
Segreti peccaminosi
Danny, la brava ragazza, ha sempre giocato di sicurezza. Ma quando fatica a trovare lavoro dopo l’università, finisce per accettare un impiego al Sinful Secret, il club fetish dell’amica. Lì scopre un mondo completamente nuovo di libertà e liberazione, e il sexy Dom Evan. Ma i traumi del passato non sono ancora pronti a lasciarla andare. La sua nuova libertà e il suo potere appena trovato potrebbero essere in pericolo?
Inizi d’peccato
Ho un gran bisogno di questo lavoro. Ho studiato come una matta per quattro anni per prendere bei voti all'università, e ora sono pronta a iniziare la mia vita. Ma il lavoretto part-time che faccio adesso non basta a sbarcare il lunario.
«Signorina Casidy? Il signor Lambert la riceverà ora», dice la donna alla reception.
Mi alzo e do una sistemata alla gonna nera. Le mani mi tremano come foglie.
«Si accomodi, signorina Casidy».
L'uomo dietro la scrivania è un gran bel vedere. Alto e robusto. Occhi marroni seri e capelli castano scuro un po' arruffati.
Mi avvicino lentamente alla sedia di fronte alla sua scrivania e mi siedo.
«Grazie per avermi ricevuta».
Annuisce di sfuggita e dà un'occhiata al mio curriculum, guardandomi a malapena.
«Vedo che si è appena laureata in giustizia penale ma non ha molta esperienza lavorativa. Ha già lavorato in questo campo?»
Il suo tono annoiato e scortese mi fa salire il sangue alla testa.
«No, signore. È stato difficile fare esperienza perché nessuno voleva assumermi senza una laurea, ma ora nessuno vuole assumermi senza esperienza lavorativa. Mi sembra un po' un cane che si morde la coda».
«Non le ho chiesto la sua opinione, signorina Casidy. Purtroppo...»
All'improvviso qualcuno bussa alla porta.
«Avanti», dice. Il signor Lambert sembra seccato.
L'uomo che entra è alto, con capelli neri raccolti in un piccolo chignon e occhi azzurri brillanti. Il suo costoso completo mette in risalto i muscoli.
«Ehi Evan, andiamo a pranzo tra poco?» chiede.
«Ho quasi finito qui. Ti raggiungo in sala d'attesa», dice il signor Lambert, massaggiandosi le tempie.
È chiaro come il sole che non vuole darmi il lavoro, e io non ho voglia di restare qui a farmi trattare male. Mi alzo in piedi.
«Signorina Casidy...»
Lo guardo con gli occhi che lanciano fiamme.
«No, credo che abbiamo finito. Lei non vuole assumermi e io non voglio essere trattata con i piedi per la mia mancanza di esperienza. Vorrei poterla ringraziare per avermi ricevuta, ma saremmo in due a sapere che non sarebbe sincero. Arrivederci, signor Lambert».
Esco di corsa dal suo ufficio, sbattendo la porta. Mentre passo davanti alla reception, la donna mi lancia uno sguardo di compassione. Deve sapere quanto sia antipatico quel tizio.
Esco dall'edificio e vado nel ristorantino all'angolo dove lavora la mia amica Carla.
«Ehi, bellezza! Siediti dove vuoi. Arrivo subito!» grida Carla quando mi vede entrare.
Mi dirigo verso un tavolo in fondo e mi accomodo.
«È tranquillo qui oggi», dico quando si avvicina.
Carla mi fulmina con lo sguardo, i suoi occhioni marroni si assottigliano.
«Non dirlo! È come entrare in ospedale e dire «Che serata tranquilla». Poi di colpo arrivano tutti!»
Scuoto la testa e prendo il menu da lei.
«Posso avere un caffè, per favore?»
Annuisce e va a prendere una tazza e la caffettiera, poi torna da me. La porta si apre ed entrano diverse persone, facendomi ridacchiare sotto i baffi.
«Com'è andato il colloquio?» chiede mentre mi versa il caffè.
Alzo gli occhi al cielo e sospiro rumorosamente.
«Non ho abbastanza esperienza lavorativa. E il tipo era un maleducato di prima categoria. Un gran bel vedere, ma antipatico da morire...»
«Beh, se non riescono a vedere quanto vali, peggio per loro», dice con un sorriso comprensivo.
Finisco di guardare il menu e glielo restituisco.
«Posso avere solo un panino da portare via? Devo tornare a finire di spostare le mie cose dalla stanza del college».
Annuisce, poi si china e mi dà un bacio sulla fronte.
«Certo. So che ne abbiamo già parlato, ma Chaz sta cercando gente per lavorare nel club. Paga bene ed è a tempo pieno. Perché non vieni con me stasera e ci fai due chiacchiere?»
Arrossisco solo al pensiero del club di Chaz. Da quello che mi racconta Carla, è una specie di club per uomini ma con qualcosa in più. Non mi ha detto molto, ma il solo pensiero mi mette i brividi.
«Va bene. Qualsiasi lavoro è meglio di quello che ho ora», dico.
Ridiamo mentre torna indietro e passa il mio ordine al cuoco. La osservo mentre corre di qua e di là, prendendo ordini e servendo i clienti. Poi lo vedo. Quel bellissimo antipatico dai capelli castani, il signor Lambert, e mi sta guardando dritto negli occhi.
















































