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Cover image for L'animaletto dell'alfa

L'animaletto dell'alfa

L'assalto

AXTON

Con il calare della notte nel territorio del branco, tutti cominciavano a farsi ansiosi. Eravamo impazienti di iniziare il raid, ma io ero anche impaziente di fare qualcos'altro.

Non riuscivo a togliermi dalla testa quella donna. Senza dire né fare nulla, mi aveva fatto provare cose che non avevo mai provato prima di allora.

Non avevo mai compreso cosa intendessero gli altri quando cercavano di spiegare come ci si sentiva a incontrare il proprio compagno per la prima volta, ma ora lo capivo. Era indescrivibile. Una cosa che si sente e basta.

Non appena l'avevo guardata negli occhi, l'avevo sentito.

"Alfa, stanno tutti diventando irrequieti. Siamo nel territorio nemico da ore. Tutti temono che ci scoprano", mi disse il mio beta.

Guardai il ragazzo che avevamo legato e messo al tappeto. Per quanto ne sapevamo, lui era l'unico esploratore della zona.

Sbuffai dal naso. Il loro alfa era uno sciocco. Non aveva nemmeno addestrato adeguatamente le sue reclute prima di gettarle in campo.

Osservai di nuovo il mio branco. Eravamo soltanto diciassette in totale. Tre di noi erano rimasti indietro per sorvegliare i bambini. Eravamo pochi, ma solo uno di noi era sufficiente a sopraffare tre dei lupi di quel branco.

Non mi preoccupavo di quello. La nostra priorità era mettere al sicuro i civili del loro branco, quindi sottomettere qualsiasi resistenza, che fossero soldati o altro. Infine, ma non meno importante, dovevamo trovare quel bastardo dell'alfa e la sua famiglia. Così avrei avuto la mia vendetta.

"Tutti in piedi!" Comunicai attraverso il collegamento telepatico del branco, e tutti si alzarono in piedi.
"Oggi ci riprenderemo la nostra casa e libereremo queste terre dal falso alfa!" S'innalzarono abbai e guaiti di eccitazione.
"Siete tutti consapevoli dei rischi e conoscete il piano. L'alfa e sua figlia appartengono a me. Avrò le loro teste. E noi avremo la nostra vendetta!" Di nuovo, abbaiarono e mostrarono i denti per dimostrarmi che erano pronti.
"Riprendiamoci la nostra casa".

Diedi il segnale, ululando alla luna. Il mio branco mi superò di corsa e si diresse verso la casa del branco. Io rimasi dietro di loro, prima di raggiungerli e sorpassarli.

Quando la casa del branco fu in vista, iniziò lo spargimento di sangue. Mi fermai a guardare il mio branco sopraffare le guardie e i guerrieri del branco che si difendevano, spaventati. Tutti i randagi che cercarono di scappare furono radunati.

Chi non si fosse sottomesso e avesse protetto il falso alfa, sarebbe morto. Tutti gli altri, sottomessi e unitisi a noi, avrebbero partecipato alla rimodellazione del branco, che l'avrebbe riportato al suo antico splendore.

Il mio beta si avvicinò a me: "Non ti unisci alla lotta, alfa?"

Guardai il mio branco procedere con il piano. Avevano tutto sotto controllo. "No, confido che voi possiate gestire tutto. Io ho... altri piani". Mi allontanai dai combattimenti e tornai indietro, in direzione dello chalet nel bosco.

Dovevo fare visita a una certa donna.

Quando raggiunsi lo chalet, non vidi alcuna luce accesa all'interno. L'area era del tutto silenziosa.

Mi ritrasformai nella mia forma umana e mi avvicinai alla casetta. Potevo sentire il suo odore all'interno. Il profumo dei gigli era forte, ma percepivo anche l'odore del fumo e del sangue.

Doveva provenire dalla casa del branco. Mi dava fastidio, ma non potevo farci molto. L'olfatto di un lupo mannaro è molto forte e può essere sopraffatto facilmente.

Entrando nello chalet, mi guardai attorno, per notare che il posto era vecchio e sembrava in disuso. Il profumo delle erbe riempiva la piccola capanna, quasi bloccando tutti gli altri odori.

Guardai il punto in cui giaceva la ragazza. Aveva alcune coperte e cuscini a costituire un piccolo letto per lei.

Sorrisi appena alla vista di lei raggomitolata sotto la coperta. Aveva la schiena rivolta verso di me, ma riuscivo a sentire il battito irregolare del suo cuore nel silenzio. Sapeva che ero lì, ma non muoveva un muscolo.

Mi chiedevo se avesse capito chi ero. In caso contrario, il suo tentativo di ingannarmi era tenero.

Chiusi la porta dietro di me e mi avvicinai a lei. Una volta che fui abbastanza vicino, mi resi conto di quanto fosse piccola. Strisciando sul lettino, potei sentire i suoi lievi respiri.

Ora era del tutto sveglia.

Sorrisi e mi chinai a respirare il suo profumo. Era molto seducente, ma io sentivo ancora l'odore del sangue.

"Lo so che sei sveglia, piccola", sussurrai il più dolcemente possibile, ma mi uscì comunque un po' roco. Oh, bene.

Le afferrai la spalla e la feci voltare per guardarmi, quindi la fissai negli occhi, che erano selvaggi per, immaginavo, l'eccitazione.

Sorrisi, osservando la sua faccia sconvolta. Era troppo carina. L'avevo aspettata per tutta la vita. Volevo sapere tutto di lei e del suo passato.

Volevo conoscere ogni dettaglio, proteggerla e trattarla come una regina. Ora era la futura Luna di questo branco.

Da quello che potevo vedere, aveva lunghi capelli neri e setosi, una pelle chiara e pallida, labbra rosa e... un livido sulla guancia?

Prima che potessi dare un'occhiata più da vicino, un oggetto duro mi colpì al lato della tempia. Fui spinto via, un po' stordito dal colpo, ma mi ripresi subito. Che diavolo è successo?

Un ringhio mi attraversò le labbra e mi accorsi che lei stava cercando di scappare. Prima che potesse farlo, la afferrai per le spalle e la spinsi contro il muro.

"Perché diavolo l'hai fatto?" Ringhiai, ma lei continuò a dimenarsi.

Non capivo. Se non le piacevo, avrebbe dovuto comunicarmelo con un ringhio, un urlo o anche un semplice mugolio, e io mi sarei tirato indietro. Il comportamento di quella lupa non aveva senso.

Mentre lei continuava a dimenarsi, il mio istinto ebbe la meglio, così alzai la voce più di quanto volessi. "Smettila!"

Si calmò all'istante e io colsi l'occasione per dimostrarle che non ero una minaccia. La abbracciai e strinsi il suo piccolo corpo contro il mio, in modo confortante.

Fece un piccolo versetto e io lo presi come un segnale che anche lei stava percependo il legame di coppia.

Respirai di nuovo il suo profumo e la strinsi di più a me. Per qualche motivo questo sembrò scatenarla, perché subito dopo mi morse il collo.

Ringhiando, mi allontanai da lei e misi la mano sul punto colpito. Avrebbe potuto farmi molto male, ma il suo morso era troppo debole. Sicuramente non era molto agitata, altrimenti sarebbe stato peggio.

Lei corse fuori dalla porta e si addentrò nella foresta. Rimasi sull'uscio a guardarla, confuso. Perché non si trasforma nella sua forma di lupo per scappare?

In quel momento scattò la molla nel mio cervello. Doveva essere una specie di gioco, un inseguimento!

La mia stessa adrenalina cominciò a salire. Voleva che la inseguissi come il gatto e il topo o, in questo caso, come la volpe e il lupo cattivo.

Mi trasformai a dovere. Il dolore dovuto allo spostamento delle ossa e alla ricucitura della carne fu appena percettibile. Dopo essermi trasformato del tutto ululai alla luna, avvertendola che l'inseguimento era iniziato.

Il suo piccolo corpo non l'aiutava di certo ad andare più veloce, mentre io l'avrei raggiunta rapidamente. Lei lo sapeva.

Ero quasi pronto a balzare quando un altro lupo saltò fuori dai cespugli e mi placcò prima di saltare via e ringhiare. Stava cercando di difenderla?
Vidi la mia cara compagna fermarsi sulle sue tracce. Preoccupazione e sorpresa erano scritte sul suo volto. Era preoccupata per me o per questo ragazzo? Ringhiai al pensiero che potessero essere amanti.

Chiamò il suo nome più per confusione che per preoccupazione. "Ethan!"

"Mi combatterai da uomo!" La sua voce risuonò nei miei pensieri e lui iniziò ad assumere di nuovo la sua forma umana.
Interessante, pensai. Pensava di avere più possibilità nel combattimento corpo a corpo? Chiunque sia, ha fegato. Visto che ero di buon umore, per una volta decisi di intrattenerlo. Così mi trasformai anch'io.

"Corri! Va' via di qui!" Urlò Ethan e io la osservai esitare. La fissai e lei sembrò ricambiare il mio sguardo. Le promisi, con un pensiero, che avremmo continuato il nostro inseguimento un'altra volta.

"Vattene!" Gridò di nuovo lui, così io osservai la sua postura. Avrebbe perso l'equilibrio in pochi secondi per come stava in piedi.

La mia compagna prese a correre verso la casa del branco. Il mio branco l'avrebbe trovata e messa al sicuro, quindi non c'era da preoccuparsi.

Ethan mi ringhiò contro e io inclinai la testa con un sorriso. Era ancora solo un cucciolo rispetto a me. Si lanciò in affondi e artigli, ma io schivai ogni colpo con facilità.

Dopo il quarto, agganciai il piede sotto la sua gamba e lo feci cadere a terra.

In risposta lui ringhiò e, con mia grande sorpresa, cercò di darmi un calcio in faccia. Se fossi stato anche solo un secondo più lento, mi avrebbe colpito.

"È impressionante sapere che qualcuno, nel vostro branco, sa ancora combattere". Incrociai le braccia.

"Non fare il bastardo presuntuoso!"

Quindi si lanciò di nuovo contro di me. Scansai rapidamente il suo attacco e lo evitai, ma lui riuscì a ruotare il corpo giusto in tempo per colpire la mia gamba prima di cadere a terra.

Per fortuna era solo un pugno. Dovevo riconoscere un certo merito al ragazzo. Era veloce, ma mancava di abilità e coordinazione.

"Un giorno sarai un ottimo guerriero. Forse persino la guardia personale della mia Luna".

Purtroppo non sembra aver gradito il complimento o l'idea di lavorare per me.

Ethan tentò di colpire la mia gamba ferita, così io gli diedi un calcio con quella buona e lo feci volare contro un albero.

"Ti manca un addestramento adeguato. Non preoccuparti, ho intenzione di rimediare". Gemette mentre si alzava. Due dei miei guerrieri si avvicinarono alle mie spalle. "Signore, è tutto pronto, tranne... C'è bisogno di voi alla casa del branco". Annuii in risposta.

"Prendetelo e riportatelo indietro. Assicuratevi di prendervi cura di lui. Sarà un guerriero fedele a questo branco e non voglio che nessuno gli rovini questa possibilità".

Camminai nella direzione in cui la mia cara compagna era scappata. Non importa cosa accadrà stanotte, non vedo l'ora di iniziare la nostra nuova vita insieme, una volta sorto il sole.
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