Adelie è abituata a rimanere nell'ombra e a vivere una vita ordinaria nel suo branco di lupi. Ma tutto cambia quando viene rifiutata dal suo compagno, l'alfa, e deve trovare un nuovo branco in cui vivere. Trova poi una nuova casa nel branco dell'alfa Kairos.
Kairos, un lupo noto per la sua natura vile e il suo carattere furioso, si rivelerà essere la seconda possibilità per Adelie di avere un compagno. Ma le cose potranno funzionare se la paura di Kairos del passato gli impedisce di aprirsi e Adelie sta per scoprire di avere dei poteri che non aveva mai nemmeno sognato?
Età: 16+
Capitolo 1
Adelie MurrellCapitolo 2
Kairos GarciaCapitolo 3
Entrare in un nuovo brancoCapitolo 4
Regole dell'alfaAdelie
Mia madre mi aveva sempre insegnato a tenere un profilo basso. A nascondermi sotto il mio enorme mantello nero che mi copriva metà del viso, a guardare in alto il meno possibile.
Rispetta sempre le regole e non essere imprudente, non rispondere mai, non fare amicizia. E, infine, mantieni il tuo segreto al sicuro.
Infatti, tutto questo serviva per non attirare l'attenzione su di me. Se la gente avesse saputo cos'ero, sarei stata un pericolo per me e per le persone che mi circondavano e mi avrebbero fatto cose orribili.
Le persone che mi stavano cercando volevano infatti usarmi come arma da guerra e creare altri esseri simili a me. Potenti macchine da combattimento. Almeno questo era quello che mi aveva sempre detto.
Il mantello serviva soprattutto perché mia madre diceva che la mia bellezza rappresentava un pericolo per me, che altri avrebbero cercato di usarla. Le persone giudicano gli altri dall'aspetto, se mi avessero visto avrebbero cercato di essere immediatamente miei amici.
Le ninfe di solito nascono con volti molto amichevoli e accoglienti. Sono anche molto belle, almeno così dicevano tutti i libri che avevo letto. Mia madre mi aveva anche detto che ero dotata dei doni più preziosi, ma a cosa serviva se vivevo la mia vita nell'ombra, non era stato un dono, era stata una maledizione. La mia vita era stata una tragedia.
Sono una ninfa. Una ninfa è uno spirito della natura che protegge la natura. Il mio scopo era quello di proteggere le foreste e le piante del mio branco, il Branco della luna d’argento. Ogni luna piena uscivo per fare un rituale, ringraziando Madre Natura per i suoi doni. Avevo bisogno di mantenere la mia foresta pulita e viva finché ero in questo posto. Non perché mia madre mi avesse insegnato a farlo, ma perché è quello che fanno le ninfe, è nella nostra natura, lo facciamo inconsciamente.
Nessuno sapeva che ero una ninfa, solo mia madre e mio padre. Le ninfe sono in buoni rapporti con i lupi mannari, ma avevo bisogno di mantenere il segreto in modo che ci fossero meno possibilità di essere scoperta su cos'altro ero capace, ecco perché anche mia madre lo teneva segreto. Non mi importava tanto che non facessero del male a me. Mi importava che non facessero del male agli altri.
Non ho mai incontrato altre ninfe oltre a mia madre. Lei era metà lupo e metà ninfa dell'acqua. Esatto, 'era'...
Mia madre è morta quando siamo state attaccate nel nostro vecchio branco, il Branco della luna oscura. È morta a causa mia ed è morta per proteggermi. Un guerriero ha avuto paura di me e ha cercato di uccidermi. Invece ha ucciso lei.
Mio padre mi ha detto chiaramente che mia madre non mi rimprovera per quanto accaduto e continua a dirmi che non è stata colpa mia. Ma, in realtà, non riesco mai a scrollarmi di dosso il senso di colpa. Mia madre era una ninfa e le ninfe perdonano facilmente, era nella sua natura non incolparmi.
Vivono tre parti in me. In primo luogo, sono una ninfa della foresta. In secondo luogo, una piccola parte di me è un lupo. Questa parte è così piccola che non posso nemmeno trasformarmi. Ho un lupo nella mia anima, ma non nel mio corpo.
Mi rendeva triste pensare che la mia lupa, Madeline, non aveva una forma lupo. Mi aveva detto innumerevoli volte che le stava bene il modo in cui viveva. Se avessi potuto fare qualcosa per darle una forma lupo l’avrei fatto.
La terza parte è quella che ho preso da mio padre. Non lo vedevo spesso perché il suo lavoro gli richiede di viaggiare spesso. Lo incontravo solo quando qualcuno intorno a me moriva.
Mio padre è la Morte.
Il suo lavoro è quello di raccogliere le anime dai corpi deceduti. Conserva le anime in un contenitore di vetro e le ordina ognuna secondo l'albero genealogico e il colore dell'anima. Se una persona è stata cattiva nella sua vita, la sua anima è nera, se è stata buona, è bianca. Ma nella vita non c'è solo buono o cattivo. Per lo più ci sono centinaia di sfumature di grigio.
La morte ha due forme.
La sua prima forma è uno scheletro con un mantello nero. Quella che tutti conoscono dai libri. La sua seconda forma è simile a quella umana. Ha l'aspetto di una qualsiasi altra persona normale.
Nessuno può vedere la Morte quotidianamente, ma dato che io sono sua figlia posso vederlo quando è nei paraggi. Si avvicina sempre a me quando è vicino e mi chiede come sto. So che mi ama veramente.
Mia madre è stata un'eccezione e anche lei ha visto la Morte, mio padre e mia madre non sapevano infatti come fosse possibile. Ma è proprio questo che li ha fatti innamorare. La Morte è immortale e finalmente aveva trovato qualcuno in un milione di anni che poteva vederlo. Finalmente aveva trovato l'amore.
Altre persone hanno potuto vedere la Morte quando stavano per morire. Alle persone buone, mio padre dona un desiderio di morte.
Il desiderio di morte è un desiderio che la morte completa su richiesta di una persona morente. Mio padre mi ha dato il desiderio quando l'ho visto l'ultima volta, dato che posso vederlo, posso usare il desiderio ogni volta che è vicino.
Il desiderio di morte può fare quasi tutto tranne che renderti immortale o riportarti in vita. Mi è stato detto di usarlo con saggezza, perché anche se sono figlia della morte ne ho solo uno.
Da mio padre ho ereditato i poteri della magia nera.
Questi poteri mi rendono invincibile, ma mia madre mi ha proibito di usarli. Mi ha detto di usarli solo quando ci sono persone fidate intorno, ma non è mai successo. L'unica cosa che mi ha permesso di usare è il potere di guarigione. Posso guarire le ferite sulla carne umana ma, per farlo, devo sentire lo stesso dolore che prova la persona ferita. Le piante e gli alberi malati riuscivo a guarirli senza dolore. Non sapevo ancora fin dove sarebbe potuto arrivare il mio potere di guarigione.
La mia lupa è la parte di me che mi permette di avere un compagno. E il compagno è stato proprio colui che mi ha irrimediabilmente ferita e che ancora oggi mi provoca un terribile dolore.
I membri del Branco della luna oscura mi prendevano sempre in giro perché pensavano che fossi strana, non parlavo molto, indossavo sempre dei mantelli e pensavano che fossi debole perché non potevo trasformarmi. Pensavo che tutto sarebbe cambiato quando avrei trovato il mio compagno e al mio diciottesimo compleanno lo trovai: alfa Hans.
***
Era in piedi davanti a casa mia. Un odore incredibile mi riempì il naso e l'uomo più bello mai visto stava di fronte a me. La mia lupa impazzì nella mia testa, passando avanti e indietro.
Compagno! Compagno! La mia lupa Madeline cantava, mentre mia madre mi metteva le mani sulle spalle dietro di me. Doveva sapere cosa stava succedendo, era il mio compleanno, sapeva che sarebbe accaduto.
"Alfa Hans..." Ho detto con incredulità, alzando la testa da terra. Come posso essere la sua compagna? Forse sto sognando.
Anche lui era una delle persone che mi prendeva in giro, ma ero pronta a perdonarlo, dopotutto era il mio compagno, non è che posso combattere il legame. Lui era destinato a me. E solo a me.
"Dobbiamo parlare, Adelie. Andiamo in un posto più tranquillo" disse e iniziò a camminare verso la foresta senza nemmeno guardare se lo stavo seguendo, ma lo feci.
Non volevo nemmeno parlare con il mio compagno la prima volta davanti a mia madre. Diedi un'ultima occhiata a mia madre e sorrisi come una pazza. Parlava sempre di quanto fosse felice con mio padre e anch'io desideravo quel tipo di amore.
Camminammo nella radura della foresta, lui non disse nulla per tutto il tempo. Ma io ero troppo felice, il mio compagno era qui, con me. Si dice che il compagno è colui che ti amerà anche dopo la morte. Nemmeno la morte può frapporsi tra i legami di coppia.
Alfa Hans si voltò verso di me, ma non con l'espressione che speravo. Avrei voluto che corresse verso di me, che mi prendesse tra le braccia, invece il suo sguardo era freddo, come se fossi un qualsiasi altro membro del branco o anche meno.
"Non posso averti come mia compagna Adelie. Mi dispiace, sei debole e non hai nemmeno una forma lupo. Che tipo di luna saresti?" Mi ha sputato addosso, disgustato, il che mi provocò la sensazione di mille aghi appuntiti nel petto.
Continuò. "Sei odiata in questo branco. E il branco ha bisogno di qualcuno da ammirare e tu non sei una di loro". Il mio cuore si frantumò in milioni di pezzi. Ma a lui non provocava dolore pronunciare quelle parole?
"Cosa?..." Chiesi, non credendo alle sue parole. "Posso cambiare, alfa". Caddi in ginocchio. "Posso essere qualsiasi cosa tu voglia che io sia, lo prometto", gridai.
Ovviamente non potevo trasformarmi, ma avevo bisogno di lui. Non potevo lasciare andare il mio compagno, lui è quello fatto per me, per capirmi, per amarmi sempre e comunque.
"Io, alfa Hans Lightwood, respingo te, Adelie Murrell, come mia compagna e come luna del Branco della luna oscura", pronunciò quelle parole e tutta la mia visione si offuscò per un secondo.
Il mio cuore non c'era più, tutto ciò che sentivo era dolore. Il dolore più orribile che avessi mai provato.
"No!" Urlai con rabbia, tristezza e struggimento. E non riuscii a controllare i miei poteri. Dalla punta delle mie dita uscì del fumo nero che fece indietreggiare alfa Hans in preda al terrore, mentre dagli angoli altri lupi si stavano avvicinando a me.
Uno si scagliò proprio su di me, ma io lo misi fuori combattimento con un'esplosione di fumo nero. Non sapevo di essere in grado di farlo. Il lupo ululò e gli altri fecero un passo indietro spaventati. Anch'io avevo paura, paura di quello che avrei potuto fare.
Mia madre corse verso di me. "Mamma!" Le urlai, mentre veniva tenuta ferma dall’alfa Hans. Sembrava che potessi fare del male alla mia stessa madre.
"Corri!" Fu tutto quello che disse. Ero sempre stata obbediente con mia madre, ma quella volta mi ci volle del tempo per ascoltarla. Stavano per farle del male. "Corri, Adelie!"
Ero ancora al mio posto, ma l’alfa Hans si avvicinò per vedermi lasciare mia madre. Camminava lentamente e alzò le braccia in segno di resa, la sua espressione era quasi colpevole.
"Scherzo della natura!" disse un guerriero accanto a me. Era ancora nella sua forma umana e lanciò un coltello verso di me, ma qualcosa lo fermò. Mia madre lo aveva bloccato saltando di fronte a me. Il coltello era infilzato nel suo petto mentre cadeva a terra.
Ho visto la Morte davanti a me. No! Questo significava che se n'era andata. "Non prenderla". Lo supplicai, come se potesse fare qualcosa.
Mio padre mi guardò. "Corri!" urlò, facendo tremare la terra. Nessun altro lo vide tranne me e mia madre, non lo avevo mai sentito urlare in tutta la mia vita.
Feci esplodere del fumo che mi tenne al riparo, non avevo pensato di farlo, ma successe e basta.
Sono scappata, ho corso fino a quando i miei piedi hanno ceduto ed ero sicura di aver lasciato il territorio della Luna oscura. Sono scappata come una codarda. Mia madre mi ha protetta, ma io l'ho lasciata morire, senza nemmeno dirle addio, lei era l'unica per me e ora non c'era più.
***
Un anno dopo, ero un membro del Branco della luna d’argento. L'alfa Archibald mi ha presa nel suo branco in un secondo quando mi ha trovata a vagare laggiù.
È l'alfa più gentile che abbia mai incontrato. Nessuno dei membri del suo branco mi ha mai chiamata strana o debole per non avere la forma lupo, mi fissavano solo per via del mio mantello.
Anche l'alfa Archibald non sapeva chi fossi. Quando mi ha chiesto del mio compagno, gli ho detto che era morto. È più facile che ammettere che sono stata rifiutata.
Mi vergogno così tanto che il mio stesso compagno, quello a cui sono destinata, mi abbia rifiutata. Se non ero abbastanza per lui, non sono abbastanza per nessuno.
Oggi c'era la luna piena e dovevo ringraziare Madre Natura. Una volta buio, mi sono assicurata che i miei compagni di stanza stessero dormendo. Vivevo in una delle case del branco con i lupi mannari che erano senza compagni.
Avevo preparato una pozione dalle piante della foresta e l'avevo messa nelle loro bevande per farli dormire più profondamente. Non potevano sapere che stavo uscendo di nascosto e, inoltre, non gli fa male, tuttavia si chiedono sempre perché hanno un sonno così profondo nelle notti di luna piena.
Sono uscita dalla casa del branco con il mio lungo mantello nero con cappuccio e un vestito bianco lungo fino alle caviglie. Ho sempre indossato abiti lunghi, anche mia madre lo faceva e volevo continuare a farlo.
Mia madre diceva che i bei vestiti lunghi erano una caratteristica delle ninfe. Lo stile delle ninfe era più medievale che moderno. Ho cercato di indossare quelli che sono considerati abiti normali, ma mi sono sempre sentita fuori posto.
Tutti stavano dormendo e nessuno era fuori dalla casa del branco perché nessuno sarebbe uscito a quell'ora. Le guardie stavano pattugliando i confini del nostro branco e io non avevo intenzione di andare così lontano, ero riuscita a sgattaiolare fuori con successo per circa un anno e non ero mai stata presa.
Mi sono addentrata nel profondo della foresta fino al mio solito posto dedicato al rito. Quando arrivai mi tolsi il mantello e lasciai cadere i miei capelli castani sulla schiena. Mi assicuravo sempre di essere molto carina durante la luna piena per far sapere a Madre Natura che ero degna di essere una ninfa.
Mi sedetti vicino a un albero enorme che era circondato da fiori viola. Questo albero era il più grande di tutti, era potente nel suo spirito e aveva visto molto.
Ho imparato così tanto semplicemente ascoltando lui e gli altri alberi, gli alberi sono infatti quelli che mi hanno fatto capire i miei doveri di ninfa della foresta. Potevano parlarmi e mi hanno insegnato a prendermi cura di tutti loro.
Ho chiuso gli occhi e ho ringraziato per tutto ciò che mi circondava. Mi sono assicurata di chiedere agli alberi se fosse successo qualcosa fuori dall'ordinario e loro non mi hanno solo raccontato del benessere della foresta, ma mi hanno anche informata di chi stava entrando e oggi si era trattato solo di qualcuno vicino al nostro territorio.
Mentre dicevo grazie, il mio corpo ha iniziato a riempirsi di energia dalle radici.
Mi sono sempre presa cura della foresta in modo che non ci fossero alberi tristi e piante deboli. Questo era il mio scopo. Ero una servitrice dei beni della foresta.
Mi sentivo come se fossi rinata. Le notti di luna piena erano la ragione per cui ero disposta a vivere. Non avevo più nessuno nella mia vita tranne la natura.
Mi domandavo nuovamente del mio compagno Hans, il pensiero di lui non ha mai abbandonato la mia mente. Volevo fare qualcosa per fermare il dolore ma non potevo e non volevo che se ne andasse.
Anche se l'unica cosa rimasta del mio compagno era il dolore, lo volevo ancora. Anche se ho provato l'insopportabile dolore di lui che marca e si accoppia con qualche lupa, il dolore mi ricorda qualcosa che ho quasi avuto.
Ho camminato per la foresta, finalmente libera dal mio mantello. Ho respirato l'aria fresca a testa alta. Ho girato in tondo e ho lasciato che il vento mi accarezzasse. La foresta era il mio posto preferito, la mia fantasia di felicità preferita.
Quando finalmente fu il momento di andarmene, raccolsi il mio pesante mantello, ma mentre lo facevo sentii dei passi venire verso di me. Immediatamente alzai lo sguardo per vedere la persona che stava camminando.
Era un uomo, era grosso e potevo vedere i suoi muscoli anche dietro tutti i vestiti che indossava.
Era un lupo mannaro e il non essere muscoloso sarebbe stato strano a causa di tutto l'allenamento che i lupi facevano di solito.
I suoi capelli erano marrone scuro, ricci e abbastanza lunghi da arrivargli quasi sugli occhi, erano più lunghi in cima e più corti ai lati e i suoi capelli erano pettinati sul lato destro. I suoi occhi erano di un colore nocciola perfetto, mi ero persino dimenticata del mio mantello.
Mi sono girata e ho indossato il mantello e il cappuccio nascondendo il viso, sapevo che mi vedeva abbastanza bene perché eravamo in contatto visivo diretto.
C'era qualcosa che non andava in lui, c'era qualcosa di diverso in lui, strano ma attraente. La sua presenza sembrava tranquillizzante, eppure così strana.
L'ho sentito avvicinarsi ed era quell'odore. Un dolce ago di pino misto a bergamotto e un piccolo accenno di menta piperita, non l'avevo mai sentito prima, ma solo un odore mi aveva già fatta sentire così. Ed è stato allora che ho lasciato che la mia lupa mi parlasse.
Compagno!