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Il figlio segreto del capo

Capitolo 2

CASSANDRA

Due mesi dopo, Cassandra è in ritardo al lavoro e prega di non essere licenziata.

Quando si era recata al colloquio alla Rodriguez International quel venerdì mattina, quello che ora è il suo attuale capo, Scott Smith, è stato molto cordiale e disponibile, quindi non è di lui che si preoccupa. La gente dice però che il grande capo, quello che possiede l'intero edificio e che ha una suite executive qualche piano più in alto, è rigido, formidabile e spietato.

Il grande capo era via per lavoro, quindi Cassandra non l'ha ancora incontrato, ma da come le donne parlano di lui, è chiaro che si tratta di un playboy. È un bene che lei stia lontana da queste tipologie di uomini. Non che abbia molta importanza, visto che preferiscono le donne alte e snelle come Gwen, non quelle basse e formose come lei…

Stamattina Alex era molto nervoso e quando l'ha lasciato all'asilo nido, a pochi isolati da casa sua, ha pianto così forte da spezzarle il cuore. L'ha tenuto in braccio per qualche minuto in più prima di andare alla stazione della metropolitana, ma poi, mentre andava al lavoro, il treno è rimasto bloccato per problemi tecnici.

Quando finalmente raggiunge l'alto edificio di vetro in cui lavora, Cassandra si affretta a passare davanti alla receptionist del piano inferiore e a dirigersi verso l'ascensore. Lo squillo ~dell'ascensore le dice che è arrivata al suo piano e, a quel punto, s'incammina a passo veloce verso la sua scrivania. Durante il tragitto si imbatte in Emily, l'assistente personale del signor Smith.

"Sei in ritardo", le sussurra Emily.

"Lo so, sono stata trattenuta. Spero che nessuno se ne sia accorto".

Cassandra si liscia i lati della sua gonna, nera e semplice, pensando che abbia visto giorni migliori.

"Il signor Smith non è ancora arrivato, ma il grande capo sì, e non è stato molto contento di trovare la tua scrivania vuota".

Oh, merda! ~Verrà licenziata di sicuro. "Dov'è?"

"Se n'è appena andato. A dopo". Emily si dirige rapidamente verso la propria scrivania.

Il loro piano è piuttosto impressionante, con vetrate a tutta altezza e piastrelle in marmo nero sul pavimento. L'ufficio deve essere costato una fortuna, ma Cassandra lo adora. Dopotutto, non capita spesso di guardare un pavimento e vedere la propria faccia.

Gli addetti alle pulizie stanno facendo un lavoro fantastico per mantenere questo posto immacolato.~

Ma per il resto della mattinata, Cassandra pensa che sia solo una questione di tempo prima che il grande capo la chiami e le dica che è finita. La giornata comunque è lenta e tranquilla. I clienti vanno e vengono e, dopo aver finto di smistare la posta, sente il signor Smith chiamarla nel suo ufficio.

"Signorina Miller, può venire un attimo, per favore?"

"Sì, signore". Cassandra rimette il telefono sul ricevitore, si alza e si avvia verso il corridoio.

Quando bussa alla sua porta, il signor Smith le dice "avanti", così lei gira nervosamente la maniglia ed entra.

"Si sieda, signorina Miller", le dice il signor Smith, "sarò da lei tra un attimo".

Cassandra si accomoda e aspetta.

Sulla scrivania di vetro del signor Smith ci sono due fotografie, una della sua bella moglie e un'altra dei suoi due figli. Vicino alla finestra c'è un divano con davanti un tavolino e, nell'angolo opposto, c'è una macchina del caffè. Sulla parete alle sue spalle sono appese alcune foto di opere d'arte di vari artisti.

Cassandra si intreccia nervosamente le dita in grembo. Il signor Smith ha circa trent'anni e sembra che in questo momento stia aspettando il momento giusto per dirle qualcosa. La suspense la sta uccidendo.

Oh Signore, non farmi licenziare. Ho bisogno di questo lavoro, soprattutto da quando Gwen si è trasferita il mese scorso.~

"Stamattina non era alla sua scrivania".

"Mi dispiace, signor Smith. Oggi il treno ci ha messo un po' più del solito".

"Prende un treno? Non ha mezzi di trasporto migliori?"

Il treno è economico e lei deve risparmiare il più possibile. "È quello che posso permettermi al momento".

"Il signor Rodriguez non è stato contento di vedere la reception vuota. Mi ha chiesto di licenziarla, ma io mi sono rifiutato. In questi due mesi che è stata qui, ha fatto un ottimo lavoro e non voglio mandarla via. Sono soddisfatto di lei, spero solo che non succeda più".

Con il signor Rodriguez evidentemente non si scherza. D'ora in poi Cassandra dovrà stare sempre all'erta: questa volta il signor Smith le ha parato il culo, ma la prossima volta non sarà così fortunata. "Lo prometto, signore. Non succederà più".

"È tutto, signorina Miller. Può andare".

Cassandra si alza, ma quando è sulla porta il signor Smith la richiama. "Ho saputo che c'è della posta per il signor Rodriguez".

Ha visto anche lei alcune lettere indirizzate a lui. Di solito si occupa Emily di portarle al grande capo, ma mentre si recava nell'ufficio del signor Smith, Cassandra non l'ha vista.

"Sì, signore".

Il signor Smith tiene in mano un fascicolo. "Può portare questi documenti nel suo ufficio, insieme alla posta, per favore? Ho mandato Emily a fare una commissione e il signor Rodriguez li sta aspettando".

Fantastico. Adesso Cassandra sta per incontrare il lupo cattivo, l'uomo che voleva licenziarla.

Prende il fascicolo dalla mano del signor Smith, lascia il suo ufficio e torna alla sua scrivania, dove raccoglie tutta la posta indirizzata al signor Rodriguez. Pensa che forse avrebbe dovuto mandarci qualcun altro, ma preme comunque il pulsante dell'ascensore.

Quando l'ascensore la porta all'ultimo piano, il cuore le batte freneticamente nel petto.

EMILIANO

Emiliano Rodriguez è in piedi e guarda fuori dalla finestra del suo ufficio. Non ha passato una bella settimana: sua madre ha appena avuto un infarto. Adesso sta bene e sta riposando a casa, in compagnia dell'infermiera privata che ha assunto per lei, ma gli ha fatto comunque prendere un bello spavento.

E le parole di lei continuano a perseguitarlo. Non sto ringiovanendo, Emiliano. Voglio avere dei nipoti e vedere mio figlio sposarsi... È troppo da chiedere, per una madre?

Emiliano si passa una mano tra i capelli neri. Non è il tipo da sposarsi e avere figli: ama il suo stile di vita da playboy. Nessun impegno, nessun vincolo. Dopotutto, sa che le donne vanno a letto con lui solo per i suoi soldi e per il piacere che sa dare loro. Non sono diverse da quelle che vengono pagate per andare con gli uomini.

Emiliano ama avere donne nel suo letto e accetta ciò che gli offrono, ma non si fida di niente e di nessuno. Ha imparato fin da piccolo che in questo mondo bisogna cavarsela da soli.

E chiunque lo conosca sa che non si deve scherzare con lui: la sua reputazione lo precede.

È appena tornato da un viaggio di lavoro in Italia ed è esausto. Ha bisogno di riposo, ma sa che non potrà permetterselo, soprattutto perché sta ancora ~aspettando il dossier finanziario che Scott avrebbe dovuto fargli recapitare dalla sua assistente.

Odia le persone che non sono puntuali. E se fosse stato un cliente che aveva bisogno di informazioni sulla banca e sulle sue offerte? Questo ritardo è davvero poco professionale e non è così che gli piace gestire i suoi affari.

Emiliano si avvicina alla scrivania e chiama Scott. "Dov'è il fascicolo che ti ho chiesto?"

"Ho mandato la signorina Miller. Pensavo che te l'avesse già dato".

"Chi è?"

"La receptionist. Emily è andata a fare una commissione".

Non c'è da stupirsi,pensa Emiliano. Deve aver paura che lui la licenzi e per questo non si è ancora presentata. Ancora non capisce perché Scott si sia opposto al suo ordine di cacciarla.

Emiliano vede che ha un'altra chiamata. "Ti richiamo io", mormora. Sull'altra linea, dice: "Sì, Nicole?" alla sua segretaria.

"C'è qui la signorina Miller, signore. Ha detto che l'ha mandata il signor Smith".

"Falla passare". Mette giù il telefono e si alza.

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