Lorelai e i suoi alfa sono alle prese con il tentativo di salvare il regno dai vampiri. La loro famiglia e le loro abilità sono a rischio e, non avendo più nessuno di cui fidarsi, possono contare solo su di loro per uscire vivi da questa guerra.
Ma ora hanno qualcosa in più da perdere: gli eredi del loro branco. Sono più potenti di quanto nessuno sia mai stato e sono un facile bersaglio. Riusciranno Lorelai e i suoi alfa a mantenere in vita il branco, il loro legame di accoppiamento e i loro eredi, o i vampiri sono una minaccia troppo forte persino per loro?
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Libro 3: Marchiata dagli alfa
LORELAI
La bocca di Derik catturò la mia, i suoi respiri si mescolavano ai miei mentre lo scopavo, sbattendo i fianchi contro i suoi. I cuscini erano sparsi sul fondo della tenda e le coperte di pelliccia spiegazzate di lato mentre prendevo ciò di cui avevo bisogno.
In quel caos, cercavo un momento di pace per potermi concentrare sulla giornata. Senza il tocco dei miei alfa ero un disastro e non potevo permettermelo. Non quando ero a caccia.
Derik afferrò la mia treccia mezza sciolta, baciandomi lungo il collo, mentre incontrava i miei fianchi a ogni spinta. Il piacere mi riscaldava, come un fuoco che scioglieva lo stress che sapevo essere in agguato, ma di cui dovevo essere più forte.
Erano passati quattro giorni e non avevamo ancora raggiunto Adrenna. Eravamo sulle sue tracce – la stavamo inseguendo, per impedirle di arrivare a Silas prima di noi – ma questo mi stava logorando dentro.
La mia anima urlava per Zale, trovando un po' di conforto solo nei pochi momenti che mi concedevo tra le braccia dei miei alfa e quando Enzi era con me. La piccola era inquieta, piangeva, e io sentivo il suo bisogno come se fosse mio. Le sue ombre fuoriuscivano continuamente, alla ricerca del fratello.
Mi stava distruggendo, ma proprio per questo dovevo lasciare che i miei alfa mi rimettessero in sesto. La loro pelle sulla mia, i loro respiri mescolati ai miei, i loro corpi mi offrivano una tregua necessaria per poter fare ciò che dovevo.
Uccidere Adrenna.
Mi muovevo più velocemente su Derik, alla disperata ricerca dell'orgasmo, per trovare quel sollievo mentale necessario per tornare al lavoro. Non avevo tempo per l'intimità che sapevo desideravano e fino a quel momento erano stati comprensivi, non avendo altra scelta.
Derik si appoggiò ai cuscini, i suoi fianchi si scontravano con i miei mentre le sue mani mi afferravano la vita, seppellendosi ancora di più dentro di me. Era esattamente ciò di cui avevo bisogno. Emisi un verso strozzato mentre il piacere si accumulava dentro di me e traboccava in superficie.
"Sì", ansimai con il fiatone, cavalcandolo con forza finché non imprecò e non fu umido di sudore quanto me. L'orgasmo mi tolse il respiro, il piacere mi fece tremare contro di lui e affondare le unghie nel suo petto.
Gemette, svuotandosi dentro di me mentre la mia figa lo stringeva forte prima di crollare su di lui. Mi scostò i capelli dal viso, baciandomi la testa e riprendendo fiato. Io non mi concessi quel lusso; scesi dalla sua vita e mi allontanai per rivestirmi.
Derik si mise a sedere, passandosi una mano tra i corti capelli castano scuro che si erano leggermente allungati. Si arricciavano un po' sulla sommità, con le ciocche davanti che gli ricadevano sulla fronte.
"C'è Brax con Enzi e Kai sta organizzando le squadre di caccia per stamattina, bellezza. Abbiamo ancora un paio di minuti". Ci provava, come tutti loro, ma io dovevo andare là fuori, a cercare Zale.
Lo percepivo, insieme alle sue ombre; erano connesse a sua sorella, con la quale potevo entrare in contatto. Dovevo assicurarmi che quella mattina stesse bene. Non provava dolore, era tranquillo, ma sentiva la mia mancanza tanto quanto io sentivo la sua.
Non potevo permettermi di riposare o concedermi il tempo di riprendere fiato. I brevi istanti dopo essermi abbandonata ai miei alfa erano gli unici in cui la mia mente era abbastanza lucida da funzionare.
"Non ne abbiamo bisogno. Vestiti. Oggi tireremo fuori quella bestia dalla gabbia, anche se dovesse uccidermi", dichiarai, infilandomi i pantaloni di pelle e allacciandomi una camicia di mussola con un gilet sopra. Al diavolo corsetti e abiti, con grande disappunto di mia madre, ovviamente.
Indossai gli stivali e mi tirai indietro i capelli mentre Derik si avvicinava per baciarmi il collo. Sospirai. Le sue labbra su di me riuscivano sempre a calmare i miei pensieri caotici, che stavano portando tutti all'esasperazione.
"Tabby ci raggiungerà oggi, bellezza. Ha quello che ci serve per farcela; dopodiché, riavremo Zale, ok?"
Annuii, voltandomi verso di lui e dandogli un rapido bacio prima di uscire dalla nostra tenda. Era più grande delle altre, ma solo perché gli alfa erano incredibilmente grossi.
Da quando mi ero trasformata – anche se solo a metà – loro erano cresciuti. Non ero sicura se fosse dovuto al completamento dell'accoppiamento, al fatto che ero diventata più forte o a un'evoluzione naturale, ma in ogni caso, ora torreggiavano su chiunque.
Brax era ancora il più snello, ma anche lui si era irrobustito. Kai era un colosso, fottutamente enorme, e la sua forza terrorizzava tutti. Le sue spalle larghe e la sua altezza lo rendevano intimidatorio, persino per il suo stesso branco.
Derik era diventato alto quanto Kai, le sue braccia si erano ispessite e la vita assottigliata. Se non fosse stato che stavo letteralmente perdendo la testa, avrei approfittato del fatto che i miei alfa erano ridicolmente muscolosi e cresciuti, in ogni ~zona.~
Mi aggirai tra le capanne, lanciando occhiate di disapprovazione ai lupi che si godevano il loro pasto mattutino invece di rendersi utili. Entrai nella tenda principale, come se non avessi appena rubato anch'io qualche minuto per me stessa.
Brax era lì dentro, con Enzi stretta al petto, mentre esaminava la mappa del regno con Kai. Avevamo già tracciato il percorso di Adrenna attraverso la foresta, lungo la linea di confine.
Si era addentrata nel territorio dei vampiri e noi non eravamo lontani, ma questo ci costringeva a stare ancora più all'erta. Non che facesse molta differenza ormai: il confine era caduto e potevamo imbatterci nei vampiri in qualsiasi momento. Non avevo intenzione di aspettare che fossero loro a trovarci prima di rintracciare Zale.
"Quando partiamo?" chiesi, controllando il piano di caccia del giorno. Piccoli lupi di legno indicavano la nostra posizione, ma non erano state organizzate squadre pronte a muoversi verso la zona prevista.
Kai scosse la testa. "Non partiremo. Tabby sta venendo qui, quindi restiamo fermi", rispose con fermezza. La sua furia si trasmetteva costantemente al branco, tenendo Adrenna il più possibile alle strette.
L'avevamo intercettata un paio di volte, ma riusciva sempre a sfuggirci e ogni volta era esasperante.
"Così il branco potrà perlustrare l'area".
"No, piccola luna. Potremmo aver bisogno di tutto il branco per liberare la bestia e portarla in questo regno. Anche se perderemo tempo e Adrenna potrebbe guadagnare terreno, magari avvicinandosi a Silas, una volta che la bestia sarà sguinzagliata, tutto ciò non avrà più importanza".
Rimasi a bocca aperta. "E se riuscisse ad arrivare da Silas?" A quel punto la mia pazienza e la mia disponibilità a capire qualsiasi cosa che non fosse un'azione concreta erano ormai scomparse.
"Ci ha trascinati in una caccia di suo gradimento, quindi finché non la renderemo noiosa, immagino che continuerà a divertirsi. Non è una stupida, sputafuoco. Una volta consegnato il bambino, Silas potrebbe benissimo decidere che non gli serve più", intervenne Brax mentre Enzi cominciava ad agitarsi.
Mi avvicinai a lei, sorridendo dolcemente al suo viso perfetto prima di prenderla in braccio. La strinsi al petto e lei si girò subito verso di me, cercando il seno per la colazione. Sorrisi e slacciai il gilet per allattarla.
Mentre succhiava senza difficoltà, Derik entrò nella stanza, già lavato e vestito. Mi baciò la fronte prima di concentrarsi sulla mappa.
"Com'è la situazione in città? I vampiri hanno fatto qualche mossa?"
Kai scosse la testa. "Nessun avvistamento. Finora li hanno lasciati in pace. I lupi che coprono l'odore umano sembrano tenere a bada la loro sete di sangue. Galen e Cain gestiscono la situazione, mentre Pearl guida gli umani".
L'orgoglio crebbe nel mio petto al pensiero di quanta strada mia madre avesse fatto.
Immaginavo che un certo lupo mannaro avesse avuto un ruolo in tutto ciò, ma non potevo comunque fare a meno di sorridere. Lei si occupava di allenare e mantenere addestrati gli umani. Stavano imparando a combattere al fianco dei lupi anziché contro di loro e forse questo ci avrebbe dato una possibilità con i vampiri.
Magari non sarebbe bastato, ma dovevo aggrapparmi alla speranza, altrimenti non sarei sopravvissuta ai giorni nella neve, a caccia di una strega che aveva rapito mio figlio.
La magia pulsava dentro di me e io la placai. Anch'io avrei voluto scatenarmi, incendiare il mondo pur di trovarlo, ma non potevo permettermi di mettere a rischio Enzi, i miei alfa, il branco e mia madre. Erano la mia famiglia, quella che avevo sempre desiderato.
Dovevo assicurarmi che tutti uscissero vivi da quella situazione.
"Qualcuno ha parlato con Silas? Avete ricevuto sue notizie dopo la caduta del confine? Deve aver avuto un motivo per farlo". Il trattamento del silenzio che ci stava riservando non mi rassicurava affatto. Era come se stesse aspettando, preparandosi per qualcosa a cui non avevamo alcuna speranza di sopravvivere.
Oppure, stava usando l'attesa come una forma di gioco psicologico. Gli piacevano i giochetti mentali. Proprio come ad Adrenna piaceva prenderci in giro.
"No. È completamente silenzioso. Ha ignorato persino il richiamo delle streghe, secondo Tabby", sbottò Kai. I vampiri lo stavano mandando fuori di testa più degli altri, a causa del suo passato.
"Quando arriva Tabby?"
"Non l'ha specificato". Brax si accigliò, e la cosa cominciava a dare sui nervi anche a me.
Abbassai lo sguardo su Enzi mentre si nutriva, accarezzando il suo viso morbido e lasciando che le mie ombre penetrassero delicatamente dentro di lei per percepire come stessero lei e suo fratello.
Era al caldo e non era affamato, probabilmente grazie alla magia di Adrenna. O forse Enzi lo stava nutrendo attraverso di lei. Quel giorno, però, sentiva più intensamente il legame: il suo bisogno di me e degli alfa stava crescendo.
Il suo lupo era irrequieto, aveva bisogno del branco, e odiavo il fatto di non poter fare altro che tranquillizzarlo attraverso Enzi. Non era abbastanza, volevo abbracciarlo, confortarlo, sentirlo al mio petto, tra le mie braccia. Le lacrime mi pungevano gli occhi mentre la frustrazione mi consumava.
Mi ritrassi per non far pesare il mio stato d'animo su di lui e strinsi i denti. Brax, al mio fianco, mi baciò e mi asciugò una lacrima furtiva.
"Lo sento anch'io. Lo troveremo, lei non gli sta facendo del male. Hanno bisogno di lui vivo, e per ora dobbiamo esserne grati", mi rassicurò. Ma non era abbastanza.
Enzi si staccò e io mi ricomposi. La appoggiai sulla spalla per farle fare il ruttino prima di avvicinarmi al tavolo con la mappa.
Il nostro accampamento era situato nei pressi della scogliera che avevo visto nella mia visione, ai margini del villaggio di Acqua e al confine con il territorio dei vampiri.
Avevo perlustrato ogni angolo di quella scogliera, spingendomi in tutte le direzioni per cogliere un qualsiasi odore, ma la neve copriva ancora il terreno. Cancellava le orme di Adrenna, ed ero certa che stesse usando la magia per farci girare a vuoto.
Avevo cercato di contrastarla con la mia magia, ma gran parte di essa era già impiegata per mantenere i lupi docili con gli umani. Sospettavo che lei fosse consapevole delle mie limitate risorse e ne approfittasse, rendendo ogni giorno ancora più frustrante.
L'oscurità e il freddo persistenti dell'inverno complicavano la caccia, ma la nostra determinazione non vacillava. Così restavamo, ogni giorno inseguendo una nuova pista senza uscita lasciata da Adrenna, cercando e sperando di catturarla prima che raggiungesse Silas.
Non ne potevo più. Avevo bisogno di metterle le mani addosso, di sentire che non stavamo sprecando ogni dannato minuto. Ma al momento, sembrava proprio così.
"Nessun segno di vampiri dai lupi di pattuglia?" chiesi, pur sapendo che qualsiasi problema sarebbe stato immediatamente comunicato attraverso il collegamento mentale. Gli alfa rimasero in silenzio, consapevoli che non avevo bisogno di una risposta.
L'unica cosa di cui avevo bisogno era riavere mio figlio, ma sembrava essere costantemente irraggiungibile, a meno che non fossi andata direttamente alla fonte: Silas.
"No", sbottò bruscamente Kai, e io ringhiai al suo tono autoritario. Se volevo andare a uccidere quello stronzo finché potevo, allora lo avrei fatto, cazzo.
"Dice di no perché Silas è troppo forte per te, sputafuoco. Soprattutto con Adrenna. Dobbiamo fare un passo alla volta, o vinceranno loro", intervenne Brax. Le sue ombre si muovevano dentro di me per placare le mie, domandole dalla rabbia e dall'oscurità verso cui erano attratte.
Era sempre pericoloso provare così tanta collera, nutrendo le mie ombre con essa, invece che con altre emozioni più sicure. Era evidente, e io stavo cercando di resistere, ma non avevo mai provato un dolore come quello che si era radicato così fermamente nel mio petto.
Come un buco, che sanguinava costantemente dentro di me senza che nulla potesse fermarlo, tranne Zale tra le mie braccia. Solo allora avrei potuto riparare tutto ciò che avevo distrutto nel tentativo di trovarlo. Fino ad allora, non mi sarei fermata davanti a nulla.
"Allora cosa posso fare prima che Tabby arrivi? Perché se devo starmene seduta ad aspettare, finirò per impazzire".
"Fai un bel respiro. Una volta che la bestia sarà libera, andrà dritta verso Adrenna. Dobbiamo essere pronti a seguirla. La magia di Adrenna non funziona su di essa, le streghe se ne sono assicurate. Tuttavia, Tabby ha detto che non sarà facile tirarla fuori. La magia ha un prezzo, e dobbiamo essere pronti a pagarlo, tutti noi", spiegò Derik.
Annuii, determinata a fare ciò che era necessario. "D'accordo. Ha detto cosa dovremo fare?"
"Non ancora, ne parlerà quando arriverà".
"Ha spiegato il motivo?" sbuffai.
Stavo cercando di essere grata che fosse andata dalle streghe e avesse ottenuto le informazioni di cui avevamo bisogno, ma la pazienza e la gratitudine si stavano esaurendo. Erano già passati quattro giorni, quattro giorni di troppo.
"Purtroppo no", sospirò Derik. Strinsi la mascella per impedirmi di esplodere.
"È qui, la strega è arrivata", annunciò Tatum, sbirciando dentro la tenda. Inspirai a fondo, la tensione riempiva l'aria mentre aspettavamo che venisse accompagnata.
Tabitha entrò zoppicando poco dopo, sorridente e con un bastone in mano. Indossava uno scialle viola lavorato a maglia sopra la giacca, con il cappuccio a coprire i capelli grigi. Le sorrisi e mi avvicinai per abbracciarla.
Lei ricambiò il gesto, senza stringere troppo visto che Enzi era tra noi. Gli occhi di Tabby corsero subito su di lei.
"Oh, questo sarà un bel grattacapo. Il nostro piccolo segreto nato d'inverno, eh?" scherzò. Enzi la fissava, con gli occhi pieni di meraviglia.
"Al momento, è il nostro unico collegamento con Zale. Adrenna mi ha bloccato l'accesso alla sua mente, ma attraverso le ombre posso ancora percepirlo", spiegai.
Tabby annuì. "Come mi aspettavo. È sorprendente, però, che non lo abbia portato subito da Silas. Immagino che questo lo stia irritando parecchio ed è probabilmente l'unico motivo per cui non ha inviato i suoi vampiri in città. Sta aspettando il bambino".
Aveva senso, ma a essere sincera non mi importava il perché. Avevo solo bisogno di riavere mio figlio.
Kai si avvicinò e baciò Tabby sulla guancia, poi la condusse verso la poltrona nell'angolo della stanza. Lei lo allontanò e si appoggiò invece al suo bastone.
"Sto bene, tesoro". Gli sorrise raggiante, e lui annuì, rimanendole accanto. Mi fermai al tavolo di guerra. Brax si mise al mio fianco, proteggendo Enzi come se non fosse ancora convinto di lavorare con Tabby, mentre Derik era a capo del tavolo. "Abbiamo cercato ovunque, ma Adrenna ci sfugge ogni volta", iniziò, scuotendo la testa.
"E continuerà a farlo finché la magia sarà dentro di lei. Sembra che stia evitando sia voi che i vampiri. Muoversi lungo quel confine è il suo modo per eludere entrambi, ma temo che non abbia ancora deciso da che parte schierarsi. Silas non avrà più bisogno di lei una volta ottenuto il bambino, e non intendo indorare la pillola: lei ha sempre desiderato un figlio. Immagino che l'idea di tenere Zale per sé la stia trattenendo dall'andare da Silas". Tabby sospirò, con dolore e rammarico negli occhi.
Quindi Adrenna un tempo era davvero gentile. Solo una strega, che si era innamorata al di fuori degli schemi in cui era stata rinchiusa. Subire un destino così terribile per una colpa del genere era ingiusto, ma non potevo cambiarlo. Volevo solo liberare la bestia per poterla rintracciare e riavere mio figlio.
"Come facciamo a tirare fuori la bestia?" le chiesi, andando dritta al punto.
"Ci vorrà un bel po'. Questo mondo dell'ombra si è rotto quando Adrenna è uscita, ma la bestia... la bestia è intrappolata lì dentro. L'ha imprigionata in alcune grotte quando è stato pronunciato Fractum, e la montagna le è crollata addosso", spiegò, sospirando di nuovo. Sentivo l'esitazione nelle sue parole.
"Cosa implica questo per una missione di salvataggio?"
"Implica che le grotte sono instabili, ed entrarci potrebbe essere pericoloso".
"Userò la mia magia. Ne ho abbastanza per aprire la strada".
"No bambina, non c'è magia in quel mondo".
Oh, quello era un inconveniente.
"Aspetta, niente magia? Nessun lupo mannaro, nessun nato d'inverno?" Brax si accigliò e Tabby scosse la testa.
"Nessuna magia da lupo mannaro, né da strega, tranne che nella bestia. Ma le ombre, non posso dirlo. Vengono da quel regno, emergendo dal loro mondo solo quando il velo è abbastanza sottile in inverno, senza luna a fermarle. Se devo tirare a indovinare, credo che laggiù siano più forti, ma anche questa è solo un'ipotesi".
"Allora andremo io e Brax. Useremo le ombre, sgombereremo le grotte e libereremo la bestia. Una volta fatto, attraverseremo il portale, e voi dovrete essere pronti a seguirla quando andrà alla ricerca di Adrenna".
"Pensi che funzionerà?" chiese Kai a Tabby.
Lei inclinò la testa di lato, socchiudendo gli occhi mentre pensava, o parlava con qualsiasi parte di sé o delle streghe che l'aiutava a vedere ciò che noi non potevamo.
"Non è chiaro. Il regno dell'ombra è imprevedibile. Potrebbe diventare ostile per il potere che le vostre ombre vi riverseranno dentro, oppure potrebbe aiutarvi, riconoscendo le sue simili". Sospirò, rabbrividendo leggermente, poi si sedette sulla sedia dietro di lei.
La guardai accigliata e mi voltai verso Tatum, che era ancora all'ingresso della tenda.
"Puoi portare del tè a Tabby, per favore?" Lui annuì, uscendo immediatamente.
"È passato del tempo da quando ho lasciato la mia palude; purtroppo, questo rende le mie abilità un po' instabili".
"E le streghe sono d'accordo che tu ci dia una mano?"
"Non vogliono che Adrenna aiuti Silas con i suoi poteri. Sconvolgerebbe l'equilibrio, quindi devo 'consigliare, non aiutare'". Sottolineò le ultime parole alzando gli occhi al cielo. Sorrisi e lei sollevò le braccia.
"Posso tenerla?" chiese. Annuii e mi avvicinai a lei, abbassando Enzi sul suo grembo. La strinse a sé, poi inspirò profondamente e aggrottò la fronte.
"Lei è..." si interruppe, i suoi occhi diventarono torbidi mentre premeva le dita sulla fronte di Enzi. Brax ringhiò e scattò in avanti, ma lo fermai.
"No, voglio sapere".
Lui mi lanciò un'occhiata torva, il primo vero sguardo minaccioso che mi avesse mai rivolto.
"Togli la sua magia da nostra figlia, sputafuoco. Ho il controllo, ma non così tanto", sbottò, e sapevo che aveva ragione. Lo sentivo nel legame, sfrigolante e bruciante, mentre le sue ombre cominciavano a emergere.
"Tabitha, dobbiamo sapere cosa stai facendo", la esortai, inginocchiandomi accanto a lei, timorosa di toccarle per paura di ferirle. Enzi non sembrava spaventata o sofferente, e io non lo percepivo, ma Brax aveva ragione: dovevamo sapere, soprattutto dopo essere stati traditi.
"Sto esaminando la tua storia. C'è un filamento del suo DNA che suggerisce che la magia faccia già parte di lei. Non credo sia umana, ma sto cercando di capire se è dovuto alla magia di confine che era in te durante la gravidanza o se è qualcosa che le hai trasmesso tu. Se è così, allora la tua discendenza non ha origini umane", spiegò Tabitha prima che i suoi occhi tornassero normali e il suo respiro venisse rilasciato.
Scosse la testa e sospirò. "Mi è nascosto, sepolto troppo in profondità per poterlo tirare fuori. Decisamente singolare, comunque". Mi guardò con rinnovato interesse, e il mio cuore iniziò a battere più velocemente.
"Ok, una teoria assurda alla volta. Le grotte, Tabby. Possiamo parlare del mio passato più tardi, ora devo assicurarmi che Zale abbia un futuro".
Lei annuì. "Certo".
Tatum entrò con il tè e Tabby ne bevve un sorso con gratitudine prima di sospirare e appoggiarsi alla sedia.
"Dovete essere consapevoli delle conseguenze".
"Quali conseguenze?" chiese Derik, con un'espressione accigliata che sembrava fissa ogni volta che eravamo in quella tenda. Avrei voluto farla sparire, ma al momento non riuscivo nemmeno a guarire me stessa.
"Se Lorelai attraversa il portale, la sua magia sparirà. La riavrà una volta che sarà uscita, ma nel frattempo terrà il portale aperto".
"Quindi i lupi rimarranno senza magia di trasformazione", realizzò Derik, e Tabby annuì.
"E se si ferisce o perde i sensi, il portale si chiuderà intrappolandoli lì? Senza magia?" domandò Kai. Tabby annuì di nuovo.
Tutti tacquero davanti a quella verità, ma io scossi la testa, alzandomi in piedi.
"Non ho affrontato la gravidanza e il dolore del parto per arrendermi al primo sacrificio che devo fare come genitore. Ho giurato che avrei fatto qualsiasi cosa per riavere Zale, e manterrò quella promessa", dichiarai prima di rivolgermi a Tabby.
"Dove sono le grotte che dobbiamo raggiungere?"
Lei sorrise. "Sul lato della scogliera che si affaccia sull'acqua. È per questo che vi ho detto di accamparvi qui e aspettarmi". Feci un cenno affermativo, voltandomi per uscire dalla tenda.
Derik prese Enzi mentre Kai aiutava Tabby a uscire.
Ci fermammo davanti alla riva, l'oscurità della notte rendeva l'acqua più inquietante di quanto fosse in realtà. Brax la apprezzava più di me, ma sapevo nuotare, più o meno. Non ne avevo mai avuto bisogno, anche se ero abbastanza sicura di riuscire a rimanere a galla. Brax mi strinse la mano.
"Ti terrò io, sputafuoco", mi promise, e io annuii grata.
Tabby ci diede le ultime istruzioni, con la voce tremante per i brividi. "A est delle scogliere, appena sotto la superficie, c'è una caverna. Entrate lì dentro. In pochi secondi vi troverete in una rete di cunicoli. La bestia è intrappolata da qualche parte all'interno. Liberatela e tornate immediatamente al portale. È veloce e lo raggiungerà prima di voi. Una volta che l'avrà attraversato, la vostra magia si indebolirà significativamente. È molto probabile che il portale inizi a chiudersi".
Kai si tolse la giacca di pelliccia e gliela posò sulle spalle. Lei la strinse a sé e gli sorrise. Kai la ricambiò, poi si avvicinò a me. La paura cominciava a insinuarsi, pensando a tutte le cose che potevano andare storte, ma dovevo fidarmi delle mie capacità e credere nell'equilibrio.
"Vorrei poter venire con te, assicurarmi che torni da noi sana e salva", sussurrò Kai, stringendomi a sé e baciandomi intensamente.
"Tornerò", promisi, e lui annuì. Non poteva accompagnarci, la mia magia non era in grado di portarci tutti laggiù, e avevo bisogno che lui e Derik restassero a proteggere Enzi, il branco e gli umani.
"Sarà meglio per te, bellezza", disse Derik, avvicinandosi per sottrarmi a Kai. Baciai anche lui, le sue labbra morbide e rassicuranti, mentre mi avvolgeva tra le braccia. Kai salutò Brax, seguito subito da Derik.
Sebbene fossimo tutti nervosi, sentivo crescere l'eccitazione dentro di me. Finalmente stavamo per ottenere ciò di cui avevamo bisogno, smettendo di girare a vuoto. Era un passo concreto per riprendere Zale, e ne avevo un bisogno disperato. Mi aggrappai a questa speranza, lasciando che tutta la mia angoscia mi pervadesse mentre Tabby mi faceva cenno di aprire il portale. Non sapevo esattamente come fare, ma mi aveva assicurato che la mia magia ci sarebbe riuscita e io mi fidavo.
Sollevai la mano e una nebbia viola si estese dal mio corpo, formando un cerchio nell'aria scintillante di magia.
"Ricorda che questo è un mondo d'ombra e non possiamo prevedere cosa contenga. Non so che tipo di inferno le streghe abbiano riservato per Adrenna, ma sono certa che non sia piacevole. È stato concepito per rendere più facile alla bestia trovarla, quindi se hai l'impressione che un'ombra stia venendo a prenderti, probabilmente è così, e devi toglierti di mezzo", spiegò Tabby.
La guardai da sopra la spalla con ironia. "Qualche buona notizia prima di andare?"
"Sì. Il legame di accoppiamento rimarrà intatto, quindi sarete in grado di comunicare con questo lato", rispose, rassicurandomi un po'.
Emisi un sospiro e guardai Brax, che aveva un'espressione severa. Mi collegai mentalmente con i miei compagni. "Baciate Enzi per noi. Non posso dire addio anche a lei dopo Zale, tornerò presto. Tenetela al sicuro". Kai annuì mentre Derik baciava Enzi sulla fronte.
"Ci pensiamo noi a lei. Siate prudenti", mi tranquillizzò Derik, un istante prima che Brax e io attraversassimo il portale.