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Cover image for In fuga dai Bad Boys

In fuga dai Bad Boys

Capitolo 2

TAYLA

Ero seduta nella caffetteria e stavo esaminando il messaggio sul cellulare che mi aveva dato mia madre.

Mamma
Non sorprenderti se si rivela uno stronzo.

Avevo imparato a non aspettarmi molto dagli uomini.

La porta della caffetteria suonò e un uomo alto con i capelli scuri, striati di grigio alle tempie, entrò.

Era vestito con pantaloni grigi, una giacca da cuoco bianca aperta sul colletto e robuste scarpe nere.

Si avvicinò al bancone con sicurezza, sorridendo alla giovane barista.

"Zoey, prendo il solito", disse, con nonchalance.

Zoey arrossì e si mise subito a preparare il caffè.

Mi alzai dalla sedia e mi avvicinai a lui.

Era il mio momento.

Era la prima volta che vedevo quell'uomo in diciotto anni.

"Ryan Goodman?" Chiesi.

Lui si girò e i suoi occhi verdi incontrarono i miei. Mi sembrò come se mi stessi guardando allo specchio, a parte la differenza di genere.

"Merda", mormorò.

"Sai chi sono?" Chiesi.

Si leccò le labbra, poi annuì.

"Tayla?"

Delle lacrime mi pungevano gli occhi.

"Ho bisogno del tuo aiuto", dissi.

"Ecco il tuo caffè", aggiunse Zoey.

All'improvviso, Ryan mi abbracciò e io scoppiai a piangere.

"Cosa c'è che non va, tesoro?" Chiese, con la voce che gli risuonava nel petto.

"Possiamo parlare?" Gli domandai.

Lui si tirò indietro e sorrise.

"Assolutamente. Non hai idea di quanto tempo ho aspettato che tu mi cercassi".

Prese il suo caffè e mi seguì fino al tavolo a cui ero seduta.

Si sedette di fronte a me e aspettò pazientemente, mentre io mi asciugavo le lacrime.

"Sono senza casa, non ho soldi e non posso chiedere aiuto a mia madre, perché anche lei è in difficoltà", confessai.

Ryan si allungò sul tavolo e prese la mia mano. Il suo calore mi diede conforto.

"Ti aiuterò. Qualsiasi cosa ti serva, tesoro", disse, dolcemente.

Sentii una nuova ondata di lacrime.

"Perché ci hai lasciate?" Gli chiesi.

"Tua madre era troppo difficile da gestire, continuava a usarti come arma contro di me".

Abbassò lo sguardo.

"Helen mi accusava di tradirla ogni volta che ero via per i miei programmi televisivi. Non mi ha mai creduto quando le dicevo che non era vero. Minacciava sempre di scappare con te e vedevo che questo influiva sulla tua educazione".

"Perché non hai lottato per l'affidamento o per il diritto di visita?"

"Tua madre ha minacciato di uccidersi se l'avessi fatto. Non volevo avere la sua morte sulla coscienza e non volevo che tu mi incolpassi".

Abbassai lo sguardo.

"Aspettavo che diventassi adulta, così avresti potuto prendere le tue decisioni da sola. Ti voglio davvero nella mia vita, Tayla", disse.

"Sul serio?" Chiesi.

Annuì, con gli occhi lucidi.

"Mamma ha detto che ora hai un'altra famiglia?"

"Mi sono risposato con una donna di nome Maria e abbiamo un figlio insieme che si chiama Jason. Maria sa tutto di te e vuole conoscerti".

"Davvero?"

Ryan annuì.

Le lacrime mi rigavano il viso ed ero sopraffatta dall'emozione.

"Non piangere, tesoro", disse, dolcemente.

"Ho fatto un gran casino", singhiozzai.

In un istante, le sue braccia erano di nuovo intorno a me e mi stringevano mentre piangevo.

Una volta recuperata la calma, gli raccontai di Ben e del mio trasferimento per iniziare una nuova vita.

Gli raccontai di Walker e Hayden, di Dominic e di come pensavo che fosse un cattivo ragazzo. Gli raccontai dell'accordo che aveva fatto Dominic per salvarmi la vita.

Quando finii di parlare, Ryan si era scolato il suo caffè e aveva un'aria del tutto scioccata.

"Non sono sicuro..." Iniziò lentamente, guardandomi negli occhi.

"Di quale... di questi uomini voglio uccidere per primo", concluse, serissimo.

Risi alla sua confessione, sentendo le mie guance scaldarsi per l'imbarazzo.

"Non mi giudichi per la mia relazione non convenzionale con due uomini?"

"A essere sincero, non sono entusiasta di qualsiasi relazione con degli uomini… Intendo dire, già sapere che la mia bambina lo fa, figuriamoci con due o con tre. Ma se è questo che ti rende felice e se non ti fa soffrire... non lo condanno".

Gli feci un sorriso caloroso.

"Però ho un'improvvisa voglia di andare a caccia di uomini con i miei coltelli da bistecca!"

Risi di nuovo e lui mi sorrise.

"Sei bellissima, Tayla. Sono così orgoglioso di te. Non posso credere di aver contribuito a creare qualcosa di così perfetto", disse.

Arrossendo, mi agitai sulla sedia.

Un cellulare squillò nella sua tasca e lui lo tirò fuori.

"Jack?" Rispose.

"Sì. No. In realtà, no. Stasera dovrai occuparti tu della cena. No, non sono malato", disse, lanciandomi un'occhiata.

"È successo qualcosa di molto più importante".

Ryan insistette perché tornassi a casa con lui per incontrare Maria e mi accompagnò con la sua BMW in una bella casa alla periferia della città.

Chiamò Maria prima e, quando arrivammo, lei ci stava aspettando all'ingresso.

Maria era minuta, con capelli rossi e grandi occhi marroni.

Mi sorrise mentre si avvicinava a me e mi abbracciò.

"È meraviglioso conoscerti finalmente, Tayla", disse.

"Anche per me è un piacere conoscerti", risposi.

Ryan la baciò sulla guancia e lei gli sorrise, piena di amore.

"Assomiglia a te ed è assolutamente stupenda", gli disse lei.

Ryan sorrise alla moglie e poi a me.

"Cosa posso dire? È tutto nel mio DNA sexy", scherzò.

Maria gli diede un buffetto sul braccio e lui la strinse in un abbraccio, facendola girare e ridacchiare.

Il loro affetto mi ricordava quello di Walker e Hayden e mi faceva male il petto.

"Vieni dentro", disse Maria, toccandomi il braccio.

Li seguii in casa e loro mi accompagnarono nella sala da pranzo.

Maria sparì per un attimo, poi tornò con una grande brocca piena di un liquido rosa e alcuni bicchieri.

Ci versò un bicchiere a testa, poi si sedette accanto a Ryan.

Lui le raccontò tutto quello che mi era successo, fino al nostro incontro in caffetteria, e lei ascoltò con attenzione.

"Certo che possiamo aiutarla. Puoi usare i soldi che hai risparmiato negli ultimi diciotto anni per lei", disse a Ryan.

Ryan sorrise, un po' imbarazzato.

"So che il denaro non può compensare diciotto anni di assenza, ma volevo poterti offrire qualcosa, se mai avessi deciso di trovarmi", spiegò.

"E li avrai anche se decidessi di non avere alcun rapporto con me".

Sorrisi.

Il cellulare di mia madre, che portavo con me, iniziò a squillare e notai che era Jess.

Le avevo dato il numero di mia madre, in caso di emergenza.

"Scusatemi", dissi, alzandomi e allontanandomi un po'.

"Jess?" Risposi.

"Tayla? Devo dirti una cosa".

"Dimmi".

"Ieri sera Walker è entrato nella mia stanza e mi ha chiesto dove fossi".

"Cosa gli hai detto?"

"Gli ho detto che eri andata da tua madre. Sei lì adesso?"

"No".

"Grazie a Dio! Pensavo che mi avrebbe sparato".

"Walker?" Chiesi, scioccata.

"Sì. Ha sparato due volte al mio muro, vicino alla mia testa!"

Merda.

"Quindi mi sta cercando?" Chiesi.

"Sì. Sembra piuttosto arrabbiato, Tayla", mi avvertì.

"Mi dispiace tanto che ti abbia fatto questo", le dissi.

"Va tutto bene, basta che tu sia al sicuro. Dove sei?"

"Non posso dirtelo. Credo sia meglio che tu non lo sappia, ma sono al sicuro", le assicurai.

Non volevo che Walker desse la caccia a mio padre, ora che l'avevo trovato.

"Tayla? Penso che andrà a trovare tua madre e se lei sa dove sei..." Si interruppe.

Merda.

Poteva rintracciarmi, se avesse chiesto a mia madre.

"Non c'è problema. Me ne andrò presto, così non mi troverà".

Walker doveva essere furioso e, ovviamente, doveva aver scoperto quello che avevamo fatto io e Dominic.

Ora mi stava cercando?

"Devo andare. Abbi cura di te, Jess, e chiamami se è importante".

Chiusi la telefonata proprio mentre Ryan si avvicinava a me.

"Ho bisogno di un posto dove nascondermi per un po', finché non si calmano le acque", gli dissi.

"Non c'è problema", rispose, sorridendo.

"Ho anche bisogno che tu faccia finta che non ci siamo incontrati, se qualcuno viene a chiedere di me. Okay?"

Annuì.

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