Il giocatore di hockey - Copertina

Il giocatore di hockey

Galatea Original

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Riepilogo

“Ti voglio, ora”, mi sussurrò all'orecchio, per poi portarmi attraverso gli spalti e verso lo spogliatoio.

Mi spinse contro l'armadietto, il metallo freddo contro la mia schiena.

Mentre ci baciavamo, mi avvicinai e passai le dita tra i suoi capelli, tirando i suoi riccioli. Si staccò per un attimo e sorrise in modo subdolo prima di ricominciare in modo ancora più aggressivo.

Mi morse il labbro, tirandolo delicatamente, prima di far scivolare la sua lingua nella mia bocca.

Mi chiesi che effetto avrebbe fatto la sua lingua su altre parti del mio corpo.

Mentre si abbassava davanti a me, mi resi conto che l'avrei scoperto presto.

Bia e Tanner sono agli antipodi: lui è il sexy capitano della squadra di hockey, abituato a ottenere ciò che vuole, mentre lei è la pattinatrice su ghiaccio che si rifiuta di cedere. Eppure, quando i loro corpi si scontrano, volano scintille. Cosa succederà quando si ritroveranno da soli sul ghiaccio? Bia cederà al fascino di Tanner?

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6 Capitoli

Capitolo 1

Capitolo 1

Capitolo 2

Capitolo 2

Capitolo 3

Capitolo 3

Capitolo 4

Capitolo 4
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Capitolo 1

BIA

Tanner Hart non la smetteva di fissarmi dall'altro lato della pista di ghiaccio.

Sembrava enorme, con tutta quell’attrezzatura da hockey addosso. Il suo corpo muscoloso mi sovrastava.

Pensava che essere il capitano della squadra di hockey significasse essere il capo della pista.

Quel giorno avrebbe dovuto essere riservato a me e alle mie esercitazioni nel triplo axel. Mi ero assicurata di metterlo in programma con mesi di anticipo, in modo da potermi allenare senza essere disturbata da un gruppo di chiassosi giocatori di hockey. Eppure…

A quanto pareva, Tanner doveva esercitarsi a tirare per la partita dell’indomani.

Mi rivolse un sorriso subdolo e mi passò un biglietto scritto a mano dal suo allenatore, gli occhi verde smeraldo che scintillavano attraverso i capelli scuri. I giocatori di hockey erano meschini, ma il loro allenatore era peggio.

Guardava noi pattinatori dall'alto in basso e si assicurava che la sua squadra non facesse mistero delle proprie opinioni.

“Fa’ come ti pare, Tanner”, dissi alzando gli occhi al cielo e allontanandomi. “Ma non metterti nella mia metà campo; hanno appena spianato il ghiaccio con la Zamboni”.

Dissi a me stessa che non valeva la pena litigare e cercai di mantenere la calma. Sapevo bene che non avrei dovuto discutere con lui a così poca distanza dalle Regionali. Dovevo rimanere concentrata. Quello era il mio anno. Sarei arrivata alle Nazionali... e oltre.

“Certo, principessa del ghiaccio”, sbuffò.

Tanner Hart otteneva sempre quello che voleva.

Tempo per l’allenamento.

Attenzione.

Soprattutto da parte delle belle donne.

Ma io non gli avrei mai dato quella soddisfazione.

Sentivo ancora i suoi occhi su di me mentre iniziavo a scaldarmi. Il suo sguardo quasi mi bruciava la pelle.

Mi ritrovai stranamente a godere di quella sensazione. Di certo non mi piacevano le sue attenzioni. Scartai quel pensiero e immaginai che forse mi piaceva dimostrare di poterlo battere.

Non ero come tutte le altre ragazze che si scioglievano in sua presenza. Le mie compagne di pattinaggio su ghiaccio si impressionavano troppo facilmente, a mio parere, ed ero certa che Tanner si aspettasse che fossi esattamente come loro.

Aspettò che atterrassi correttamente da un axel, dopodiché iniziò ad allenarsi. Nonostante fosse preso, ogni tanto lanciava un'occhiata nella mia direzione.

Quando mi preparai per un doppio axel, si fermò di nuovo.

Scivolai sul ghiaccio con grazia prima di lanciare il mio corpo in aria.

Quei giocatori di hockey non ci sarebbero mai e poi mai riusciti… Non con quei pattini tozzi che si ritrovavano.

Atterrai perfettamente in un arabesque. Quando superai Tanner sfrecciando, capii che era rimasto impressionato.

Mi concessi una pausa e sorseggiai dell'acqua. Era difficile far sembrare facile un esercizio tanto impegnativo dal punto di vista fisico e per di più essere belle mentre lo si faceva.

Lanciai qualche sguardo nella direzione di Tanner e mi chiesi se anche lui potesse sentire i miei occhi su di lui.

Mentre ero lì, mi domandai che aspetto avrebbe potuto avere senza tutta quell'ingombrante attrezzatura da hockey. La mia mente colmò alcune lacune con una fila di addominali perfettamente cesellati che scendevano in una sensuale forma a V.

Dopo aver segnato, si girò e notò che lo stavo guardando.

Distolsi immediatamente lo sguardo.

Maledizione, mi aveva vista.

“Sei impressionata, principessa?” Mi domandò facendomi l'occhiolino e pattinando verso di me.

“Oh, ma per favore”, risposi. “Io sono molto più brava di te”.

Mi ritrovai a pattinare verso di lui.

Prima di rendermene conto, eravamo a pochi centimetri di distanza.

“Stiamo per baciarci?” Mi chiese.

“Nei tuoi sogni”, risposi sbuffando. “Togliti dal mio lato del ghiaccio”.

Mentre tornavo a pattinare, sentii un fuoco accendersi nelle viscere. Odiavo che avesse quell’effetto su di me.

Dovevo incanalare quella rabbia e qualsiasi altra cosa provassi nel mio triplo axel.

Rafforzai la stretta dell’elastico sulla mia coda di cavallo. Feci un respiro profondo e mi preparai.

Mi diedi un bello slancio, più potente di quelli prima. Mi alzai in aria e cominciai a ruotare.

Una volta.

Due volte.

Proprio mentre stavo facendo il terzo volteggio, sentii di star perdendo slancio.

Poco dopo, colpii duramente il ghiaccio.

Sentii un dolore lancinante irradiarsi dalla spalla sinistra.

Quella caduta mi avrebbe provocato dei bei lividi. Avrei dovuto coprirli con il trucco, dal momento che le Regionali si sarebbero svolte di lì a pochi giorni.

Rimasi distesa sul ghiaccio ancora per un po'. La superficie fresca mi aiutò a lenire la botta, seppur per poco.

Inaspettatamente, sentii un paio di mani forti circondarmi la vita e tirarmi su da terra.

Tanner.

“Stai bene?” Mi chiese.

Data la vicinanza, notai qualcosa di nuovo nei suoi occhi.

Forse era preoccupazione? Un po’ di cuore?

Non sembrava più il solito stronzo.

“Sto bene”, balbettai, cercando di dare un senso a quello che stava succedendo.

Quella sensazione di fiamme dentro di me esplose, prendendo completamente il sopravvento sulla mia mente.

“Hai fatto una bella caduta”, mi disse. “Devi farti controllare”.

“Mi è capitato un milione di volte”, insistetti. “Ti assicuro che sto benissimo”.

Mentre cercavo di stabilizzarmi sui pattini, improvvisamente trasalii e la mia mano si mise a cercare la spalla di Tanner.

“Non stai bene”, sbottò lui, per poi prendermi in braccio.

“Mettimi subito giù”, mi lamentai dimenandomi tra le sue braccia.

Lui pattinò fino al bordo della pista e mi appoggiò sulla recinzione.

Invece di lasciarmi, però, le sue braccia non abbandonarono il mio corpo.

Eravamo più vicini che mai.

Si premette tra le mie gambe e io venni attraversata da una sensazione di piacere.

I nostri volti si avvicinarono l'uno all'altro; riuscivo a sentire il suo respiro sulla mia pelle.

L’istante in cui le nostre labbra si toccarono, per poco il mio cuore non si fermò.

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