Il ripiego - Copertina

Il ripiego

Roanna Hinks

Capitolo 4

DEACON

L'avevo guardata ballare per qualche canzone e alla fine avevo lasciato la zona VIP per avvicinarmi alla pista da ballo. Dovevo raggiungerla, mettere le mie mani su di lei.

La tirai a me e, quando cominciò a far ondeggiare il sedere a ritmo di musica, persi la testa. Il mio cazzo era così duro che mi faceva male. Se non si fosse fermata, sarei venuto nei pantaloni.

Max si stava strusciando sull'amica della mia nuova fiamma. D'un tratto, si mise in collegamento mentale con me. "Credo che quella coi capelli rossi sia la mia compagna. Il mio lupo sta cercando di avventarsi su di lei".

La musica cambiò e la splendida donna che mi stava facendo impazzire si allontanò tra la folla. Si guardò alle spalle, scuotendo i capelli, e io intravidi il suo sorriso.

Avrei voluto seguirla, ma sapevo di dover prima trovare Lucian per assicurarmi che stesse bene. Lo vidi in un angolo con una gamba di donna avvolta intorno alla vita.

"Amico", gridai attraverso il collegamento mentale. ~"Non in pubblico, stai dando spettacolo".~

"Non mi interessa", ringhiò lui. ~"Sono arrapato"~.

Chiusi ogni canale di comunicazione con lui e Max e riportai l'attenzione sulla donna dei miei desideri, giusto in tempo per vedere il beta che ballava con la sua amica.

Gli uomini presenti nel locale tenevano tutti d'occhio la mia donna. Mi diressi verso di lei con il cuore a mille e venni inebriato dal suo profumo.

"Compagna", ululò Halo.

Mi fermai.

Era la mia compagna.

Perché non l'avevo capito dal primo momento in cui l'avevo vista? L'olezzo di sudore che proveniva dal locale si era preso gioco dei miei sensi.

"Vai da lei. Nessun altro uomo deve avvicinarsi".

Muoveva i fianchi a tempo di musica con gli occhi chiusi. Un tizio l'approcciò e fece per toccarla.

Al diavolo, amico.

Lei era mia.

Con lunghe falcate, mi misi in mezzo e lo urtai. Per un attimo pensai che mi avrebbe affrontato. In un certo senso era quello che volevo. I miei sensi erano in fiamme e tutto sembrava più grande, più luminoso.

Invece alzò le mani in segno di resa e si allontanò. Io emisi un ringhio e la tirai di nuovo a me. Le mie mani si adattavano perfettamente ai suoi fianchi e venni pervaso da un formicolio di piacere.

Accidenti, ero duro.

I nostri corpi si mossero insieme, poi lei alzò le braccia e iniziò a ruotare il sedere in lenti cerchi contro la mia erezione. Le mie dita le risalirono l'orlo della gonna per sfiorarle la pelle delle cosce.

La canzone stava finendo, così la avvicinai a me.

Avevo bisogno di lei.

La mia compagna si girò e mi guardò e, quando vidi i suoi vivaci occhi marroni allargarsi per lo stupore, il mio petto ebbe un forte sussulto. Era stupefacente.

Sorrisi mentre la stringevo a me, premendo la bocca nell'incavo del suo collo.

"Perfetta", borbottai mentre le mie labbra le sfioravano la pelle, facendola rabbrividire.

Profumava di fragole. Mi allontanai e i nostri occhi si incrociarono. Halo si avvicinò per guardarla.

"È bellissima e tutta nostra".

I nostri corpi si strinsero ancora e lei continuò a ballare, ma nient'altro. Non sentivo alcun legame, né riuscivo a percepire la sua lupa. Niente di niente.

Mi rivolse un sorriso incuriosito e si allontanò abbastanza da potersi girare per premere di nuovo il suo corpo su di me. Mi prese le mani e se le mise sui fianchi. Ero ancora eccitato, ma a quel punto la mia mente prese a vorticare.

Potevo aver commesso un errore? Quella non era la mia compagna?

"Compirà ventun anni tra due settimane. La sua amica dice che oggi le hanno spezzato il cuore. È qui per lasciarsi andare e trovare qualcuno con cui divertirsi e dimenticare l'altro". Mi informò Max tramite il collegamento mentale.

Sentii un ringhio rimbombarmi dentro mentre lei si muoveva a ritmo di una nuova canzone. Toccarla mi stava facendo perdere la testa. Il pensiero di lei con qualcun altro, qualcuno che le aveva fatto del male, mi provocava rabbia.

"Sai che non puoi dirglielo finché non avrà l'età giusta. Sto cercando di saperne di più per te". Max chiuse la comunicazione.

Gemetti nei capelli della mia donna mentre lei muoveva sinuosamente i fianchi e mi faceva investire da un'altra ondata di eccitazione. La mia solita fortuna… Avevo incontrato la mia compagna, ma non era ancora arrivato il nostro momento.

Dovevo aspettare che compisse ventun anni. La legge impediva a chiunque di fare proprio un compagno o una compagna troppo giovane. Era stata emanata dopo che un alfa aveva maltrattato la sua compagna minorenne.

Era una legge più che giusta, ma per me era una vera e propria tortura.

La mia compagna fece per allontanarsi, ma io la tirai di nuovo a me. "Vieni con me", le dissi all'orecchio. "Voglio conoscerti meglio".

Dovevo farlo. Magari non potevo dirle quello che sapevo e lei avrebbe dovuto aspettare un altro paio di settimane, ma eravamo compagni e niente si sarebbe messo tra noi.

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