Grayson - Copertina

Grayson

Lisa Seven

Capitolo 5

KASSIA

L'Accademia Blue Horizon era una scuola privata per ragazzi di buona famiglia. Alcuni studenti provenivano da casate benestanti da generazioni, mentre altri avevano genitori arricchitisi di recente con professioni come la medicina o la politica.

Io appartenevo al secondo gruppo. Mio padre era un rinomato cardiologo. Grayson invece faceva parte del primo. La sua famiglia era ricca da sempre, a detta di Emily.

Quando arrivammo a scuola, tutti gli occhi erano puntati su di noi. I nuovi studenti attiravano sempre l'attenzione, ma il fascino di Grayson non passava certo inosservato. Mi parve di sentire tutte le ragazze sospirare quando scese dall'auto.

«Si comportano come se non avessero mai visto una macchina del genere», disse lui, osservando chi ci fissava.

Cercai di non sembrare a disagio. «C-credo sia perché sei nuovo».

E bello da togliere il fiato. Incredibilmente affascinante.

Mi sorrise. «Solo perché sono nuovo? Non per altri motivi?»

Arrossii e abbassai lo sguardo. Lui rise e mi prese per il braccio.

«Andiamo. Accompagnami in segreteria. Devo sbrigare alcune formalità».

Mentre camminavamo verso l'edificio, la gente si fermava a guardarci. Più di una persona andò a sbattere contro qualcosa cercando di fissare Grayson. Lo capivo bene.

Lo lasciai con l'impiegata, rischiando di sbattere contro la porta quando mi fece l'occhiolino mentre uscivo. Mi diressi verso la classe, tenendo giù la gonna per non mostrare nulla per sbaglio.

Maledetto, pensai mentre svoltavo l'angolo in fretta. ~Perché diavolo vuole portarsi in giro le mie mutandine tutto il giorno?~

Qualcuno mi urtò, facendomi barcollare. Alzai lo sguardo e vidi Olivia Audley davanti a me.

«Oh, scusami tanto Kassia. Non ti avevo vista», disse con voce melliflua.

Aggrottai le sopracciglia. Olivia non si scusava mai per niente e di solito non degnava di uno sguardo quelle come me. Veniva da una famiglia ricca da generazioni, cosa che la faceva sentire superiore a tutti.

«Non fa niente», dissi, cercando di superarla.

Mi afferrò per un braccio.

«Ti ho vista prima con Grayson Croft. Come lo conosci?»

Guardai la sua mano, poi i suoi occhi.

«Ehm, è il mio fratellastro. Puoi lasciarmi andare? Devo andare in classe».

Strinse gli occhi. «Il tuo fratellastro?»

«Sì», dissi, liberando il braccio dalla sua presa.

«Me lo presenterai», mi ordinò, puntandomi contro un dito. «A pranzo».

Suonò la campanella e io annuii, superandola di corsa.

***

La mia amica Morgan mi chiese tutti i dettagli su Grayson mentre andavamo in mensa dopo la terza ora. Le spiegai brevemente che era il figlio di Emily e che aveva iniziato a vivere con noi, poi cambiai argomento.

Di solito raccontavo tutto a Morgan, ma non volevo rischiare di menzionare per sbaglio di averlo visto nudo, quello che era successo in camera mia, o che in quel momento aveva le mie mutandine in tasca.

Quando entrammo in mensa, vidi Grayson seduto a un tavolo, circondato da molte persone. Sorrideva e rideva come se li conoscesse da anni.

Si voltò e mi fissò e io cercai di non muovermi sotto il suo sguardo.

Perché mi guarda in quel modo?

«Quello è Grayson?!» Sussurrò Morgan accanto a me.

Alzai gli occhi al cielo e distolsi lo sguardo da lui. «Sì, Morgan. È lui».

«È un vero schianto.» Disse piano, stringendomi forte il braccio. «Sul serio, Kas! Aspetta! Oh, santo cielo. Credo che stia venendo qui!»

«Cosa?!»

Mi girai e trovai Grayson proprio accanto a me. Mi venne la pelle d'oca mentre mi scrutava dalla testa ai piedi, sorridendo nel notare che cercavo di tirare giù un po' la gonna.

«Non pranzi con me, Kassia?» Chiese.

«Sembra che tu abbia già parecchia compagnia», dissi. «Non c'è molto spazio per me e Morgan».

Morgan intervenne. «Ciao, io sono Morgan, l'amica di Kassia».

Grayson le sorrise. «Piacere».

Mi guardò di nuovo. «Vieni al mio tavolo dopo aver preso da mangiare».

Che gli prende? A casa mi parla a malapena, anche dopo... Quella cosa… E ora vuole che pranzi con lui?

«Ehm, io e Morgan di solito passiamo la pausa pranzo nell'aula di musica con il nostro amico Stanley quindi...»

Si avvicinò, interrompendomi. «Pranza con me, Kassia».

Morgan mi rivolse un sorriso imbarazzato. «Non preoccuparti. Ci vediamo dopo, Kas».

Guardai Morgan allontanarsi, sentendomi in colpa per non essere andata con lei. Non sapevo perché, ma trovavo molto difficile dire di no a Grayson. Non volevo ammettere che una parte di me adorava quando mi diceva cosa fare.

E poi è il suo primo giorno, forse è nervoso. Ho promesso a Emily che avrei passato più tempo con lui.

Presi il mio pranzo e mi avvicinai al suo tavolo. Salutò con la mano alcune persone che se ne stavano andando, sorridendo e indicandomi il posto accanto a lui. Mi sedetti, guardando le persone ancora presenti. Olivia era tra loro.

«Quindi siete fratellastri?» Chiese Ethan Hawk.

Lo guardai. Non mi aveva mai rivolto la parola prima d'allora e sembrava non sapere nemmeno che esistessi, ma in quel momento mi sorrideva.

Grayson mi mise un braccio intorno alle spalle. «Sì».

Il suo tocco mi fece provare sensazioni strane mentre mi attirava contro di sé. Lo guardai e vidi che aveva un sorriso malizioso sul volto.

Mi sta prendendo in giro.

Pranzai in silenzio, desiderando di essere con i miei amici nell'aula di musica mentre intorno a me si iniziava a parlare di auto e corse.

Grayson abbassò il braccio, ma non si allontanò. Potevo sentire il suo calore accanto a me, facendomi pensare cose che non avrei dovuto. Poi le sue dita mi sfiorarono la gamba, muovendosi lentamente verso l'interno coscia, proprio come aveva fatto in macchina.

Mi irrigidii, guardandolo di scatto, ma la sua espressione non tradiva nulla. La sua mano continuò a salire mentre cercavo di non farmi prendere dal panico. Strinsi le gambe per fermarlo.

Che diavolo sta facendo?! Ci sono persone qui intorno! E se qualcuno vedesse?

Si chinò verso di me, stringendo la presa.

«Aprile, Kassia», sussurrò, a voce così bassa da farmi rabbrividire.

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