
Un vantaggio di assumere il comando del Branco Luna Rossa e trascorrere così tanto tempo a Linton è che potrò vedere mio fratello più spesso.
Ci incontriamo per pranzo in una piccola trattoria vicino all'università. È in ritardo, così prendo un tavolo e ordino da bere mentre lo aspetto.
Voglio bene a mio fratello minore e so che in fondo è un bravo ragazzo, ma è cambiato da quando nostro padre non c'è più. È sempre stato spensierato, ma ora è diverso.
Si è buttato a capofitto nella vita universitaria, vivendola come una grande festa. Sembra che stia cercando di sfuggire ai suoi problemi. Non posso permetterglielo. Deve affrontare quello che è successo e assumersi le sue responsabilità.
Mi assicurerò che lo faccia finché sono qui.
Finalmente David arriva, con venti minuti di ritardo, e mi chiede: «Che è successo alla tua camicia?»
«Un piccolo incidente. Mi sono scontrato con una lupa».
«Davvero?» Sorride malizioso. «C'è qualcosa che dovrei sapere? Non è da te avvicinarti così tanto a una donna da farti strappare i vestiti».
«Non esagerare. È solo un piccolo strappo. Non l'ho fatto apposta. L'ho urtata per sbaglio e ha perso l'equilibrio».
Il suo sorriso si allarga. Si sta godendo il mio imbarazzo. «Era carina questa lupa?»
Ad alta voce, dico: «Era una ribelle. Lo sai che non mi metterei con una ribelle».
Smette di sorridere. «Certo. So che non lo faresti».
Chi era quella ragazza e perché mi ha colpito così tanto? Sembrava fosse la mia compagna, ma non può essere. È una ribelle. La Dea della Luna non sarebbe così crudele.
Dev'essere un errore. Sono stato con lei solo per pochi minuti.
Devo togliermela dalla testa.
Nella mia mente, il mio lupo ringhia. Di solito è tranquillo, sotto controllo e felice di starsene in un angolino, ma non oggi.
Non da quando l'abbiamo incontrata.
Devo concentrarmi sul prendere il controllo del Branco Luna Rossa, quindi cerco di non pensare a lei.
I ribelli hanno intensificato gli attacchi al mio branco, e i Lupi Selvaggi sono in agguato pronti a cogliere ogni segno di debolezza.
Cambio discorso. «Sei pronto per ordinare? Ho solo quaranta minuti prima di dover tornare al branco».
«Il lavoro di un alfa non finisce mai».
«È proprio così», concordo. «L'alfa del Branco Luna Rossa ha finalmente accettato che prenda il comando. Sa che senza i miei guerrieri a proteggerli, non avrebbero scampo contro i Lupi Selvaggi».
Il mio subentro terrà a bada i Lupi Selvaggi per un po', ma non significa che posso fermarli per sempre. E avere tutti questi ribelli in città offre loro solo un'opportunità ghiotta.
Quanti di loro vorrebbero dargli una mano ad abbattere i branchi? Non ci si può fidare.
«Quando prenderai ufficialmente il controllo del branco?» chiede David.
«Oggi stesso. Chris sta definendo gli ultimi dettagli. Il vecchio alfa se ne andrà oggi».
«Congratulazioni!» David mi abbraccia. «Non vedo l'ora di dirlo ai ragazzi. Ti darò tutto l'aiuto e il supporto di cui hai bisogno, fratello».
«Bene, perché ho intenzione di essere più presente in città e all'università, e dobbiamo essere in grado di individuare e fermare qualsiasi minaccia. La tua conoscenza di questo posto sarà preziosa».
Mio fratello minore potrebbe essere più interessato a far baldoria che ad aiutarmi a gestire il branco, ma è sempre leale.
«A proposito, dovresti sapere che Karen ha una cotta per te», dice David. «Mi ha fatto un sacco di domande su di te e vuole essere invitata alla casa del branco».
Non sapevo che Karen fosse interessata a David. È la figlia del mio gamma, e non sarebbe un brutto partito. David potrebbe sicuramente fare di peggio. «Perché non eri interessato a lei?» chiedo.
«Perché è superficiale ed egoista, e l'unica persona che può amare è se stessa. Non potrei mai stare con una così. Comunque, ora vuole te».
«Non sono alla ricerca di una lupa che mi voglia solo per i miei soldi e il mio potere», gli dico.
Non quando riesco a pensare solo a una lupa.
Quella sera, Jason mi conduce in un piccolo locale nascosto vicino alla scuola, in un vicolo appartato.
All'esterno c'è un'insegna discreta che indica la presenza di cibo e bevande, ma passa quasi inosservata. Se non sapessi dell'esistenza del bar, potresti tranquillamente non notarlo.
All'interno, tavolini e sedie sono sparsi qua e là. Il bancone si trova sulla destra e in fondo c'è un piccolo palco.
«Jason, che piacere vederti!» esclama qualcuno dal bancone.
«Ciao Archie, come va? Ti presento l'amica di cui ti parlavo».
Archie mi squadra. «Un'altra dei tuoi lupi mannari?»
«Proprio così».
È umano, e spero che essere un lupo mannaro non sia un problema, ma immagino che Jason non mi avrebbe portata qui se il proprietario non andasse d'accordo con i licantropi.
Mi sorprende che sia al corrente della nostra esistenza.
«Beh, è proprio una bella ragazza», dice Archie con gentilezza. «Piacerebbe ai clienti abituali. Sa come si lavora in un bar?»
«Sì. Ho fatto la barista per quattro mesi l'estate scorsa. So spillare birre e preparare cocktail», rispondo prontamente.
«Sembri perfetta. Mi serve qualcuno per giovedì, venerdì e sabato sera, dalle sei all'una di notte. Paga minima sindacale. Ti sta bene?»
«Sì, mi sembra ottimo».
«Vieni qui alle cinque giovedì prossimo e ti faccio vedere il locale prima di aprire».
«Fantastico, grazie mille», dico contenta, felice di aver trovato lavoro così in fretta.
Mentre stiamo per uscire, noto Callum a un tavolo in fondo. È con un altro lupo mannaro, ma Callum non lo sta guardando.
Sta fissando me. I suoi occhi azzurri non si staccano dal mio viso. Sento le guance che si scaldano e non riesco a distogliere lo sguardo.
«Dammi solo un attimo», dico a Jason. «Voglio salutare una persona che conosco».
«D'accordo». Guarda Callum. «Ti aspetto fuori».
Gli sorrido, grata. Non so bene cosa stia succedendo tra me e Callum, ma sento il bisogno di parlargli di nuovo. Mi avvicino al suo tavolo. Quando arrivo, il suo amico smette di parlare.
«Non ho potuto salutarti alla fermata dell'autobus», comincio. «Sei sparito così in fretta». Non volevo suonasse come un'accusa, ma è così che viene fuori.
«Non sono bravo con i saluti, e avevo un impegno», dice Callum.
Non mi sembra una gran giustificazione, e non sembra dispiaciuto di avermi piantata in asso. Forse ho fatto male a fermarmi; è chiaro che non gli importa. Non avrei dovuto sprecare fiato.
Mi giro per andarmene, ma lui mi afferra il braccio.
«Allie. Non è che non voglia passare del tempo con te, ma sono a Linton per un motivo importante, e non posso permettere che nulla si metta in mezzo».
«In mezzo! Bello sapere cosa pensi di me. Non voglio rubarti altro del tuo prezioso tempo».
Mi libero dalla sua presa. Lui fa per alzarsi, ma il suo amico lo trattiene.
Per la prima volta, guardo davvero il lupo mannaro seduto con Callum. Ha lunghi capelli castano scuro arruffati e una cicatrice che gli attraversa il viso.
Le sue labbra sottili si piegano in un sorriso ostile mentre mi squadra. «Ora non è il momento di perdere la testa per lupette a caso», dice a Callum. «Dimenticala e concentrati su ciò che conta».
Callum si risiede e si volta. Mi muovo, improvvisamente desiderosa di uscire dal bar. Callum non ne vale la pena, e non ho voglia di passare altro tempo con il suo inquietante amico.
Quando esco, Jason mi sta aspettando pazientemente.
«Tutto a posto?» Sembra preoccupato. Deve aver capito che sono a disagio.
«Sì. Era solo uno che ho conosciuto in autobus. Volevo salutarlo e vedere come stava, ma non lo rivedrò».
«Probabilmente è meglio così. Non conosco il ragazzo con cui parlavi, ma il lupo mannaro con cui era seduto è un tipo pericoloso. Se fossi in te, starei alla larga da loro».
Annuisco, ma il suo commento mi incuriosisce. «È uno studente?»
«No, vive ai margini della città. È coinvolto in ogni genere di loschi affari. Se il tuo amico ci passa del tempo, non può essere per nulla di buono».
«Capisco. Sembra che sia stata fortunata a non essermi invischiata».
Ma nonostante il suo avvertimento, e sapendo in fondo che Jason ha ragione a consigliarmi di stare alla larga da Callum, non sono sicura che lo farò.