Accoppiati controvoglia - Copertina

Accoppiati controvoglia

M. L. Smith

Strega tra i lupi

Gli ululati si stavano avvicinando.

Kenzie, ancora davanti allo specchio, diventava sempre più pallida a ogni rintocco della campana di guerra che risuonava cupo nella casa e nella notte, portando con sé il peso delle imminenti minacce.

Non si era mai trovata coinvolta in un conflitto tra branchi, ma sapeva che quella sera tutto poteva cambiare. Si era sempre considerata più incline alla gentilezza che alla ferocia, e dubitava di possedere la forza d'animo necessaria.

Non era una lupa, ma una strega e, in quanto tale, non aveva idea di come affrontare una guerra, soprattutto contro i mutaforma.

Cosa avrebbe potuto fare contro uno di loro? Considerò l'idea di prendere in prestito una mazza da baseball da Thomas, il ragazzo che viveva in fondo al corridoio, anche se non era sicura che potesse servirle a qualcosa.

Aveva la sensazione che un lupo sarebbe stato in grado di spezzare il legno a metà con i denti se avesse provato a colpirlo.

Sapendo che tutti nella casa dovevano aver udito il richiamo alla battaglia, si precipitò fuori dal bagno e nel corridoio, aspettandosi di trovare una dozzina di lupi pronti ad agire.

Lanciò uno sguardo frenetico intorno, ma non vide nessuno. Nessuno dei membri del suo piano era uscito dalla propria stanza.

"Ehilà?" chiamò, sperando che qualcuno potesse sentirla.

Oh, cielo, e se fossero già tutti usciti? E se avessero avuto bisogno di lei, ma lei era troppo occupata a dormire e a farsi sbranare da un lupo immaginario, invece di aiutarli?

"Quaggiù, Kenz!" gridò Sam dal piano di sotto.

La voce era un po' attutita, ma Kenzie si lanciò verso le scale vicine, scivolando e rischiando di cadere rovinosamente nella fretta di raggiungere qualcuno.

I suoi calzini non erano certo adatti per correre sul pavimento di legno, specialmente per una come lei, sempre incline agli incidenti.

Tirò un sospiro di sollievo quando scorse la sua migliore amica ai piedi delle scale, con la sua figura alta e slanciata che si stagliava contro la finestra dell'ampio soggiorno.

Kenzie aveva sempre invidiato l'altezza e il fisico da modella di Sam, così diverso dal suo corpo minuto e formoso.

Per non parlare dei capelli. Una splendida tonalità di rosso, con onde corte e naturali che le conferivano un'aria sempre perfetta, come se fosse appena tornata dalla spiaggia.

I capelli di Kenzie, al contrario, erano così folti che era quasi impossibile acconciarli per più di qualche ora senza due bombolette di lacca e una preghiera alla dea.

"Sam, dove sono finiti tutti? Perché le campane stanno suonando?" Per favore, dimmi che è solo una nuova esercitazione di cui non sono stata informata.

Sam alzò lo sguardo verso il soffitto. "C'è la luna piena. La maggior parte del branco è andata nel bosco per la corsa lunare ore fa".

Fece una smorfia. "È il momento perfetto per un attacco, e molti di loro sono stati catturati".

Come per tanti altri branchi, il loro territorio si estendeva per un'ottantina di chilometri di foresta incontaminata, dove potevano correre liberamente e vivere la loro natura senza rischiare di imbattersi in esseri umani.

Non che avesse molta importanza, considerando la pacifica convivenza tra gli Altri e gli umani, ma per i branchi era comunque più sicuro muoversi all'interno dei propri confini.

La corsa lunare era considerata una cerimonia sacra mensile, ma Sam aveva rivelato a Kenzie che in realtà si trattava di una gigantesca orgia tra lupi.

Durante la luna piena, pareva che i lupi fossero preda di un'energia frenetica, un impulso disperato che li spingeva ad accoppiarsi, a riprodursi e tramandare la stirpe.

Si diceva che fosse più gestibile per i lupi già accoppiati, ma Kenzie era ben felice di non partecipare.

I lupi erano rinomati per essere amanti appassionati e, per quanto l'intera faccenda la intrigasse, sentiva che un mutaforma come amante l'avrebbe messa decisamente in difficoltà.

Strinse Sam in un rapido abbraccio, cercando la rassicurazione che sarebbe andato tutto bene, mentre le campane di guerra continuavano a suonare in sottofondo.

I lupi erano creature molto affettuose, abituate al contatto fisico, e Kenzie si era adattata facilmente a quel loro comportamento.

Si sentì subito più calma quando Sam la ricambiò, accarezzandole il collo prima che si separassero.

"Perché ci stanno attaccando?"

Sam si morse il labbro, evitando la domanda e strofinandole le braccia.

"Sam? Chi ci sta attaccando? Cosa abbiamo fatto per meritarlo?" Ti prego, non dire quello che temo.

Il Branco della Tempesta era composto da lupi gentili, e persino qualche mutaforma orso, ma non erano guerrieri.

Certo, l'alfa era forte e affidabile, ma non tutti i branchi prosperavano grazie alla forza bruta e alla potenza, e il Branco della Tempesta ne era un esempio.

Un attacco di qualsiasi tipo avrebbe probabilmente segnato la sua fine.

Kenzie non poté fare a meno di ricordare il suo sogno, sbiancando al solo pensiero. Il grande lupo nero che la stringeva tra le sue fauci mortali. Sicuramente non era... No.

NO.

Non potevano essere sotto attacco per colpa sua, giusto?

"Doug e Judy erano là fuori? Stanno bene?" Kenzie si torceva nervosamente le mani, aspettando che l'amica le dicesse qualcosa sui suoi genitori adottivi.

La presa di Sam sul suo braccio si strinse fino a farle male per poi lasciarla all'improvviso.

I suoi occhi si mossero frenetici in tutte le direzioni tranne che verso Kenzie, prima di afferrarle di nuovo il braccio e trascinarla delicatamente verso il retro della casa.

"Per ora stanno bene. Mi hanno mandata qui. Sai che sono la più veloce di tutti".

Con un respiro tremante, iniziò a guidare Kenzie verso l'uscita posteriore, aggirando i mobili pesanti nell'oscurità per impedirle di inciampare e cadere.

Sam si era sempre occupata di lei, fin dal primo giorno in cui si erano incontrate anni prima.

"Dobbiamo andarcene immediatamente. Non so chi ci abbia tradito, ma l'Alfa Furioso sa che ospitiamo una strega ed è venuto a prenderti, Kenz. Non è più sicuro qui, per nessuno di noi".

Kenzie si fermò di colpo, liberandosi dalla presa di Sam. Quindi il suo sogno era davvero una premonizione degli eventi imminenti.

L'Alfa Furioso? Per gli dei!

Il cuore le balzò in gola, il battito le rimbombava nel collo. Ma non era paura, quella che sentiva. Perché, nonostante tutto, percepiva una strana affinità con il lupo del suo sogno?

Avrebbe dovuto essere terrorizzata, e in parte lo era... ma solo per la sua famiglia, per il suo branco.

Non provava alcun timore per se stessa. Era assurdo, eppure non poteva fare a meno di ripensare a come la voce di lui le risuonasse nella mente, a come fosse rilassata sotto il suo corpo.

La visione stava forse cercando di dirle di non avere paura? Sembrava folle.

Lui stava letteralmente arrivando per catturarla... o peggio. Era perché aveva scoperto che era nata in una congrega di streghe oscure? Ma era solo una bambina!

Non era come loro e non lo sarebbe mai stata.

Nonostante la gravità del momento, fu attraversata da un'improvvisa scarica di eccitazione. Lo avrebbe incontrato quella sera stessa.

Cercò di reprimere quella sensazione assurda, concentrandosi invece sulla situazione.

"Se è già qui, è inutile scappare. Non sono una mutaforma, Sam! Non posso correre più veloce di qualcuno che può trasformarsi in un dannato lupo e inseguirmi a quattro zampe!"

Forse avrebbe dovuto darle uno schiaffo per farla ragionare.

Fuggire da un lupo folle? Sarebbe stato peggio che arrendersi e accettare il proprio destino. E con la luna piena? Il suo istinto lo avrebbe praticamente spinto a farla a pezzi se avesse tentato di scappare.

Kenzie si considerava una brava persona. O almeno lo sperava. Ma lui avrebbe avuto pietà? Di certo no, se si fosse messa a correre. Lo sapeva con certezza perché i lupi non rinunciavano mai a un inseguimento, andava contro la loro stessa natura.

Considerando che l'Alfa Furioso era noto per essere spietato, violento e arrogante, non c'era alcuna possibilità che una strega potesse sfuggirgli. Meno che mai Kenzie.

Ripensando alla sensazione delle zanne premute contro la sua gola e a quella voce sensuale che la chiamava, si sentì stranamente elettrizzata, cosa assurda vista la situazione.

C'era qualcosa di profondamente sbagliato in lei.

Sam ignorò del tutto le sue parole, afferrandole la felpa e tirandola di nuovo verso la porta sul retro.

Kenzie quasi perse l'equilibrio, con i piedi che scivolavano sul pavimento mentre cercava di stare al passo con il ritmo frenetico dell'amica.

"Gli altri stanno bene? Alfa Taylor? Beta Joseph?" Non sapeva cosa avrebbe fatto se la sua famiglia fosse stata ferita, solo per aver cercato di nasconderla da un pazzo criminale.

Sam sospirò rumorosamente, poi si voltò di scatto, afferrandola per le braccia mentre i loro sguardi si incrociavano.

"L'Alfa Furioso ha accettato di risparmiare il branco se ti consegni a lui senza resistenza. Vede il nostro tentativo di proteggerti come un atto di guerra e tradimento.

Il nostro alfa è convinto che ci ucciderà comunque, con o senza la tua resa. Ecco perché i tuoi genitori e Taylor vogliono che ti porti via subito. Non possiamo più aspettare".

"No!" esclamò Kenzie, ritraendosi mentre il panico la invadeva. Non poteva andarsene. Il Branco della Tempesta era la sua famiglia.

Vuoi restare per un altro motivo, ammettilo, sussurrò una vocina traditrice nella sua mente.

"Io... ho la magia. Posso difendermi". Grande, balbettare proprio nel momento in cui doveva mostrare la sua forza. Non che ne avesse molta, in realtà.

Ma amava la sua famiglia e avrebbe fatto qualsiasi cosa per loro, persino arrendersi a Kieran Gallagher, il famigerato assassino di streghe.

L'idea non la terrorizzava come avrebbe dovuto, il che era assurdo e, francamente, un po' folle. Forse il sogno le aveva davvero confuso la testa?

Sam alzò gli occhi al cielo, sollevando Kenzie con facilità e caricandola sulla spalla. Ignorò i pugni che le colpivano la schiena, raggiunse la porta e la spalancò.

"Sappiamo entrambe che sei una strega della luce, e per di più senza alcun vero potere, Kenz". Lei si irritò per quell'affermazione, anche se era vera.

"Che pensi di fare, esattamente? Offrirti di guarire il suo cuore maledetto? Magari preparargli una pozione miracolosa?"

Sbuffando leggermente, Sam iniziò a correre nella foresta, senza tradire il minimo sforzo. Kenzie, sballottata sulla sua spalla, osservava il terreno scorrere sotto di lei. Ogni passo deciso di Sam le faceva sobbalzare il corpo e protestare lo stomaco.

Si diceva che alcune streghe della luce fossero molto potenti. Forse un giorno anche lei lo sarebbe stata. Sefosse sopravvissuta abbastanza a lungo da imparare a usare la sua magia.

A volte la sentiva contorcersi dentro di lei, pronta a emergere. Ma non aveva idea di come accedervi, il che la rendeva praticamente una strega impotente.

"Sai che è un'idea stupida. Mettimi giù, Sam. Ti prego! E se li uccidesse tutti? Non vale la pena... io non ne valgo la pena!"

"Per noi vali tutto. Non permetteremo che quel lupo pazzo ti faccia del male. Che razza di famiglia saremmo se ti abbandonassimo per salvare noi stessi?"

Il cuore di Kenzie sembrò fermarsi per un istante prima di riprendere a battere furiosamente, spingendola ad agire.

Se l'Alfa Furioso aveva giurato di risparmiare tutti in cambio della sua resa, lei doveva almeno cercare di salvarli.

Il branco le aveva salvato la vita quasi vent'anni prima, e ora aveva la possibilità di restituire il favore.

Avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggerli. Non aveva scelta.

"Che razza di famiglia sarei io se vi lasciassi morire per me?"

Sapeva che avrebbe dovuto riflettere meglio sul suo piano improvvisato, ma il tempo stringeva. Se si fosse soffermata troppo a pensare, avrebbe finito per tirarsi indietro e fuggire.

Chiuse gli occhi e inspirò profondamente, cercando di concentrarsi, di focalizzare la mente, nonostante i sobbalzi contro la schiena di Sam.

Una volta, da ragazzina, un membro del branco la tormentava incessantemente, e lei, senza volerlo, lo aveva colpito con una sfera luminosa di pura energia, facendolo cadere a terra privo di sensi.

Era una delle poche magie che fosse mai riuscita a compiere. Sebbene il suo potere fosse instabile e limitato, aveva scoperto di poter evocare quell'energia se si fosse impegnata con tutte le sue forze. O quando si sentiva minacciata.

Lottando con l'idea di usare la sua magia contro Sam, sapeva di doversi liberare e trovare Kieran Gallagher, anche a costo di sacrificarsi per salvare il branco.

Non poteva semplicemente sfuggire al proprio destino e lasciare che gli altri soffrissero a causa sua.

E se, anche consegnandosi, lui li avesse uccisi tutti comunque?

No, non poteva permettersi di pensarla così.

Con le lacrime che le bruciavano gli occhi, sentì il potere della natura riversarsi in lei, riempiendole lentamente il palmo, fino a formare una splendida sfera di energia verde.

Sperava che il bagliore non fosse troppo evidente mentre la palla si ingrandiva nella sua mano, finché non fu pronta.

Sam non avrebbe sofferto, ma sarebbe comunque svenuta. Kenzie si sentiva in colpa al pensiero di lasciare la sua migliore amica priva di sensi, soprattutto con i nemici nel loro territorio.

"Mi dispiace tanto, Sam", sussurrò con un filo di voce. "Ti voglio bene". Con queste parole, le scagliò la sfera di luce contro la schiena. Entrambe precipitarono a terra mentre Sam lasciava improvvisamente la presa e Kenzie finiva a faccia in giù.

Si affrettò a voltare Sam, ispezionando ansiosamente il suo corpo immobile.

Il respiro era regolare e tranquillo, e il costante alzarsi e abbassarsi del petto alleviò la preoccupazione che l'aveva assalita per un attimo.

Sam stava bene.

Lei, invece, era quasi certa che il suo destino sarebbe stato molto diverso.

"Tra dieci minuti ti sveglierai e mi maledirai, ma dovrebbero bastarmi per arrivare dove devo".

Si alzò e cominciò a correre nella direzione opposta, seguendo il cuore che le diceva che quella era la strada giusta.

Era come se gli alberi si protendessero verso di lei per rassicurarla, mentre sfrecciava nel bosco, lasciando che l'istinto la guidasse verso la sua destinazione.

Verso di lui.

L'Alfa Furioso.

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