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La Saint-Rock High 1

La mattina dopo

TORY

La mattina dopo mi sveglio con una sensazione che non provavo dalla mattina del mio disastroso matrimonio.

Mi sento "bene".

Il mio piede spunta dal piumino e muovo le dita, ridacchiando come un'adolescente. Mi alzo fino a quando la mia schiena tocca la testiera, sollevo il piumino e… Sono nuda. Completamente nuda.

Cazzo.

Il rossore mi sale in viso. Già. Non può essere altrimenti.

Non dormo mai nuda.

Lascio cadere la testa all'indietro, senza riuscire a fermare il sorriso che si sta allargando. Non c'è da stupirsi se oggi mi sento così bene.

No, non è vero. Mi sento benissimo. Forse una scopata era proprio quello che mi serviva. Una scopata e un po' di coraggio, che abbondava dopo il quarto drink.

Sono stata io a prendere l'iniziativa. Arrossisco ancora di più. Io. Io, cavolo!

Ed è stato fantastico. Perfetto. Scopare e dimenticare, ecco tutto quello di cui ho bisogno.

Beh, forse avrei bisogno anche di qualcos'altro...

Sento pulsare tra le mie gambe e allungo la mano sotto le coperte, cercando di alleviare la sensazione. Ecco il punto. Chiudendo gli occhi, mi spingo contro la testiera del letto, lasciando che siano i ricordi di ieri sera a guidare i miei movimenti.

Non mi ero mai sentita indesiderata come il giorno del mio matrimonio. Non mi ero mai sentita desiderabile come ieri sera, con questo perfetto sconosciuto. Ha risposto al mio bacio iniziale spingendo rudemente la sua lingua dentro la mia bocca, dandomi una sicurezza che non avevo mai provato.

Strofinando lenti cerchi sul mio clitoride, affondo di più nel materasso mentre il ricordo del corpo muscoloso di Levi che mi sovrasta mi fa inarcare la schiena. Buon Dio, il suo peso non era l'unica cosa che sentivo.

Le mie dita spingono più forte e più velocemente intorno al mio punto G. Gemo sommessamente. La fame nei suoi occhi era travolgente. Potente. Sembrava un lupo pronto a divorare la sua preda.

Quanto volevo essere divorata.

La sua bocca ha sfiorato il mio seno prima di prendere in bocca un capezzolo. Oh, Dio. Un gemito mi esce dalle labbra, mentre le dita spingono più velocemente tra le mie pieghe gocciolanti. "Non fermarti", dicevo a Levi tra i gemiti.

E lui non si è fermato. I miei occhi si rovesciano all'indietro al ricordo dei suoi baci e dei suoi morsi. Le mie dita si sforzano di imitare il modo in cui stimolava i miei capezzoli, sfiorando e leccando al ritmo giusto...

"Guardami".

La sua voce bassa e minacciosa da maschio alfa riecheggia nella mia mente. Mi fermo per un momento, ricordando il tocco persistente delle sue labbra sul mio corpo.

Fino in fondo... E dentro. Proprio come aveva fatto lui ieri sera, infilo un dito dentro di me.
"Ohhh, mio Dio!"
"Sei già bagnata per me, piccola", l'ho sentito sussurrare. "Mi piace".

Con le palpebre tremolanti, spingo ancora di più la testa contro la testiera del letto, ansimando mentre spingo le dita dentro e fuori le mie pieghe, che si inumidiscono rapidamente. Il ricordo del suo sorriso compiaciuto aleggia sopra di me. Ricordo i suoi baci su ogni centimetro del mio corpo mentre mi dimeno.

"Mmh". Gemeva. Mi dimeno ancora, gemendo di piacere, mentre ripenso al modo in cui, lentamente, ha ritirato le dita e se le è portate alla bocca per stuzzicarmi. "Divino". Le sue belle ciocche gli sono cadute sul viso, appiccicandosi al volto mentre il sudore tra i nostri corpi ci incollava l'uno all'altra.

Le mie guance si arrossano, non so se per il ricordo o per lo stimolo. Quando mi torna alla mente il corpo di Levi che si alza, tirando un preservativo sulla sua spessa lunghezza e allargandomi le gambe, aggiungo un secondo dito. Ripenso ai suoi bellissimi occhi grigio chiaro, al suo sorriso seducente.

Ogni muscolo del mio corpo si blocca, tremando per lo sforzo di aggrapparsi al ricordo di ieri sera. Levi si muoveva su di me, togliendomi l'aria dai polmoni. Qualche secondo dopo ha fatto scivolare il membro più grande che abbia mai visto dentro e fuori, spingendo come non avevo mai sentito prima.

Oh, oh, oh!

Le mie dita accelerano, proprio come le saue dita ieri sera, a ogni spinta.

"Oh, Levi", gemo ad alta voce.

"Fai la brava, piccola", mi sembra di sentire ancora la sua voce roca. "Vieni per me. Sono qui".

La combinazione del suo comando energico e delle mie dita fa il suo effetto. Pochi istanti dopo, il mio corpo si scuote violentemente, gli spasmi mi attraversano il ventre e le gambe e un altro gemito affannoso lascia le mie labbra tremanti.

Un'esplosione densa e appiccicosa si raccoglie tra le mie gambe e fuoriesce dalle mie pieghe mentre finalmente apro gli occhi. Il mio petto si alza e si abbassa mentre respiro affannosamente, fissando con occhi spalancati e storditi il soffitto oscurato.

Mi ero masturbata solo una volta mentre stavo con Davis e, quando mi aveva scoperta, mi aveva fatto giurare di non farlo mai più. Diceva sempre che una cosa del genere non si addice a una donna.

Ma era incredibile. Con le gambe molli, lascio che il mio battito cardiaco rallenti, assaporando i deliziosi tremori che ancora scuotono il mio corpo. Dio, com'è possibile che anche il solo ricordo di quell'uomo possa suscitare in me una tale reazione?

Mi guardo intorno mentre la nebbia calda si dirada e mi tornano in mente i dettagli. Non se n'era andato subito dopo. Era tornato dopo aver buttato il preservativo e mi aveva stretta tra le braccia prima di non riuscire più a trattenersi. Non so se altre persone finiscono per farlo più volte in un'avventura di una notte, ma noi lo abbiamo fatto di sicuro.

E non è stato niente di più. Un'avventura di una notte. Nessun biglietto, nessun addio, niente. Mi stiracchio, tirandomi pigramente fuori dal letto, e mi costringo a sorridere.

Non voglio nient'altro. Anche lui vuole solo questo.

"Non c'è niente di male", mi dico mentre mi alzo. Metto le lenzuola a lavare e faccio una doccia. "Te lo meriti dopo l'inferno che hai passato", penso.~ Una notte divertente. Una notte da dimenticare.

Sono felice per una cosa; no, per due cose. Questa settimana inizio a lavorare e non dovrò mai più vedere quell'uomo.

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