
Fayre
Affascinato dall'universo di Gideon e Trapping Quincy? Se è così, questa storia è esattamente ciò di cui hai bisogno.
Traccia un pollice lungo la linea della mia bocca prima di premerlo sull'incavo al centro del mio labbro inferiore. Le mie labbra bruciano al suo tocco. "Come possono queste labbra che un tempo mi dicevano solo parole d'amore ora negarmi e ferirmi così?" Il respiro mi si blocca in gola mentre continuo a fissarlo. Non so come la sua sola presenza riempia il vuoto nel mio cuore e faccia svanire il dolore.
Classificazione per età: 16+.
Prologo
«No! No! Non voglio quella bambina qui dentro. Mandatela via! Fuori di qui!» grida una donna dall'interno non appena i tre varcano la soglia. Fissa la piccola con occhi terrorizzati.
Stringe un coltello, la cui lama brilla alla luce tremolante delle candele. I lunghi capelli scuri e ricci le ondeggiano intorno al viso, in preda al panico.
La signora appena entrata stringe a sé la bambina per proteggerla. Il volto dell'uomo si fa rosso di collera. Entra nella stanza e afferra il braccio della donna armata.
«Nadine, calmati. Avevi dato la tua parola!» La tiene saldamente.
«Ho cambiato idea. Non la voglio qui. Non la voglio vicino a me», urla Nadine.
L'uomo le sussurra all'orecchio: «Ci sta pagando una fortuna...»
L'altra donna lo interrompe. «È una pessima idea, Samuel. Mi avevi detto che era una strega, non una squilibrata! Questa donna è chiaramente fuori di testa! Non si avvicinerà a mia figlia».
Si sta dirigendo verso l'uscita, tenendo la bambina per le spalle.
«Victoria, aspetta! Ce la può fare. Può aiutarti. Lascia che le parli», la supplica Samuel. Sta sudando e sembra molto teso.
«Me l'avevi promesso!» dice a Nadine, la donna con il coltello, con voce dura.
«Non ce la faccio!» piange Nadine. «Guardala. Non posso farlo».
«Abbiamo bisogno dei soldi, Nadine. Ricordatelo».
La strega chiude gli occhi. Le sue spalle si abbassano. «Non è di questo mondo. Non appartiene a qui...» dice piano, arrendandosi. Il labbro inferiore le trema.
«Non importa. Avevi dato la tua parola», dice Samuel, parlando più dolcemente vedendola cedere.
La donna prende un respiro profondo e poi apre lentamente gli occhi. Questa volta guarda Victoria.
«Sei troppo attaccata a lei, non lo vedi? Questi esseri sono pericolosi. Sono solo malvagi. Sono astuti, subdoli e ingannevoli. Liberatene prima che ti faccia del male».
Il viso di Victoria si indurisce. «È la mia bambina. Mia figlia. È vivace e difficile da gestire, ma non è cattiva».
«E non sono qui per i tuoi consigli non richiesti. Sono qui per pagarti profumatamente per il tuo lavoro e per il tuo silenzio».
Gli occhi della strega diventano freddi e determinati mentre fissa la bambina. La piccola è di una bellezza straordinaria. I suoi lunghi capelli lucenti, di un biondo chiarissimo, le scendono lungo la schiena.
Le sue piccole orecchie leggermente a punta che spuntano tra i capelli rivelano che non è umana. Ha un viso molto delicato e bellissimo, con una pelle perfettamente bianca, un naso piccolo e dritto e labbra piene e rosse.
I suoi grandi occhi verde brillante, del colore delle foglie di una foresta e con lunghe ciglia dorate scure, osservano attentamente la stanza prima di tornare sulla strega.
«Quanti anni ha?» chiede la strega.
«Pensiamo che ne abbia otto. Ne aveva circa tre quando l'abbiamo presa».
«Va bene. Portala al centro della stanza e fatti indietro», dice la strega, muovendo la mascella mentre si muove lentamente per la stanza, tenendo il coltello vicino.
I suoi occhi spaventati non perdono mai di vista la bambina mentre si aggira per la piccola stanza disordinata piena di libri, barattoli con strane piante e cose in liquido, candele di varie dimensioni e colori, e altri piccoli oggetti.
Prende alcune cose dai diversi barattoli sugli scaffali e le mette in una ciotola: radice di inula, liquirizia, aconito, issopo e alcune altre strane sostanze.
La bambina osserva ogni suo movimento con diffidenza ma anche interesse. I suoi occhi si spalancano per la paura quando la donna prende una lunga catena di ferro.
«No, no, no! Mamma, ti prego aiutami. Ti prego mamma, no», piange improvvisamente la bambina, scuotendo la testa.
Cerca di scappare ma la strega è veloce a lanciare il ferro davanti a lei, pronunciando strane parole: «Trin lánce hin mánge, me pçándáv tute».
La catena di ferro si muove come un serpente, formando un cerchio intorno alla bambina.
«Káthe tu besá! Káthe tu besá! Ná ává kiyá mánge!»
«Mamma! Mamma! Aiutami!» Piange più disperatamente. «Mi farà male. Mi farà tanto male... Mamma, ti prego!»
«Falle dimenticare tutto. Falle dimenticare ogni cosa», dice Victoria sopra le suppliche e i pianti della bambina. «Rendila normale... rendila umana».
«Non è umana. Non posso renderla umana», dice fermamente la strega.
«Voglio la mia bambina perfetta», dice Victoria.
Il viso della strega mostra irritazione. «Vuoi che sia calma e obbediente? Sai che per natura non lo è».
La sua voce si abbassa e diventa minacciosa mentre continua: «E un giorno tornerà da dove è venuta. Verranno a prenderla».
Il viso di Victoria impallidisce e le lacrime le riempiono gli occhi. «Allora assicurati che non vada da nessuna parte».
La sua voce trema, poi si fa decisa. «Tienili lontani da lei. Assicurati che non possano raggiungerla», insiste.
La strega alza un sopracciglio. «Capisci che c'è un prezzo alto da pagare quando si altera l'ordine naturale delle cose, vero?»
«Non m'importa del prezzo! Fallo e basta. Ti pagherò di più, molto di più... se solo puoi farla rimanere, renderla umana. La mia bambina perfetta».
Non sono d'accordo, ma la strega annuisce comunque.
«Mamma! Prometto che sarò buona. Mamma! Fa male... ti prego!» supplica la bambina.
«Stai zitta ora... Va tutto bene, tesoro. Andrà tutto bene. Fidati di mamma. Shh...»















































