene…

Si stringe le braccia intorno al corpo, come se avesse improvvisamente freddo, poi inizia a respirare più velocemente. È un respiro poco profondo e sincopato. All'improvviso, balza in piedi dalla sedia e fugge verso la porta d'ingresso.

"Bexley!"

La vedo correre verso la sua auto.

"No! Non avvicinatevi! Siete tutti pazzi! Non posso farlo", urla da sopra una spalla.

Comincio a seguirla, ma non sono abbastanza veloce. L'ultima cosa che vedo sono i fanali posteriori della sua macchina che percorrono il viale in una nuvola di polvere.

È scappata… È scappata da me.
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