
SEI ANNI PRIMA
Mi alzai dal letto e feci del mio meglio per essere presentabile prima di scendere al piano di sotto. Sentii Braxton che guardava una partita di calcio con un altro guerriero, Carver, nel soggiorno, ma li evitai e andai in cucina. Non ero ancora sicura di essere pronta ad affrontare qualcuno.
Mi preparai un panino e mi sedetti al tavolo della cucina per mangiarlo in silenzio. Perché avevo accettato di andare al ballo, innanzitutto? Perché avevo lasciato che Jaxon mi portasse con sé? Una parte di me voleva andare a parlare con Jaxon, ma non ero nemmeno sicura che lui volesse parlare con me. Mi aveva lasciata nuda nel fienile. Nessun addio... Niente di niente. Sospirai e lavai i piatti prima di infilarmi un paio di scarpe e uscire.
Avevo bisogno di camminare. Camminare aiutava sempre. Prima di rendermi conto di quello che stavo facendo, mi stavo dirigendo verso la casa del branco. Dovevo vederlo di persona. Dovevo sapere cosa era successo dopo che mi ero addormentata. Cosa era cambiato improvvisamente in sole otto ore.
Il tragitto verso la casa del branco fu più breve del solito, o almeno così mi era sembrato. Probabilmente perché ero molto turbata e con la testa piena di pensieri. Lungo la strada avevo incrociato alcuni membri del branco, ma nessuno mi aveva detto nulla... Come sempre. I miei pensieri tornarono alle parole di Jaxon della sera prima. Aveva detto che non mi riteneva diversa e non potevo fare a meno di chiedermi cosa pensasse di me.
Ero solo una scopata facile? Era così... Voleva solo portarmi a letto? Allora perché si era steso accanto a me nella sua forma lupo? Perché era stato così dolce con me? Di nuovo, non sapevo cosa fosse successo nelle ore di sonno.
Entrai nella casa del branco. Entrai nel soggiorno e vidi alcuni dei lupi più giovani che stavano giocando a un videogioco. Alcuni guerrieri erano in cucina a mangiare con il gamma Jonas. Jaxon non si vedeva da nessuna parte.
Dov'era? Finii di cercarlo al primo piano prima di salire le scale fino al terzo piano, dove dormiva. Una volta accoppiato con la sua compagna, si sarebbe trasferito nella sua casa, che molto probabilmente distava un miglio dalla casa del branco. Salii le scale e mi diressi verso la sua stanza. Non c'era nessuno in giro e nessuno aveva mai prestato attenzione a me in passato, quindi non ero preoccupata di essere scoperta.
Bussai alla porta della sua camera da letto e attesi qualche istante. Non sentii rumori dall'altra parte, così aprii la porta. La stanza era vuota e il letto era fatto.
Entrai e mi sedetti sul letto. Pensai di aspettarlo lì, ma non ero ancora sicura di quello che gli avrei detto. Vidi una felpa col cappuccio a terra, la raccolsi e la indossai. Dubitavo che si sarebbe accorto che non c'era più e, anche in quel caso, non me ne importava un cazzo.
Dopo qualche istante, mi alzai dal letto e me ne andai, lasciando la porta aperta. Volevo che sapesse che ero stata lì. Scesi al piano di sotto e uscii dalla casa del branco, e di nuovo nessuno sembrò accorgersi della mia presenza.
Dopo essere uscita dalla porta d'ingresso, sentii le lacrime calde iniziare a scendere sul mio viso. Era qualcosa che avevo fatto? Era colpa mia? Non ero abbastanza brava? I pensieri correvano inarrestabili nella mia mente mentre piangevo. Non riuscivo a fermarli.
Iniziai a correre nel bosco. Corsi e corsi. Corsi finché non ce la feci più e il mio corpo cedette. Crollai vicino a una vecchia quercia. Mi rannicchiai in posizione fetale e piansi e presto il buio prese il sopravvento. Quando finalmente mi svegliai, ero di nuovo a casa mia, sdraiata sul divano del soggiorno.
"Dea, mi hai spaventato", disse Braxton, alzandosi dalla sedia e correndo verso di me. Abbassai lo sguardo e notai che indossavo ancora la felpa di Jaxon. Pregai la Dea che non se ne accorgesse o perlomeno che non dicesse nulla.
"Scusa, ieri sera ho fatto una passeggiata e devo essermi addormentata", dissi, cercando di mettermi a sedere. Mi aiutò ad alzarmi e mi guardò per qualche istante.
Potevo percepire il suo disagio. Come se avesse difficoltà a credermi. Non gli avevo mai mentito prima, ma prima non avevo mai avuto nulla su cui mentire. Quella era la prima volta per me e mi sorpresi di quanto fosse facile mentire.
"Stai bene?" Mi chiese, studiandomi.
"Sì", annuii. "Solo stanca", aggiunsi.
"Beh, il tuo ultimo giorno di scuola è domani e il diploma è mercoledì", disse Braxton con un sorriso dolce.
Sapeva che non stavo bene, ma insistette.
"E poi parto per New York", dissi.
"Volevi aspettare e passare l'estate qui, o sbaglio?" Chiese.
Ne avevamo parlato brevemente e, prima dell'altra sera, ero convinta che sarei rimasta per l'estate... Ma ormai volevo solo andarmene.
"No, penso che sarà meglio andare a New York presto e sistemarmi. Devo trovare un lavoro e incontrare l'alfa Dale", dissi con sicurezza. O meglio, feci il mio miglior tentativo di apparire sicura di me.
"Va bene, verrò con te e resterò per una settimana, così potrai sistemarti".
Sorrise prima di posare un bacio sulla mia fronte e alzarsi.
"Mi mancherai", disse Braxton prima di uscire dalla stanza.
Non era mai stato bravo con le emozioni, quindi non dissi nulla. Dopo qualche istante andai di sopra. Sapevo che avrei pianto di nuovo e non volevo certo farlo davanti a lui.
Non c'era modo di dirgli quello che era successo la sera del ballo. Avrebbe perso la testa e io non volevo. Era uno degli amici di Jaxon e si stava preparando ad assumere il ruolo di gamma una volta che Jaxon fosse diventato alfa. Potevo solo sperare che mi credesse e non facesse ulteriori domande.