Il ripiego - Copertina

Il ripiego

Roanna Hinks

Capitolo 3

DEACON

Lucian aveva noleggiato un'auto per portarci nell'unico locale della città. Ci eravamo già stati la prima sera della nostra permanenza, quindi ci dirigemmo direttamente al bar.

Ignorai gli occhi che sentivo su di me. Potevano guardare quanto volevano, ma non mi sarei avvicinato a loro. Halo si palesò, ma non abbastanza da essere visto.

"Ci sono dei bei…" Mormorò, poi si fermò.

"Cosa?" Chiesi, ma la musica lo mise a tacere mentre stava per dire qualcosa. Pazienza.

Lucian prese delle birre e qualche shot, dopodiché ci avviammo verso la sezione VIP. Il mio alfa voleva passare una bella serata.

L'ultima volta che eravamo stati lì, si era divertito con qualcuno proprio in quella sezione. In quel momento, lui e Max erano appoggiati alla ringhiera che dava sulla pista da ballo. Stavano cercando di mettere gli occhi sulle loro prede.

Io mi rilassai su uno dei divanetti e feci un lungo respiro. Bevvi un sorso di birra e vidi Lucian voltarsi e guardarmi male.

"De, andiamo", disse. "Dai un'occhiata e trova qualcuno".

Scossi la testa. "Non ancora, prima devo bere un po'".

Sapevo che era una bugia, ma non ero sicuro di cosa stessi cercando.

"Come vuoi", ribatté, poi si girò di nuovo.

Sentii Halo avvicinarsi. I suoi occhi si posarono sui miei.

"Ti stai comportando come un vecchio sacco di ossa umane", brontolò.

"Non posso farci niente. Sono stanco. Tutti sembrano dimenticare che sono quello che si allena più duramente, e che devo tenere al sicuro il nostro alfa".

Halo sospirò e si sedette sulle zampe posteriori. "Giusta osservazione, ma forse stanotte troveremo la nostra compagna".

Rimasi leggermente stupito. Io ed Halo avevamo accennato alla ricerca della nostra dolce metà, ma eravamo sempre troppo occupati con gli affari del branco per pensare di cercarla davvero.

"Pensi che possa essere qui?" Chiesi.

Halo non rispose.

"Halo, cosa non mi stai dicendo?"

Scosse la testa.

"Guarda", si limitò a dire.

Mi alzai e mi avvicinai ai miei amici, ancora appoggiati alla ringhiera, per dare un'occhiata ai presenti nel locale.

Max mi mise un braccio intorno alle spalle e mi tirò a lui. "Guarda, De. Ci sono un sacco di donne bellissime".

Dovevo ammettere che Max aveva ragione. Qualcosa mi spinse a guardare verso la porta, che si aprì lasciando entrare una donna dai capelli rossi. Max si irrigidì.

Seguì un'altra splendida donna. La guardai e mi sentii immediatamente la bocca secca.

Era mozzafiato.

Il suo abito rivelatore metteva in mostra i seni perfetti, né troppo grandi né troppo piccoli, le gambe lunghe e snelle. Portava un paio di tacchi alti e sexy e i capelli scuri le ricadevano sulle spalle.

Sembrava una dea.

Cazzo.

Halo si ridestò.

"Mmmh…" Mormorò annusando l'aria.

Feci lo stesso, ma ciò che sentii era un misto tra alcol e sudore che non lasciava trapelare nient'altro. Mantenni lo sguardo sulla donna.

Si avvicinò al bar dandomi le spalle, ma quando i miei occhi si posarono sul retro del suo vestito, sentii il cazzo indurirsi.

Merda!

Aveva la schiena scoperta.

I miei occhi le passarono in rassegna il sedere, per poi scendere ancora più giù. La mia mente si riempì dell'immagine di lei supina con le gambe all'aria, il mio viso sepolto tra le sue cosce. Volevo farla contorcere e urlare sotto la mia lingua mentre indossava ancora quei tacchi.

Dovevo andare da lei.

"Scendiamo?" Gridai sopra la musica voltandomi verso Max e Lucian.

L'alfa sorrise. "Hai trovato qualcuna?"

I miei occhi tornarono alla splendida donna del bar. Bingo.

Non me ne sarei andato da lì finché non l'avessi avuta sotto di me, in preda a gemiti di piacere.

***

SAMARA

Il vestito che mi aveva dato Ruby era troppo corto e scollato, e rivelava più pelle di quanta fossi a mio agio a mostrare. Il modello non permetteva di indossare il reggiseno, quindi anche quello era in bella mostra. Mi sentivo in imbarazzo a pensare che i capezzoli svettassero attraverso la stoffa.

Poi mi ricordai della donna che avevo visto nello specchio del bagno di Ruby. Sexy, bellissima e sicura di sé. Quella sera sarei dovuta essere lei.

"Prima prendiamo da bere!" Gridò Ruby sopra la musica, poi mi strattonò verso il bar.

Il locale era pieno e arricciai il naso al fetore di vecchio calzino da ginnastica. Mi venne quasi da vomitare. Una volta di fronte al bancone, sentii degli occhi su di me, ma non mi voltai.

Non ero ancora pronta a provarci con qualcuno e nemmeno al fatto che qualcuno ci provasse con me.

Dovevo essere sicura di me! Cercai di ricordarlo di nuovo a me stessa. Sollevai il mento e scostai i capelli. Sapevo di avere un bell'aspetto. Quella sera ero lì per divertirmi e dimenticarmi dei problemi. Niente mi avrebbe ostacolato.

Priya si aggirava nella mia testa in stato di massima allerta. Riuscivamo a comunicare senza problemi nonostante la musica assordante, ma lei non aveva ancora aperto bocca.

"Ecco". Ruby mi passò un drink. "Sex on the Beach. Bevi!"

"Gnam!"

Priya cominciò a canticchiare sottovoce. Dopo un po' mi voltai per vedere chi mi avesse adocchiata, ma c'erano una marea di occhi puntati su di me, quindi non riuscii a capire chi era colui che mi aveva fatto venire la pelle d'oca sul collo.

Tutta colpa di quel vestito che mi aveva trasformata in un'altra persona. Io e Ruby avevamo attirato l'attenzione di tutti gli uomini del locale. Era al contempo eccitante e un po' strano. Dovevo mantenere lucidità.

"Stai bene?" Chiesi mentalmente a Ruby.

"Credo di sì. La mia lupa si comporta in modo strano e non so perché".

Bizzarro, pensai. Poi mi venne in mente una cosa. Odiavo la parola che stavo per pronunciare, soprattutto dopo quello che mi era successo, ma avrebbe spiegato il comportamento della lupa di Ruby.

"Pensi che si tratti del tuo compagno?"

Ruby spalancò gli occhi.

"Forse", disse ad alta voce, sporgendosi per urlare sopra la musica. "Non voglio cercarlo adesso, però. Non quando tu hai bisogno di tirarti su. Questa serata è tutta per te, ragazza!"

Non volevo che evitasse di cercare la sua metà solo perché si stava prendendo cura di me. Adoravo il suo istinto protettivo nei miei confronti e il suo desiderio di farmi sentire meglio, ma non avrei mai permesso che si perdesse un'occasione simile.

"Perché non balliamo? Così il tuo compagno potrebbe venire a cercarti in pista", gridai sopra il ritmo martellante della musica.

Priya mi guardò ancora una volta negli occhi. La lupa di Ruby non era l'unica a comportarsi in modo strano. Anche la mia era inquieta: scrutava la stanza camminando avanti e indietro in preda a guaiti.

Tuttavia, sapevo che non avremmo trovato il nostro compagno. Mancavano ancora due settimane al compimento dei ventun anni, età in cui i lupi mannari iniziavano a riconoscere i propri compagni.

"Mi sembra una buona idea", rispose Ruby, distogliendomi dai miei pensieri.

Bevemmo i nostri drink e ci dirigemmo verso la pista da ballo proprio mentre dagli altoparlanti cominciavano a diffondere una canzone sexy. Non riuscivo a fare a meno di muovermi a tempo, facendomi prendere dalla musica.

"Lasciati andare". La voce di Ruby mi riempì la testa mentre lasciavo che il mio corpo si sciogliesse.

Chiusi gli occhi e iniziai a ondeggiare i fianchi a ritmo di musica. Ruby si avvicinò e mi posò le mani intorno alla vita mentre mi muovevo. Se qualcuno ci avesse viste, avrebbe assistito a uno spettacolo incredibile.

Stavo ancora soffrendo, ma sulla pista da ballo volteggiavo ridendo. Io e Ruby ci stavamo divertendo un mondo.

"Chi ha bisogno degli uomini?" Le gridai nell'orecchio mentre iniziava una delle mie canzoni preferite.

"Questo è il tuo inno!" Urlò Ruby sopra il baccano.

Mi lasciai trasportare dalla canzone.

Ruby si fermò. La notai annusare l'aria e, quando un braccio possente le circondò la vita, la vidi sgranare gli occhi.

Anche io percepii una presenza.

Chiunque mi avesse presa di mira prima era di nuovo dietro di me.

"Lasciati andare", mormorò Priya mentre la musica cambiava.

Continuai a dimenare i fianchi, fino a quando non sentii un paio di mani forti e rudi afferrarmi e trascinarmi verso il loro proprietario. Mi appoggiai al suo corpo statuario e lui strinse la presa.

Mi persi in lui.

Quando finalmente riuscii a sentire il suo profumo, il mio corpo non poté fare a meno di reagire. Quell'odore muschiato mi scaldò il cuore. Non smisi di ondeggiare, anzi, presi a strofinarmi sul suo inguine.

Non sarei andata da nessuna parte finché non avessi finito di ballare quella canzone.

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