Punita dall'alfa

Mia madre mi ha sempre detto che il mio compagno sarebbe stato tutto per me. Se solo riuscissi a incontrarlo. Ora ho ventisei anni e non ne ho ancora visto nemmeno l'ombra. Per quanto ne so, potrebbe essere morto.

Vivo nel Wisconsin e attualmente alloggio nella casa del branco. È un posto bellissimo, davvero. Foreste innevate e scintillanti laghi ghiacciati costituiscono la maggior parte del nostro territorio.

Siamo un piccolo branco, ventiquattro lupi per l'esattezza. La casa è un alloggio a due piani con una bella cucina e camere sufficienti per tutti i lupi non accoppiati, che non sono molti.

Finalmente scendo al piano di sotto ed entro in cucina: un enorme capolavoro di stanza con tutti gli elettrodomestici in acciaio inossidabile e un magnifico pavimento in legno massiccio.

Metto su il caffè e guardo fuori dall'ampia finestra di fronte al lavello. Non c'è altro che campagna congelata per chilometri.

Adoro questo posto. È così tranquillo e silenzioso che a malapena mi accorgo che qualcuno sta entrando in cucina dietro di me.

"Buongiorno, Lex", mi saluta mio fratello Adam.

"Buongiorno. Vuoi un caffè?"

"E me lo domandi?" sogghigna.

Adam è sempre stato il mio migliore amico e mentore. Nostro padre è morto quando eravamo piccoli e nostra madre ci ha cresciuti come meglio poteva fino alla sua morte, qualche anno fa.

Nostro padre era un beta, quindi ci si aspetta che Adam assuma quel ruolo quando sarà diventato abbastanza grande.

Alfa Greg, il nostro alfa, lo ha preso sotto la sua ala protettrice e gli ha insegnato tutto ciò che deve sapere per combattere quando necessario e per evitare i conflitti quando possibile. Lo ha preparato a diventare un vero leader.

"Dov'eri ieri sera?"

"Sono andata a correre. Avevo bisogno di schiarirmi le idee e la mia lupa non mi lasciava in pace".

Adam sa cosa provo riguardo alla ricerca del mio compagno. In quest'ultimo anno mi ha quasi consumata, ma lui mi dice solo di avere pazienza, che il mio momento arriverà.

Vorrei credergli, ma è così difficile quando lo stai cercando da tanto tempo come me. La maggior parte dei lupi lo trova poco dopo la prima trasformazione.

"Ah. Beh, prima che mi dimentichi, volevo dirti che l'alfa del Branco di Southridge e alcuni dei suoi guerrieri saranno qui domani per discutere di alcune questioni relative al territorio".

"Okay, e perché me lo stai dicendo?" gli chiedo irrigidendomi.

Tutti conoscono il Branco di Southridge.

Ho sentito dire che il loro alfa è spietato, un mostro. Prende ciò che vuole e uccide chiunque cerchi di fermarlo.

"Sono anni che non riceviamo loro visite, da quando è subentrato il nuovo alfa, quindi non so davvero cosa aspettarmi. Sai cosa dicono tutti di lui. L'alfa vuole che ognuno di noi tenga gli occhi e le orecchie aperte. Non vogliamo scontri".

Annuisco e aspetto che continui.

"Inoltre, ho bisogno che tu chieda a Linda e a Julie di aiutarti a cucinare abbastanza cibo per sfamare tutti quando arriveranno".

Mi verso una tazza di caffè e lo fulmino con lo sguardo.

"Glielo chiederò, ma conosci quelle due", obietto, riempiendo una tazza anche a lui. "Devi letteralmente pregarle per fare qualcosa. Gennie non può aiutarci?"

Gennie è la compagna di mio fratello e la mia unica amica. Non ci sono molti lupi qui, quindi sono quasi una solitaria.

"Lo farebbe, ma è incaricata di pulire e sistemare la sala da pranzo".

Prende la sua tazza di caffè e si gira per andarsene. Prima di uscire dalla porta, mi guarda da sopra la spalla.

"Tieni la testa alta. Lo troverai presto e ti adorerà", mi rassicura e se ne va.

Alzo gli occhi al cielo mentre afferro un bagel e finisco il mio caffè. Guardando l'orologio, mi accorgo che è ora di iniziare a prepararsi per il lavoro.

Torno di sopra in camera mia e mi spoglio.

Davanti al grande specchio del bagno, osservo i miei lunghi capelli neri che mi arrivano fino alla vita e i grandi occhi verde smeraldo che mi fissano freddi.

Il mio sguardo scende verso le infinite curve che modellano il mio corpo ed emetto un lungo sospiro.

Apro l'acqua calda e mi infilo sotto il getto. Non posso fare a meno di pensare al mio compagno mentre mi lavo.

La mia lupa mugola al pensiero di lui, di non averlo. Ultimamente si è chiusa in se stessa e vuole venire fuori solo per vagare, nella speranza di poterlo rintracciare.

Uscendo dalla doccia, mi passo velocemente l'asciugamano e prendo un paio di jeans strappati e una canottiera nera scollata. Li indosso e mi asciugo i capelli, prima di aggiungere un tocco di mascara.

Il viaggio verso il lavoro dura solo cinque minuti. Lavorare in un bar non è quello che avevo immaginato di fare da grande, ma mi permette di uscire e conoscere nuove persone.

Appena arrivo, vado subito dietro al bancone e inizio a pulire prima che i clienti inizino ad accalcarsi. Sento qualcuno entrare dalla porta principale e alzo lo sguardo.

Gennie, la compagna di mio fratello e mia collega, varca la soglia e mi lancia uno sguardo interrogativo.

"Perché non hai risposto al telefono ieri sera?"

"Avevo troppe cose per la testa. Sono uscita a correre e sono tornata solo molto tardi".

Mi rivolge un piccolo sorriso pieno di compassione.

"Non guardarmi così".

"Voglio solo che tu sia felice", sorride tristemente.

Si avvicina al bancone e inizia ad asciugare i bicchieri che sto lavando e io le regalo il mio più grande sorriso.

"Starò bene. Ho solo bisogno di tenermi occupata per evitare che la mia mente vaghi così tanto".

Alla fine lascia perdere e finiamo di pulire, quando i clienti iniziano ad arrivare. Un paio d'ore dopo, la serata è in pieno svolgimento.

Gli avventori del bar, sia umani che lupi, stanno affluendo e posso dire che sarà una lunga notte.