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Il re senza regina

Capitolo 4

Chi diavolo parcheggia la macchina in mezzo alla strada?

Il ragazzo che avevo incontrato mentre ero con Beatrice era strano, ma l'ultimo aveva un livello di stranezza completamente nuovo. Mi aveva fatto venire i brividi.

Ma cavolo, era così sexy. Se solo fosse stato meno strano.

Sospirai. La mia mente ricordò i suoi occhi penetranti e rabbrividii. Se gli sguardi potessero uccidere, allora lui sarebbe stato sicuramente una persona pericolosa.

I miei piedi continuavano a muoversi velocemente e il cuore mi martellava nel petto.

Non sapevo perché, ma volevo disperatamente girarmi, andare verso di lui e... guardarlo in faccia.

Scossi la testa. Era un tipo inquietante e poteva essere un assassino, per quel che ne sapevo.

Ma era così attraente.

"Ugggh!" Gridai di frustrazione. Non avevo mai visto una persona bella come lui.

Era così triste che le persone belle ricevessero sempre tutte le attenzioni. Ero sempre stata contraria. Non mi consideravo una persona superficiale.

Certo, avevo avuto le mie belle cotte per persone attraenti, ma mi ero sempre detta che la bellezza non era la cosa più importante.

Le persone non dovevano essere in grado di farla franca solo perché erano belle. Eppure stavo trascurando il suo strano comportamento e mi ero fissata solo sul suo aspetto.

Mi vergognai un po' di me stessa. Stavo diventando troppo superficiale?

Feci un respiro profondo quando vidi casa mia. All'interno sarei stata al sicuro da strani (e attraenti) sconosciuti.

Quando raggiunsi la porta d'ingresso, la prima cosa che feci fu guardarmi intorno. Avevo visto abbastanza film da sapere che le persone inquietanti finiscono sempre per seguire la vittima a casa sua.

Una volta entrata, chiusi immediatamente la porta. L'interno era così silenzioso che potevo sentire il mio respiro pesante.

Quando vidi che non c'era nessuno in agguato, feci un passo avanti. "Signore, sono di nuovo paranoica?" Mi chiesi mentre affondavo sul pavimento, con le mie gambe che avevano deciso di non reggere più il mio peso.

La casa era silenziosa. Probabilmente mia madre era fuori a fare ciò che amava di più. Fotografie.

Io non avevo una passione totalizzante come mia madre. Non avevo nemmeno un hobby o un talento particolare.

Avevo provato a cantare ma facevo schifo. Avevo provato a fare sport ma avevo rinunciato al quinto giorno. Avevo provato anche a fare fotografie, ma non riuscivo mai a concentrarmi.

Sospirai: probabilmente sarei morta senza avere alcuna passione.

Non riuscivo a credere che stavo pensando ai miei talenti quando invece avrei dovuto pensare se quel tipo inquietante mi avesse seguita fino a casa o no.

Mi sembrava di ignorare la gravità della situazione. Non avevo mai visto nessuno chiamare una sconosciuta "regina".

Ero diventata così superficiale da pensare solo al suo bel viso?

Non che mi abbia fatto del male o altro.

"Argh, mi sembra di impazzire", singhiozzai tra me e me.

***

Passai qualche ora a riflettere sulla mia situazione e decisi che doveva trattarsi di uno scherzo. Era l'unica spiegazione logica che riuscivo a trovare.

Inoltre, non c'era nessun uomo inquietante vicino a casa mia, quindi decisi di non preoccuparmi più.

Il telefono che suonava mi distolse dai miei pensieri. Il numero di mia madre lampeggiava sullo schermo.

"Pronto?" Risposi.

"Tesoro, mi dispiace ma farò tardi stasera. Ho ordinato la pizza. Ricordati di pagarla", mi disse la voce di mia madre dall'altro capo.

Sbadigliai. "Certo. Fai attenzione".

"Sì, certo. Hai chiuso bene la porta? Non far entrare nessun estraneo, ok?"

"Sì, mamma! Lo so. Non preoccuparti".

"Perfetto, ti voglio bene".

Sospirai dopo aver riagganciato la telefonata. Sembrava che sarei rimasta sola ancora per qualche ora.

Quella città mi metteva i brividi e stavo rimpiangendo la nostra decisione di tornare lì.

Mi ero emozionata per niente. I miei vecchi amici erano spariti. Tutte le persone presenti erano estranee e sembrava che tutti mi odiassero.

Le occhiatacce. Gli sguardi sospettosi. Non ero gradita lì.

Guardai le lancette dell'orologio sulla mia parete. Erano le 20:05.

Sono bloccata in casa quando potrei essere fuori a divertirmi.

Scrollai via i miei pensieri, non volendo rendere il mio umore ancora più cupo. Dovevo solo aspettare la pizza. La pizza era il mio cibo preferito e scommettevo che mi avrebbe tirata su in un attimo.

Tornai a distrarmi con dei video su internet.

Distolsi lo sguardo dallo schermo del computer solo quando sentii suonare il campanello. Presi i soldi e scesi al piano di sotto.

"Ehi, questi..."

Le mie parole vacillarono quando vidi chi stava davanti alla porta.

Sembrava ancora più alto stando vicino a me e potevo praticamente sentire il potere che irradiava da lui. Emanava un'energia così forte che non desideravo altro che inchinarmi di fronte a lui.

Mi si seccò la gola. Distolsi lo sguardo dai suoi occhi marroni.

Ovviamente avrei dovuto imparare una cosa dai film horror.

I cattivi trovavano sempre la vittima.

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