Galatea logo
Galatea logobyInkitt logo
Ottieni l'accesso Senza Limiti
Categorie
Accedi
  • Home
  • Categorie
  • Liste
  • Accedi
  • Ottieni l'accesso Senza Limiti
  • Assistenza
Galatea Logo
ListeAssistenza
Lupi mannari
Mafia
Miliardari
Storie d'amore con un bullo
Slow Burn
Da nemici a innamorati
Paranormale e fantasy
Piccante
Sport
Università
Seconde possibilità
Vedi tutte le categorie
Valutato 4,6 sull'App Store
Termini di servizioPrivacyMarchio editoriale
/images/icons/facebook.svg/images/icons/instagram.svg/images/icons/tiktok.svg
Cover image for Salva il mio cuore

Salva il mio cuore

Disegni e rossori

"You picked a dance with the devil and you lucked out".—Chase Atlantic. (Hai scelto di ballare con il diavolo e la tua fortuna è finita.)~

Canzone del capitolo: "Swim" di Chase Atlantic.

HARMONY

"Ha bevuto dalla tua cannuccia?" April si avvicina al petto un vestito nero, drappeggiato su una gruccia, e si mette davanti allo specchio, inclinando la testa di lato, in modo contemplativo.

Il vestito è estremamente succinto e non lascia nulla all'immaginazione.

Le maniche sono ricoperte di pizzo e la scollatura e la zona posteriore sono enormi. Basta una mossa sbagliata e il suo petto sarà esposto al mondo intero.

Sembra che stia andando da qualche parte e spero solennemente che non cerchi di trascinarmi con sé come ieri sera. Non ho voglia di incontrare altri bei ragazzi inquietanti.

È come se le mie parole fossero appena affondate quando lei si gira a guardarmi, con gli occhi spalancati dall'incredulità. "Ha bevuto dalla tua cannuccia?"

Annuisco. Benvenuta sulla Terra.

Sospirando, esasperata, si butta sul letto accanto a me, stendendo il vestito sulle ginocchia.

"Continuo ad avvertirlo di stare lontano da te, ma non mi ascolta". Scuote la testa in segno di frustrazione. "Blaze può essere piuttosto testardo".

Ricordo quanto facilmente io e lui abbiamo legato per il suo disegno e come il signor Jones mi abbia avvertito di tenere le distanze da lui. Mi sento molto combattuta, perché l'immagine che stanno dipingendo non è affatto quella che vedo io.

Mi strofino il braccio. "Ehm, non sembra così male..."

"Male?" Lei sospira, spostando il busto per guardarmi in faccia. "Okay, ascolta, Harmony. Non puoi prendere Blaze sul serio. Non è mai sincero con nessuno. Non è che non voglia esserlo... è solo che non riesce a esserlo nemmeno se lo vuole".

Non credo di aver capito l'ultima frase.

Le mie sopracciglia si aggrottano e incrocio i piedi sotto di me. "Cosa vuoi dire?"

All'improvviso, la porta della stanza si apre, interrompendo la nostra conversazione. Tia e Yuna entrano nello spazio, portando con sé un forte profumo di colonia femminile.

Entrambe indossano abiti corti, hanno i capelli ben pettinati e un trucco perfettamente applicato sulla pelle.

"Pronte?" Domanda Yuna e Tia mi guarda con un sorriso.

"Vieni anche tu, Harmony?"

"Venire dove?" Il mio sguardo si sposta tra lei e April, che si appoggia un palmo sulla fronte scuotendo la testa.

"Ho dimenticato di chiedertelo. Andiamo a una festa in fondo alla strada. Uno dei membri della confraternita sociale abita qui vicino. Vuoi venire?"

Scuoto la testa all'istante, senza bisogno di riflettere. "No, resterò qui, non fa per me".

Lei aggrotta le sopracciglia e mi fa un cenno di supplica. "Dai, sarà divertente".

"La prossima volta", prometto, per poi pentirmene subito.

Odio le feste. La gente fuma sempre in quel genere di incontri e questo non fa bene alla mia asma.

Inoltre, in questi eventi tendono ad aggirarsi degli inquietanti ragazzi ubriachi e io non voglio essere vittima di qualche aggressione durante una festa della confraternita. Non è il posto giusto per me e il solo pensiero mi fa prudere la pelle.

"Okay, allora sarà per la prossima volta!" Yuna sorride e io resisto all'impulso di dire: "Non ci conterei".

A volte i miei pensieri sono piuttosto esuberanti, ma i miei sentimenti impertinenti non sembrano mai uscire dalla mia bocca. Devo ancora trovare il coraggio di parlare schiettamente.

April si alza dal letto. "Non mi sono ancora cambiata, datemi un minuto, ragazze".

Si dirige verso il bagno con il vestito scelto, lasciandoci nella piccola stanza. Le ragazze mi rivolgono sorrisi imbarazzati e io ricambio con uno strano sorriso.

Non ho idea di cosa dire loro. Le ho conosciute solo ieri sera e non sono così loquaci come April, quindi mi limito a stringere le labbra e a far scorrere le manine lungo le cosce, mantenendo lo sguardo sulle lenzuola rosa. Che imbarazzo...

Il tempo in bagno di April non dura molto e presto esce, sollevandomi da questa situazione scomoda.

I miei occhi scrutano il suo abbigliamento e mi rendo conto che le mie supposizioni erano corrette. Non lascia assolutamente nulla all'immaginazione.

Se mia madre mi vedesse indossare una cosa del genere, mi spedirebbe in un istituto di suore dopo aver chiesto al pastore Dennis di spruzzarmi l'acqua santa addosso.

Le ragazze ricominciano a chiacchierare, soprattutto di cose di cui non ho idea. Finalmente sono pronte ad andarsene e mi sfugge un sospiro soddisfatto. Ho bisogno di stare un po' da sola.

April mi saluta e mi lancia la chiave della stanza nel caso decidessi di lasciare il dormitorio. Non succederà, ma la accetto lo stesso, nel caso in cui dovessi aver bisogno di cibo dal bar della hall.

Si chiudono la porta alle spalle, zittendo il loro chiacchiericcio, mentre la stanza torna a essere silenziosa. Le mie labbra si allargano in un ampio sorriso per la quiete che ora mi circonda. Adoro stare da sola.

Decidendo di fare una doccia, mi metto in ginocchio sul letto, trascinando verso di me il borsone. Mi mordo il labbro mentre apro la borsa, accolta allegramente dal profumo dell'ammorbidente Snuggle.

È un profumo simile a quello di un bambino fresco e sorrido quando il mio pensiero torna a mia madre. La domenica, di solito, lei fa il bucato per tutti, mentre io tiro fuori il cibo dal frigorifero finché non è ora di iniziare la cena.

Poi cuciniamo insieme, mangiamo e guardiamo un film su Netflix finché non ci sentiamo assonnati. Mi manca già.

Io e mia madre non siamo sempre state vicine. Ero una figlia di papà, ma dalla sua morte mi sono aggrappata di più a mia madre, per distrarmi dai ricordi agrodolci.

Siamo l'una la medicina dell'altra, perché passare del tempo con me le evita di diventare una vedova disperata.

Tiro fuori una grande maglietta gialla con un paio di pantaloncini bianchi prima di alzarmi e dirigermi verso il bagno.

Mi infilo sotto la doccia, con le dita dei piedi che si muovono all'incontro con il pavimento di ceramica fredda. La pelle d'oca mi si accende subito quando accendo il tubo arrugginito, le gocce fredde escono dai fori e mi scendono lungo la schiena.

Stringo i denti con forza mentre applico rapidamente il sapone sullo straccio. A Homewood non c'è modo di fare un bagno caldo, quindi questo sarà il mio destino per i prossimi quattro anni; tanto vale abituarsi.

Mi risciacquo prima di chiudere l'acqua e prendere un asciugamano dalla rastrelliera, uscendo sul tappeto peloso mentre mi asciugo.

Esco dal bagno con i capelli umidi, mi butto sul letto e passo le dita tra le ciocche annodate, prima di legarle sciattamente in un rapido chignon.

È in momenti come questi, quando sono sola e a mio agio, che posso esercitare il mio talento. Così, invece di rivedere gli appunti che ho preso oggi, decido di disegnare qualcosa.

Vedere il disegno di Blaze ha acceso la mia passione per questa abilità e, dato che dopo oggi le cose potrebbero diventare impegnative, con tutti i compiti che mi aspettano, perché non approfittare della notte per crogiolarmi nelle mie capacità creative?

Chiamatela l'ecatombe della libertà.

Estraggo il mio blocco da disegno dallo zaino, prima di prendere la matita 3b dall'astuccio. Appoggio il quaderno sul letto, tiro una delle ginocchia al petto e penso a cosa disegnare.

Quasi istantaneamente, un paio di occhi acquatici mi balenano nella mente e le mie guance si scaldano terribilmente, imbarazzate dai miei stessi pensieri.

Non è che abbia un qualche interesse per lui, è solo che i suoi occhi sono ammalianti e non ho mai visto nulla di simile. Non si tratta solo del colore che hanno, ma anche del modo in cui a volte tendono ad apparire vuoti.

Non sono in grado di definirlo con precisione, ma mi sembrano più strani di quelli di chiunque altro abbia mai visto.

Il motivo per cui ho voluto disegnare le sue iridi è del tutto innocente. Sono sicura.

La mia matita si posa sulla pagina e mi mordo il labbro, concentrata, mentre inizio a disegnare gli occhi del mio compagno di banco di inglese.

BLAZE

"Oh, merda!" Rido, mentre Cole sputa l'alcol sul tavolo duro, incapace di trattenerlo quando il liquido gli scorre nelle narici. Mi scosto dalla superficie di vomito mentre la brunetta sulle mie ginocchia scuote la testa disgustata.

"Mi arrendo, mi arrendo", dice, tra un respiro e l'altro, e le mie labbra si allargano in un sorriso.

"Lo vedo. I miei soldi?" Allungo la mano e lui sospira, scavando nei pantaloni con una faccia sofferente. James è in piedi accanto a me e ride a crepapelle, masticando una cannuccia.

Mi credereste se vi dicessi che odio stare qui, a questa festa, con tutta questa gente? Non riesco a individuare una sola persona in questa stanza che mi piaccia veramente.

James va bene, ma non riesco a sentire quell'amore fraterno che gli altri provano per i loro fratelli. Il mio cuore è vuoto e l'unica cosa a cui riesco a pensare in questo momento è che il posteriore di questa brunetta mi sta spremendo la vita.

"Figli di puttana, dovreste sapere che non si sfida il cazzo di Blaze Xander!" James lancia un grido di allarme a braccia aperte, guardando la sala di gente imbambolata.

"È il campione del gioco d'azzardo! Per favore, sappiatelo. Chi altro vuole sfidarlo? Chi?"

Io ridacchio. "Zitto, idiota..."

L'unico motivo per cui vengo a questi raduni è per fare soldi facili scommettendo con gli stupidi che hanno un sacco di soldi da sperperare. Facciamo questa cosa chiamata: "La sfida della birra".

Sì, è un nome troppo stupido; non sono io che l'ho inventato. Scommettiamo su chi riesce a bere più alcolici in un colpo solo senza vomitare. Cole ha appena perso contro di me e deve darmi duecento dollari.

Questo è l'unico motivo per cui sono qui con tutta questa gente irrilevante.

"Altri cinquanta, idiota". Stringo il palmo della mano e lui sospira, prima di infilare debolmente la mano in tasca e tirare fuori una banconota stropicciata.

Me lo porge e io sorrido mentre lo dispiego, sollevandolo in alto sotto le luci bianche del soggiorno per verificarne la validità.

"Grazie. È un piacere fare affari con lei", dico, e lui non riesce a trattenere il debole sorriso che si fa strada sulle sue labbra, mentre il suo amico lo accompagna sul divano.

È praticamente accovacciato e io lo guardo con finta compassione. Gesù, è solo alcol, non un'iniezione letale.

La folla si scioglie, perché il divertimento è finito e sento che il mio Blaze junior si sta addormentando. Questa ragazza deve alzarsi subito.

"Alzati. Buona notte", le dico e lei gira il viso.

"Davvero?"

Ho parlato cinese?

Mi si aggrottano le sopracciglia, mentre lei si sistema i capelli dietro l'orecchio in modo sensuale. "Pensavo che saremmo saliti in una delle stanze e..."

"Hai un preservativo?"

Il suo viso si arrossa. "No..."

"Esattamente. Non cercherai di mettermi nel sacco con un bambino. Ora, alzati, le mie gambe si stanno addormentando".

Si acciglia, scendendo dal mio grembo con una faccia delusa. Mi accorgo che è ancora in piedi accanto alla mia testa, con le braccia ben conserte, e io la ignoro, mentre infilo i soldi in tasca e guardo James.

"Dov'è mia cugina?"

"È quello che mi sto chiedendo". Lui tira fuori il cellulare, la luce blu gli illumina il viso mentre io mi alzo in piedi.

Vedo la ragazza dai capelli castani allontanarsi con la coda dell'occhio e sorrido divertito, mordendomi le labbra per trattenere una risatina.

Perché stava ancora lì?

La festa è rumorosa e affollata e, da quando il mio scopo è finito, comincio ad annoiarmi. Non ho visto mia cugina per tutta la sera e, a dire il vero, spero segretamente che porti con sé quella ragazza timida.

Sarebbe divertente.

"Buonasera, voi due imbecilli".

Una voce proviene da dietro di noi e giriamo la testa per vedere April in piedi con un palmo alla vita.

"Parli del diavolo e lei appare". Sorrido e lei alza gli occhi al cielo, avvicinando il suo corpo al mio per un abbraccio. Le do un bacio sulla testa e mi allontano, mentre James guarda famelico il suo abbigliamento.

Tia e Yuna sono in piedi accanto a lei, e Harmony...

Non è qui.

Mi appoggio al muro, premendo la testa contro la superficie. "Dov'è Maria Vergine?"

"Chi?" April si stiracchia e io ridacchio.

"Harmony, ovvio".

"È al dormitorio", risponde Tia.

"Blaze, per l'amor di Dio, lascia stare quella povera ragazza". Yuna alza le mani in modo drammatico e io le passo un braccio intorno, tirandola a me di lato.

"Sei gelosa? Possiamo tornare nella mia stanza, se vuoi".

Lei sibila e si scosta da me, storcendo il muso in segno di finto disgusto. "Non importa, il tuo fascino non funziona con me".

"April, tesoro mio. Sei davvero splendida stasera". James si lecca le labbra e mia cugina rabbrividisce quando distoglie lo sguardo da lui e lo rivolge a me.

"Comunque, Yuna ha ragione, Blaze. Lascia stare Harmony. Dovresti scegliere un altro primino da infastidire quest'anno".

"Vedi, April, non posso farlo, perché, quando ho gli occhi puntati su qualcosa, non riesco a fermarmi finché non ottengo quello che voglio". Mi volto e comincio a uscire dalla stanza e lei si acciglia, dietro di me.

"Dove stai andando, Blaze? Siamo appena arrivati!".

Alzo un dito, facendo cenno alla porta d'ingresso. "In bagno!"

No.

Vado a cercare la signorina Innocente. Credo che sia più interessante di una festa.

HARMONY

Poso la matita e i pastelli, soddisfatta di ciò che ho prodotto. È passato un po' di tempo dall'ultima volta che ho esercitato il mio talento, quindi mi stupisco che le mie capacità siano ancora le stesse.

Sorrido tra me e me mentre inclino la testa, fissando con orgoglio l'opera accurata.

Avevo intenzione di disegnare solo un paio di occhi azzurri, ma ora l'intera parte superiore del corpo di Blaze è su carta.

La mia memoria fotografica ha salvato la sua immagine così chiaramente nella mia testa che non ho resistito all'impulso di scolpire qualcosa di più dei suoi occhi.

La precisione della mia illustrazione è spaventosa e sento le farfalle che si addensano nella bocca del mio stomaco. Fisso gli occhi del disegno e le mie guance si infiammano di nuovo.

"Non lasciarlo avvicinare a te".
"Te ne pentirai".

Scuoto la testa. Disegnare una sua immagine non significa che io sia interessata a lui. Ne sono sicura.

Ora che ho dimostrato a me stessa che il mio talento è ancora presente, dovrei disfarmi di questo.

Lo prendo in mano e tengo le punte di ogni estremità per strapparlo a metà, ma un leggero bussare alla mia porta mi fa bloccare.

April è tornata così presto? Sono passati solo quarantacinque minuti. Forse la festa era molto più fiacca di quanto pensassi.

Rimando di strappare la pagina, mettendola sul letto, mentre mi alzo e mi dirigo verso la porta.

La apro e il mio corpo si irrigidisce immediatamente quando i miei occhi incontrano una coppia di oceani familiare. Questa volta non sulla carta, ma nella vita reale.

"Ciao, Harmony".

"Blaze?" La mia fronte si aggrotta per la confusione e sono quasi certa di sembrare fulminata in questo momento. Perché è qui?

Indossa una maglietta grigia con jeans neri strappati e, al posto dei suoi orecchini a cerchio d'argento, ne porta un paio d'oro. A giudicare dal suo aspetto, probabilmente era alla festa.

Il suo sguardo è divertito mentre lo osservo come una statua. Tiro fuori la voce dalla gola. "Ehm, April non è..."

"Non sono qui per April", interviene lui. "Posso entrare?"

Non aspetta una risposta e mi passa accanto, il suo profumo ipnotico incontra le mie narici. Non so se si tratti di un detergente per il corpo o di acqua di colonia; so solo che la fragranza è paradisiaca.

Chiudo con esitazione la porta dietro di lui, decidendo di non premere la serratura, nel caso in cui cercasse di farmi qualcosa.

Ho ricevuto molti avvertimenti su questo ragazzo. E se fosse uno stupratore? Non voglio scoprirlo.

"Perché sei qui?" Chiedo, mentre mi giro, abbassando i pantaloncini in modo che coprano meglio le cosce. Lui se ne accorge e sorride debolmente, voltandosi per ispezionare il comodino di legno.

"Stavo solo controllando come stavi", dice, mentre prende una fotografia incorniciata di mia madre e me. La fissa e io lo osservo con attenzione, giocherellando con le maniche della mia maglietta.

"Quanti anni avevi qui?" Lui mi guarda e io deglutisco con disagio.

Perché è nella mia stanza proprio adesso? È una sensazione inquietante e mentirei se dicessi che la sua presenza non mi spaventa.

"Quattordici".

Annuisce lentamente, tornando a guardare la foto, mentre inclina la testa con aria osservatrice. "Da allora sei diventata molto più bella".

Il mio viso sboccia come una rosa rossa e lui appoggia l'immagine, mentre continua a guardare nella stanza come un idraulico al lavoro.

Per favore, vattene subito!

Si dirige verso il letto a castello e vedo i suoi occhi socchiudersi mentre fissa intensamente qualcosa. Seguo il suo sguardo e un leggero sussulto mi sfugge quando afferra il disegno dal letto.

Oh, Dio, no!

"Questo è..."

Lo strappo velocemente, tirandolo dietro di me mentre mi allontano da lui. Un sorriso gli increspa le labbra rosse, mentre dirige il busto verso di me.

"Posso vedere?"

Lo stringo più forte dietro di me. "No..."

"Perché no? Sono la tua ispirazione, quindi ho il diritto di vedere come sono fatto a matita".

"Non sei tu". Mento e lui piega le braccia sul petto tonico, con i bicipiti che spuntano vistosi.

"Davvero?"

"Sì... è solo una persona a caso..."

Dio, perdonami per aver mentito. Pregherò per questo più tardi.

Lui alza le spalle e annuisce e io percepisco che sta lasciando perdere. "Okay, nessun problema..."

Si volta come per andarsene, ma si gira immediatamente, cogliendomi di sorpresa e afferrando l'album nella mia mano in un batter d'occhio.

I miei occhi si allargano e mi affretto a riprenderlo, ma lui si gira, ridendo a crepapelle mentre lo ispeziona velocemente.

"Wow". Sorride. "È bello. Sono ancora più affascinante nel disegno!"

"Ridammelo!" Protesto, tirando il suo braccio, ma lui si muove a malapena mentre i muscoli si flettono sotto la mia presa. Mi acciglio. "Blaze!" Mi alzo in punta di piedi, cercando di raggiungerlo, mentre lui lo tiene alto sopra la testa.

Lui sorride con il suo bel faccino, mentre io sono in grave imbarazzo.

Se non me lo restituisce, tanto vale che scriva una lettera d'addio.

Impulsivamente, faccio un grande salto, ma è l'approccio sbagliato, perché finisco per sbattere entrambi sul letto.

Cado su di lui e il mio busto si appoggia sul suo petto duro. Un piccolo sussulto mi lascia al contatto e lui mi fissa negli occhi, con un sorrisetto sulle labbra.

Lo stomaco mi si stringe per lo sguardo intenso che mi rivolge, i suoi denti scendono ad affondare nella carne del suo labbro inferiore arrossato.

Sbatto le palpebre nervosamente, cercando di allontanarmi quando lui preme un palmo della mano contro la mia schiena per tenermi in posizione. I miei occhi si allargano e il suo sorriso si estende ulteriormente.

"Non arrenderti così presto", sussurra. "Prova di nuovo... raggiungilo".

Tiene il disegno sopra la testa mentre guarda i miei occhi d'erba. Lo fisso per un po': i suoi occhi seducenti mi mandano in trance.

Ma mi tornano in mente quelli che ho disegnato stasera e che saranno per me la situazione più imbarazzante al mondo, se non riuscirò a recuperarli. Così allungo il braccio per prenderlo, accigliandomi quando il mio arto non è lungo come il suo.

Lui ridacchia leggermente per l'espressione di lotta sul mio volto. "Impegnati di più".

Spingo di nuovo il braccio, Il mio bisogno di recuperare il disegno fa passare in secondo piano il fatto che ora il mio viso è pericolosamente vicino al suo.

L'incavo del braccio comincia a pulsare mentre uso tutta la forza e lo sforzo che ho dentro e, proprio quando le mie dita stanno per sfiorare il foglio, lui allontana sottilmente la mano.

Aggrotto le sopracciglia e lui ridacchia. "Cosa c'è? Prova a prenderlo".

È ingiusto, ma non ho tempo per discutere di questo. Ho bisogno di riavere il disegno adesso, o potrei anche buttarmi da una scogliera.

Faccio un gesto per riprovare, ma mi fermo quando mi rendo conto che, dopo un altro movimento, le nostre labbra potrebbero scontrarsi. Ogni volta che allungo il braccio, ci avviciniamo.

I nostri volti sono a pochi centimetri di distanza e lui mi guarda con occhi incappucciati. Comincio a rendermi conto che questa è stata la sua intenzione per tutto il tempo.

Vuole che siamo così vicini, vuole che i nostri volti siano a meno di pochi centimetri di distanza.

Mi aggrappo al suo schema e getto la spugna, cercando di allontanarmi da lui, quando Blaze ci ribalta, in modo che io sia sdraiata sulla schiena mentre lui si libra su di me.

I miei occhi sono grandi come globi mentre lo guardo e lui ridacchia alla mia espressione stupita, mentre la luce del soffitto fa apparire i suoi denti più lattiginosi.

"Non preoccuparti. Non ci sto provando con te, occhi verdi".

Si allontana da me con un sorriso tenero e la prova del mio imbarazzo mi inonda il viso. Si sistema i vestiti, succhiandosi il labbro inferiore, e io mi metto lentamente a sedere, allontanandomi sottilmente di qualche centimetro da lui.

Allunga il disegno verso di me e io lo afferro rapidamente prima che possa decidere di ritirare la mano. Lui ridacchia e io abbasso lo sguardo, mortificata.

"Grazie", borbotto, piegandolo e infilandolo sotto il cuscino. Alzo lo sguardo e lo trovo a fissarmi e resisto all'impulso di contorcermi sotto il suo sguardo.

"Cosa c'è?"

Sorride. "Vuoi dirmi perché hai disegnato il mio volto?"

Mi muovo goffamente. "Ho già detto che non sei tu. Non sei l'unico con gli occhi azzurri".

"Sì, hai ragione, ma ho notato che hai disegnato anche la mia maglia". Fa un cenno al mio cuscino. "Quella maglia verde perfettamente abbozzata è quella che indossavo oggi a lezione". Sorride di nuovo.

"Non sei nemmeno l'unico ad avere quella maglia", cerco di difendermi e lui si appoggia sui palmi delle mani, ridacchiando leggermente.

"Okay, hai ragione. Hai vinto".

Sorrido dolcemente in segno di trionfo e un piccolo silenzio cade su di noi. Poi gira la testa per guardarmi di nuovo. "Anch'io sono colpevole, però. In un certo senso, ho disegnato anche io il tuo viso".

Lo guardo stupita. Davvero? Ho visto il suo disegno di Naruto ed è davvero bello. Sono curiosa di vedere come sarebbe il suo disegno di me.

"Davvero? Dov'è?"

Il suo sorriso si spegne lentamente in un'espressione intensa e il mio stomaco si ribalta. Quando non sorride, può sembrare un po' intimidatorio. Quasi malvagio.

"Nella mia mente", comincia, tenendo lo sguardo fisso sul mio. "Ho disegnato il tuo volto nella mia mente, Harmony".

Lo fisso, senza riuscire a trattenere la mia carnagione dal mostrare le mie emozioni. Ha disegnato il mio volto nella sua mente? Cosa... cosa significa...?

"E dovresti vedere che aspetto hai..." Il suo tono è basso, quasi impercettibile, come se stessimo condividendo un segreto. "L'immagine è così precisa... che, se la vedessi di persona... ti spaventerebbe".

Deglutisco a fatica, mentre l'atmosfera si addensa di tensione.

"Tutto è perfettamente formato. Gli occhi, il naso..." Il suo sguardo si abbassa sulla mia bocca e il mio respiro aumenta. "E quelle labbra rosa e sexy".

Il mio cuore batte all'impazzata e mi aggrappo al bordo del letto in preda all'ansia. La sua testa comincia lentamente a muoversi verso l'interno e io affondo le unghie nel materasso, con le spalle che si abbassano timidamente.

Che cosa sta facendo? Sta cercando di baciarmi? Non ho mai baciato nessuno prima d'ora e non mi sembra affatto giusto.

Eppure non riesco a muovermi, come se mi avesse in qualche modo paralizzato. Deve trattarsi di una qualche forma di stregoneria; perché mi sento così immobile?

Cerco di dire qualcosa, ma le mie labbra si schiudono mentre lui appoggia la fronte contro la mia, il suo respiro alla menta si mescola al mio. Mi sta facendo qualcosa e non so cosa sia.

All'improvviso, la porta della stanza si apre e io mi sottraggo al suo incantesimo, allontanandomi rapidamente da lui, mentre April arresta i suoi passi con occhi spalancati.

Il silenzio si diffonde nella stanza e io abbasso lo sguardo per l'imbarazzo. Blaze sorride, alzandosi dal letto e avvicinandosi alla sua figura congelata. "La festa è già finita?"

Lei stringe gli occhi, le pupille lo seguono mentre le passa accanto. "Davvero, Blaze? Dovresti proprio smetterla".

"Smettere cosa?" Lui ridacchia e lei alza gli occhi al cielo.

"Sei così dannatamente subdolo".

Ancora una volta, lui non nega. Si volta verso di me e mi fa un sottile occhiolino, così io abbasso lo sguardo, mentre lui si gira ed esce.

Non appena la porta si chiude alle sue spalle, April mi guarda come farebbe una madre delusa e io sprofondo nel mio posto.

"Harmony", esclama, gettando a terra con noncuranza la sua pochette. "Cosa ci faceva Blaze qui? Con te, da soli?"

"Lui..."

Perché era qui, di nuovo?

"Lui... non lo so". Sospiro e lei si spinge indietro i capelli per la stanchezza.

"Ci ha provato con te?"

Ricordo le parole sensuali che ha pronunciato e il modo in cui ha premuto la sua fronte sulla mia. Apro la bocca per rispondere, quando lei parla di nuovo.

"Harmony, Blaze è un seduttore. Non può farne a meno, okay? Flirterà con te e ti dirà cose dolcissime e poi, appena uscito da quella porta, le dirà ad altre dieci ragazze.

È mio cugino e gli voglio bene, ma tu sei forte e non voglio che diventi come qualcuno che conosco".

Qualcuno che conosce?

Vorrei chiedere chi, ma preferisco chiudere questa conversazione il prima possibile. Credo che la mia mente stia solo cercando di bloccare la brutta verità su Blaze.

"Okay, lo so", dico e lei sorride.

"Vado a farmi una doccia". Si dirige verso il bagno, chiudendosi la porta alle spalle.

Non ho idea di cosa sia appena successo. Harmony Skye non si sarebbe mai seduta e avrebbe permesso a un ragazzo, che conosceva solo da un giorno, di baciarla.

Dopo che ha detto tutte quelle parole con quel tono inquietante e argenteo, quasi come se stesse recitando un incantesimo, sono rimasta paralizzata, dal cervello in giù.

Probabilmente dovrei tenermi a distanza da lui; non credo affatto che sia un essere umano normale.

Prendo il disegno sotto il cuscino e decido di strapparlo a metà. Lo fisso per un po' e, invece di fare quello che avevo intenzione di fare, lo piego e lo infilo nella borsa.

"The tide has currently been thrashing around me again and again. And I've been drowning for a minute, your body keeps pulling me in".—Chase Atlantic. (La marea si alza e mi trascina via, da un lato all'altro. Annego per un minuto, ma il tuo corpo mi tiene a galla.)~
Continue to the next chapter of Salva il mio cuore

Scopri Galatea

Speciale Halloween - Toc, toc... È il lupoUna di NoiL'alfa e DoeIl lupo solitario e la compagna riluttanteIl re licantropo cieco e la sua regina

Pubblicazioni più recenti

Mason Spin-off - ImpulsoTre è il numero perfetto - Bianco e oroGli spiriti del NataleSpeciale Halloween - A letto con il vampiroSpeciale Halloween Dolcetto o scherzetto birichino