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Cover image for Il mio sugar daddy miliardario

Il mio sugar daddy miliardario

Traditori

KIANA

«Scusa!» Esclamai sorpresa.

«Dammi il biglietto e sparisci», disse lui seccato.

Che maleducato! Era bello quanto arrogante, una combinazione fastidiosa come una doccia fredda in pieno inverno.

«Sembra che tu ne abbia già abbastanza di biglietti», replicai, sorseggiando il mio martini e decidendo di ignorare quel riccone presuntuoso.

«Guarda, m'importa di te quanto di questa montagna di biglietti», disse con cattiveria, spingendoli via.

«Perfetto. Volevo solo starmene in santa pace. Se riesci a tenere la bocca chiusa, farò lo stesso, e potremo far finta di essere soli qui», risposi.

Sentii il suo sguardo addosso mentre finivo di parlare. Lo guardai e sembrava confuso, come se non fosse abituato a essere trattato così. Forse nessuno gli aveva mai detto di no?

I suoi occhi azzurri, limpidi come l'acqua di fonte, mi scrutarono. «Come ti chiami?» Chiese, con un tono un po' più gentile. La sua voce era profonda e vellutata, solo leggermente rauca.

«Non ha importanza».

«Cerchi di fare la difficile?» Rise, e il suono era tremendamente sexy.

Sentii le farfalle nello stomaco. Cercai di non darlo a vedere. Stava cercando di provocarmi. «Jade», dissi senza emozione.

«Ti ho chiesto il tuo vero nome, non quello finto», disse, tornando scortese. Che uomo insopportabile.

«Come ho detto, mi chiamo Jade. Questo è tutto quello che devi sapere», risposi, bevendo il mio cocktail. «Perché t'interessa?»

«Semplice curiosità», disse, con un sorriso irresistibile. Il suo sorriso era contagioso quanto quelli di Sam e Dean Winchester.

«La curiosità è un brutto vizio», dissi. Distogliendo lo sguardo, vidi la mia amica in abito blu avvicinarsi.

«Ti stavo cercando!» Esclamò Mia. «Scusa se ti ho lasciata sola. Avevo delle cose da sbrigare», aggiunse con un sorriso forzato.

«Non ti preoccupare», le dissi, fingendomi felicissima di vederla.

Mia fissò l'uomo accanto a me con aria maliziosa. «Sono Paris. Se mai avessi bisogno di compagnia, sono disponibile», gli disse, strizzando l'occhio e lasciando un biglietto accanto a lui. Lui non la degnò nemmeno di uno sguardo.

«Dai, andiamo a ballare», disse Mia, prendendomi per mano e trascinandomi via dal divano.

Non potei fare a meno di voltarmi a guardare l'uomo. Mi colse mentre lo osservavo. Sorrise maliziosamente mentre i suoi splendidi occhi azzurri continuavano a fissarmi.

CHASE

Era la prima donna della serata che non mi aveva lasciato il suo biglietto da visita. Strano. Quel particolare mi aveva incuriosito non poco.

Avevo notato che aveva una cicatrice sulla clavicola. Aveva cercato di nasconderla con i suoi capelli color miele, ma non mi era sfuggita. Sembrava vecchia, forse se l'era procurata da ragazzina.

La seguii con lo sguardo mentre la sua amica la portava via. Avrei voluto parlarle ancora un po'.

Era davvero bella, con un fisico da far girare la testa. Vita sottile e fianchi sinuosi. Il vestito rosso le donava e faceva risaltare la sua pelle ambrata. Le sue labbra erano piene e i suoi occhi di un verde mai visto prima.

Osservandola, mi dispiacque non essere libero. Ma quando avevo una relazione, ero fedele. Detestavo i traditori. Mio padre aveva tradito mia madre anni prima e avevo visto quanto ciò l’avesse ferita.

«Ehi fratello, credevo fossi già andato via», disse Lucas emergendo dalla folla.

«Perché ci hai messo una vita?» Chiesi scocciato.

Lucas era l'unico motivo per cui mi trovavo lì.

Non amavo le feste e non vi partecipavo se non ero costretto, ma per Lucas avevo fatto un'eccezione. Eravamo amici da una vita ed era l'unica persona fuori dalla mia famiglia di cui mi fidavo ciecamente.

Nel mio lavoro incontravo molte persone false, ma avevo un sesto senso per capire chi era sincero. Lucas era una delle poche persone autentiche che conoscevo.

«Ho appena finito. Pronto per andare?» Chiese.

«Sì», risposi.

Alzandomi, rividi la stessa donna di prima. Era al centro della pista, che ballava sotto le luci stroboscopiche circondata da una folla di persone.

Jade.

I suoi fianchi ondeggiavano a ritmo di musica, il suo fondoschiena si muoveva con grazia. Un uomo cercò di avvicinarsi, ma lei lo allontanò. Mi scappò una risata.

«Cosa c'è da ridere?» Chiese Lucas, guardandosi intorno per capire cosa stessi osservando.

«Niente», dissi rapidamente prima di dirigermi verso l'uscita.

***

Dopo aver accompagnato Lucas a casa, tornai nel mio attico. Era all'ultimo piano con una vista mozzafiato sulla città, ecco perché mi piaceva tanto.

Entrando, notai due calici di vino sul bancone. Uno aveva tracce di rossetto rosa sopra. Era di Joanna. L'altro doveva essere di una sua amica, ma non mi aveva detto che avrebbe avuto ospiti.

Mentre mi dirigevo verso la camera da letto, sentii una voce maschile.

Mi sentii gelare il sangue quando aprii la porta e vidi Joanna, la mia ragazza, sopra un altro uomo nel mio letto. Era nuda e si muoveva su e giù.

I suoi occhi marroni si spalancarono quando mi vide. Scese rapidamente dall'uomo e si avvolse in un lenzuolo. «Pensavo saresti tornato più tardi», disse.

«Quindi hai pensato fosse lecito portarti a letto un altro nel mio appartamento, nel mio letto!» Urlai. Ero fuori di me dalla rabbia. Vedevo tutto rosso.
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