
Il branco di Greystone Ridge
Incontrare uno sconosciuto e innamorarsi di lui non era mai stato nei pensieri di Alice quando era arrivata a Greystone Peaks. Era venuta con le sue amiche per un ultimo viaggio, prima che le loro strade si separassero dopo il liceo. Quando ha incontrato Sebastian, i sentimenti che ha provato per lui erano così forti che non poteva negare l'attrazione. Ma Sebastian le nascondeva un segreto. Era il beta del branco di Greystone Ridge e aveva difficoltà a trovare una compagna. Con la stagione degli accoppiamenti quasi finita, avrebbe dovuto aspettare un altro anno. Questo fino a quando non era arrivata lei e lui aveva capito che era lei la sua compagna. Ma non sarebbe stato facile, perché era vietato avere una relazione con un'umana.
Sebastian la seguirà contro il volere del suo alfa?
Età: 18+
Capitolo 1: Le ragazze
ALICE
Lo strano sogno che avevo fatto la notte precedente mi continuava a tornare in mente. Saremo presto andate a Greystone Ridge per trascorrere una vacanza tra ragazze prima di separarci per andare in università diverse.
Andai a incontrare le ragazze per discutere delle provviste dell'ultimo minuto di cui avremmo avuto bisogno.
Arrivai alla caffetteria e le individuai sedute al tavolo in fondo al locale.
"Ehi". Misi giù la borsa e afferrai la sedia cercando di nascondere uno sbadiglio.
"Alice, non sei arrivata in ritardo". Tammy disse ridacchiando, perché sapeva come ero fatta.
"Sono così entusiasta del nostro viaggio".
"Hai la mappa di dove stiamo andando? Le montagne di Greystone occupano un territorio enorme". Battei le dita sul tavolo, chiedendole di mostrarmela.
Cassie aveva portato il tablet e ci mostrò la zona. La vista mozzafiato delle montagne imponenti e delle foreste verdeggianti avvolgeva lo schermo. Le baite in legno si stagliavano in netto contrasto con lo sfondo verde e naturale. Il loro fascino rustico aggiungeva un'atmosfera eterea. Il mio cuore batté forte per l'eccitazione, mentre la mia mente si stava ancora riprendendo dalle immagini vivide del mio sogno che stava prendendo vita.
"Si potrà fare il check-in subito; ci daranno tutto lì. Non preoccupatevi, ho telefonato e ho ricontrollato che avessimo prenotato correttamente", disse Cassie.
"Alloggeremo nella baita di Ridgetop. Ci saranno due camere da letto, quindi dovremo condividerle. Ma ci è permesso accendere il fuoco nell'area designata".
Il pensiero di un falò mi ricordò una parte del mio sogno: mi venne alla mente l'uomo misterioso che avevo visto ma di cui non ero riuscita a vedere il volto.
Cassie batté le mani mentre continuava a leggere alcune informazioni. "Il check-in è dopo mezzogiorno".
"Se partiamo verso le 8 del mattino, dovremmo arrivare per quell'ora". Bella sorseggiò il suo caffè. "Mio padre ha fatto controllare la mia macchina, così saremo al sicuro e tranquille". Sorrise, un po' imbarazzata.
Bella era incapace a guidare: mi aveva sorpresa quando aveva superato l'esame e aveva preso la patente. Mi ero sempre chiesta se avesse avuto a che fare con il fatto che suo padre possedesse l'unica officina per la manutenzione delle auto in città.
Ci facemmo una risata su chi sarebbe stata l'ultima ad alzarsi e a organizzarsi, mentalmente pronte a partire.
"Non importa se partiamo un po' più tardi, basta che arriviamo prima del tramonto. Non voglio percorrere i sentieri della foresta al buio", disse Bella, ma le mie viscere si ribellarono.
Di notte, nella foresta. Ci sarebbero stati degli insetti inquietanti? O dei lupi? Mi persi nei miei pensieri mentre discutevano di ciò che avremmo dovuto portare. Ci sarebbero stati dei lupi? Il lupo grigio che avevo sognato mi balenò nella mente. I lupi mi avevano sempre affascinata.
Dopo esserci salutate, percorsi la breve distanza che mi separava da casa.
I miei genitori si tenevano occupati con progetti di costruzione. Papà costruiva delle casette in legno, come le chiamava lui. Io le consideravo dei capanni, cosa che lui odiava. Ma, a onor del vero, erano delle strutture uniche e di varie dimensioni.
"Ciao, zucchetta". Si affacciò dal salotto mentre mi versavo un bicchiere d'acqua ghiacciata. "Sei emozionata per il tuo viaggio?" Nella sua voce c'era la stessa preoccupazione di quella mattina.
"Sì, ho appena visto le altre. Potresti accompagnarmi al negozio domani, così posso prendere alcune cose?" Avevo davvero bisogno di imparare a guidare.
Papà brontolò, ma sapevo che avrebbe ceduto. Da quando avevo memoria, non ero mai riuscita ad alzarmi presto, soprattutto perché ero una nottambula e passavo il tempo a disegnare ossessivamente.
"Zucchetta, presto andrai all'università". Mi guardò con aria preoccupata. Non ero mai stata lontana da casa e quel viaggio gli stava facendo venire un infarto. Per decidere di lasciarmi andare all'università c'era stata un'enorme battaglia.
Entrambi i miei genitori avevano detto che la mia sicurezza era importante per loro. Capivo che ero la loro unica figlia e che avevano paura di perdermi, ma l'iperprotezione con l'avanzare dell'età era ridicola.
"Potrai sempre chiamarmi?" Mi morsi il labbro e ridacchiai quando papà mi fece una smorfia e agitò un dito prima di raccogliere le bottiglie d'acqua e tornare dalla mamma.
Senza dubbio per stabilire delle regole ferree secondo le quali avrei dovuto evitare qualsiasi ragazzo che avessi incontrato lì.
"Ugh". Brontolai e andai di sopra. Posai la mia borsa a terra. Per due settimane sarei stata via con le ragazze in una baita nel bosco.
Un'idea mi balenò in testa e dovetti disegnarla.
Le aspre cime delle montagne selvagge svettavano sopra di me. I loro bordi rocciosi proiettavano ombre inquietanti contro il cielo notturno pieno di stelle e il verde intenso della foresta. Il debole bagliore della luce di una baita e di un falò.
Mentre disegnavo, mi persi nei dettagli e mi venne in mente l'immagine di un bel lupo. Lo aggiunsi al mio disegno.
Lo colorai e, una volta finito, i suoi occhi d'ambra erano meravigliosi. Il foglio non era abbastanza grande, così iniziai un nuovo disegno con lui come soggetto.
I lupi si sarebbero aggirati nel luogo in cui stavamo andando?
Qualcosa dentro di me si agitò. Era eccitazione e... "Oh, mio Dio". Strinsi le gambe.
Ok, forse avevo letto molte storie fantasy ed ero solita perdermi nei mondi creati dagli autori. Tante volte avevo desiderato di essere una di quelle ragazze portate via da un affascinante sconosciuto, da un lupo magari.
Non mi ero accorta dell'ora perché ero stata così presa a disegnare il mio lupo. E mi ero quasi persa la cena.
Il mio stomaco brontolava mentre mi chiedevo cosa avrei potuto mangiare. Si sentivano delle voci in giardino, quindi sapevo che mamma e papà avevano invitato degli amici a casa. Andai in cucina e vidi un piatto coperto da della pellicola.
Papà era un cuoco eccezionale e mi aveva lasciato un po' del suo famoso pollo ripieno di mozzarella alle erbe in salsa cremosa, con un contorno di patate novelle.
"Mmm", gemetti, leccandomi le labbra mentre lo guardavo scaldarsi nel microonde.
Alla fine il microonde suonò e mangiai con estremo piacere. Ero sicura che papà l'avesse fatto per me come regalo speciale, visto che l'indomani sarei partita. O forse l'aveva cucinato per farmi venire voglia di restare?
Avevo programmato di non leggere quella sera e di mettermi a dormire. Ma invece di leggere, non riuscivo a smettere di fissare il disegno del lupo e i dintorni delle montagne di Greystone Ridge.
Le mie palpebre si fecero pesanti e ritornai al mio sogno ricorrente.
Il ringhio gutturale di un animale selvatico mi fece rabbrividire. Mi sdraiai a terra, con il fiato in gola, mentre una figura ombrosa incombeva su di me. Il fruscio degli alberi nel vento riecheggiava nella foresta, soffocando il battito del mio cuore.
Quando i miei occhi si adattarono all'oscurità, mi resi conto che la figura non era quella di un lupo, ma di un uomo. Il mio cuore batteva forte, incerto su ciò che stava accadendo. Gli occhi nocciola dell'uomo mi fissarono. La sua espressione accese qualcosa di profondo dentro di me.
Poi, un basso ringhio infranse il silenzio e, mentre sbattevo le palpebre, un lupo massiccio si posò su di me. La sua pelliccia era irta e i suoi occhi brillavano alla luce della luna. Sentii il fiato caldo della bestia sul mio viso e, nonostante la paura, non potei fare a meno di ammirare la sua enorme potenza.
Il sogno era incredibilmente vivido, come se la terra fredda fosse davvero sotto di me, e il calore bruciante del fuoco mi stesse effettivamente scaldando le guance.
Il lupo che incombeva su di me mi attraeva, come una calamita che mi attirava verso di lui. Potei vedere i suoi denti affilati scintillare alla luce delle fiamme, mentre ringhiava possessivamente verso di me. Ebbi un sussulto e gli occhi mi si aprirono di scatto, mentre mi svegliavo.
Avrei davvero incontrato il potente lupo che invadeva i miei sogni o l'uomo misterioso che mi faceva battere il cuore?
Qualcosa si stava risvegliando dentro di me e ogni momento sembrava portarmi più vicina alle montagne di Greystone Ridge.









































