La tempesta - Copertina

La tempesta

Mandy M.

Capitolo due

La mia macchina si è rotta e ho dovuto usare quasi tutto quello che avevo risparmiato per farla riparare. Non posso permettermene una più nuova, quindi spero che quest'ultima riparazione mi duri un po'.

Sono stata assunta come infermiera a domicilio e sto cercando di rimanere entro l'ora di strada. Non mi fido della mia macchina per distanze più lunghe.

Megan aveva ragione, pagano abbastanza bene. Se riesco a continuare così e non succede nient'altro, dovrei essere in grado di risparmiare abbastanza per coprire le bollette durante il congedo di maternità.

Walter è il mio paziente preferito. Lui e sua moglie vivono sulla montagna e hanno il cancro. Sono così dolci, mi ricordano come ho sempre immaginato i miei nonni. Mary mi manda sempre del cibo a casa.

Ho altri pazienti, dieci in totale, che vedo in vari giorni della settimana dopo aver terminato il turno in ospedale. Non dormo più tanto come una volta ma sopravvivo.

La cosa bella di indossare i camici è che sono larghi, quindi non devo preoccuparmi di comprarmene di più grandi. Sono solo al quinto mese, ma con la mia corporatura esile il pancione è visibile già dal terzo mese.

"Oggi è il giorno, sei emozionata di scoprire cosa avrai?" Il sorriso di Mary è caldo ed eccitato.

Non le ho detto che sono incinta, è solo molto brava a osservare le cose. "Un po'". Anche un po' nervosa.

"Ti renderà più facile fare acquisti, allora". Mi porge un bicchiere d'acqua. "Non lo facevano quando ho avuto i figli io. Non sapevi cosa stavi per avere finché non usciva".

Sono grata per il bicchiere d'acqua ghiacciata; l'estate sarà anche quasi finita ma fa ancora caldo. "Già, io non sono mai stata una che ama le sorprese".

"Non posso biasimarti. Anche a me piace essere sempre preparata". Mi aiuta a pulire le cose del cambio di medicazione di Walter. "Immagino però che dovrò aspettare ancora qualche giorno prima che me lo dirai".

Vedo Walter tre volte alla settimana e non tornerò prima di venerdì. Sarà l'unico che dovrò vedere, poi potrò andare a casa a riposare, godendomi il mio giorno libero dall'ospedale.

Raccogliendo le mie cose per uscire, le assicuro: "Te lo dirò venerdì". Ho un altro paziente da vedere prima del mio appuntamento, poi vado a casa per una doccia e un pisolino.

Il dottor Billings entra. "Bene, diamo un'occhiata a questo piccolo, che ne dici?" È un uomo anziano, vicino all'età della pensione, ma mi sento a mio agio con lui.

Sposta la sonda sulla mia pancia. "Ecco fatto. Fammi prendere qualche immagine e le misure".

Lo vedo provare diverse cose mentre muove la sonda tutt'intorno. "Va bene, vuoi sapere cosa avrai?"

"Sì, se possibile".

Gira lo schermo verso di me.

"Sembra che sarà una bambina. Ha un bell'aspetto, il suo battito cardiaco è buono e le sue misure sono giuste. Se fossi uno scommettitore, direi che peserà poco meno di due chili quando nascerà".

"Non è un po' piccola, dottore?" Non passo molto tempo nel reparto di ostetricia ma ricordo che durante il mio turno la maggior parte dei bambini che vedevo pesavano più di tre chili.

Lui scuote la testa. "Starà bene, inoltre anche tu non sei una donna molto grande".

"Se non sarà così grande, perché la pancia è così evidente negli ultimi due mesi?"

"È perché sei magra e non hai molto spazio lì dentro. Starai bene", mi rassicura pulendo il gel dalla mia pancia.

Riesco a fare un pisolino dopo l'appuntamento, anche se non è stato molto riposante.

Il mio appartamento non ha l'aria condizionata quindi tengo le finestre aperte per la brezza. Tra il traffico e i bambini del quartiere, quello che sarebbe potuto essere un sonnellino di sei ore è diventato solo di tre.

So che dovrei dormire di più, infatti il dottore mi ha rimproverata per questo, ma bisogna fare quello che si può.

Domani il mio carico di pazienti è pieno, mentre venerdì Walter è il mio unico paziente e lo vedrò direttamente dopo aver lasciato l'ospedale.

Guardando il calendario mi rendo conto che è luna piena, il che significa che il pronto soccorso sarà pieno.

Quelli che dicono che la luna piena non influenza le persone evidentemente non hanno mai passato una notte in ospedale. Halloween e Capodanno non sono niente in confronto a una luna piena. I pazzi sono fuori in piena regola.

Mi preparo una forte tazza di caffè prima di uscire. La caffettiera è stata la prima cosa che ho comprato. Posso dormire sul pavimento e usare piatti di carta per sempre, ma stare senza caffè? Mai.

Sono, come si direbbe, un orso con il culo dolorante se non bevo il caffè. L'ho trovata al negozio dell'usato per un dollaro ed è la migliore caffettiera che abbia mai avuto, anche meglio di quella marca Keurig che aveva Justin.

Non c'è niente di meglio dell'odore del caffè appena fatto. Tazza di caffè in mano, entro in ospedale, pronta per qualsiasi cosa la notte ci riservi.

La notte è stata assolutamente terribile. Non ci siamo mai fermati. Abbiamo avuto a malapena il tempo di riprendere fiato prima che arrivasse il pazzo di turno.

Sono le sette del mattino, mi fanno male i piedi, sono stanca e ho ancora un'intera giornata di guida e pazienti davanti a me. Forse, se mi sbrigo posso essere a casa per le tre, il che mi dà la possibilità di fare un pisolino di due ore e mezza.

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