Harmony S.
EMILY
IL GIORNO PRIMA
Oggi è un grande giorno. Lo sento. C'è un'elettricità diversa nell'aria. Un crepitio di eccitazione e anticipazione.
Stamattina mi sono svegliata di soprassalto da un sogno. Un attimo prima era lì, quello dopo non c'era più.
Scelgo di vederlo come un segno dell'arrivo di qualcosa di buono.
Dopo il rifiuto di Zeke, non potevo rimanere con il branco. Mi faceva troppo male.
Avevo bisogno di uno spazio sicuro per guarire e mia zia Cheryl, l'Alta Maga, mi aveva esortato a passare del tempo con lei, ad allenarmi e ad affinare i miei poteri sotto il suo sguardo attento, in modo da essere pronta a prendere il suo posto quando sarà il momento.
È stata una distrazione di cui sentivo proprio il bisogno.
Vivere e allenarmi nella Villa dei Lillà con mia zia e suo figlio, Theodore, è stata una benedizione. Mi ha fatto distogliere i pensieri da Zeke e mi ha costretta a concentrarmi sulle mie capacità.
I miei poteri sono venuti alla luce molto presto, all'età di cinque anni, e hanno sopraffatto non solo me, ma anche la mia famiglia. Man mano che crescevo, mia madre e i miei nonni mi hanno aiutata a controllare i poteri, ma presto ho superato persino le loro, di capacità.
Quando zia Cheryl mi ha nominata prossima in linea di successione, per la mia famiglia non è stata affatto una sorpresa, anche se gli altri soprannaturali ne sono rimasti certamente scioccati.
Dopo tre anni di formazione con zia Cheryl, passati a studiare sotto il suo tetto, a leggere i suoi numerosi tomi di storia della magia e di incantesimi, so che ha fatto la scelta giusta. Lo sento dentro: la mia magia è più forte, più concentrata.
In realtà mi ero dedicata parecchio alla meditazione. Un sacco di meditazione. Tre anni passati a meditare.
Zia Cheryl ha sempre sottolineato l'importanza di avere una mente calma. Quando le emozioni si alterano, è quasi certo che lo faranno anche i poteri. Quindi, la meditazione tiene sotto controllo i poteri e le emozioni.
Anche se non posso dire di non essermi addormentata almeno qualche centinaio di volte durante queste "sessioni di meditazione".
Poco dopo essere arrivata alla villa di zia Cheryl, sono rimasta sopraffatta dalla sua imponente scalinata di marmo, i lampadari che grondavano di cristalli a goccia, la moquette viola e la servitù che entrava e usciva silenziosamente dalle stanze attraverso porte nascoste.
Ho cominciato a chiedermi perché la sua barriera magica, creata per percepire le intenzioni del visitatore e tenere lontani i nemici, mi lasciasse passare. Sapevo che era una sciocchezza, ma non tutti sono fortunati come me. Molti bambini vengono ripudiati a causa del rifiuto di un compagno.
Ma poi Theo, con il suo aspetto ingannevolmente esile e la sua bellezza da ragazzo, mi ha abbracciata, mi ha ricordato che sono sua sorella d'incantesimi e mi ha chiesto di far valere il mio potere nel mondo.
Non mi ha resa immediatamente più sicura di me, ma è stato un inizio.
Ma oggi non è una giornata dedicata a me. Oggi è il giorno della cerimonia di iniziazione dei Cacciatori, la notte in cui gli anziani e i capi delle comunità soprannaturali celebrano le nuove reclute dei Cacciatori. I capi di ogni specie partecipano a un ballo per congratularsi con i nuovi studenti, dimostrandogli la loro benedizione.
Un mese fa ho aiutato Theo a trasferirsi nel suo dormitorio all'Accademia, dove trascorrerà i prossimi anni di addestramento per diventare un Cacciatore, uno dei pochi eletti che hanno il compito di assicurare che la pace di lunga data tra il mondo umano e quello soprannaturale continui.
Non è un programma facile da portare a termine. È necessario superare molti esami scritti e fisici solo per essere presi in considerazione.
Il giorno in cui Theo ha ricevuto la lettera di ammissione è stato molto speciale e pieno d'orgoglio.
Mentre mi preparo per la sera, ripenso al giorno del trasloco di Theo al dormitorio. C'era qualcosa di diverso che non sono riuscita a togliermi dalla testa.
Appena arrivati, sono stata colpita da una sensazione bellissima: come di cioccolata calda in una fredda notte d'inverno.
Era confortante, mi avvolgeva nel suo abbraccio.
Si intensificava a ogni passo che avanzavo verso la stanza di Theo. Poi, all'improvviso, è scomparsa.
Non sono ancora riuscita a lasciarla andare. Mi viene incontro nei sogni, ma è sempre fuori portata.
Scuoto la testa per schiarirmi le idee e mi guardo un'ultima volta allo specchio. Il vestito di raso color giada con tanto di scollatura, si adatta perfettamente al mio corpo. Aggiungo un tocco di lucidalabbra rosa scintillante prima di raggiungere mia zia nell'atrio.
Zia Cheryl ha un aspetto regale nel suo abito verde smeraldo, con la fede nuziale su una catena d'oro al collo.
Irradia potere e dominio, e brilla di orgoglio per il fatto che suo figlio stia seguendo l'addestramento per diventare un Cacciatore.
Mi stringe la mano e insieme ci teletrasportiamo all'università.
Arriviamo alla sala da ballo e subito mi giro verso destra. Guardo in fondo al corridoio, ma non vedo nulla. Eppure nell'aria c'è un forte odore di cioccolato che mi attira.
Faccio un passo e zia Cheryl mi dà un colpetto sul braccio, catturando la mia attenzione mentre indica la sala da ballo.
Scorro velocemente i tavoli ed eccoli lì, Theo e i miei genitori. Gli corro subito incontro, mentre i miei tacchi sbattono contro il pavimento lucido.
È mia madre a vedermi per prima. La vedo balzare in piedi. "La mia bambina!" Grida correndo verso di me con le braccia tese.
"Mamma!"
Io spalanco le mie e la avvolgo in un abbraccio. Lei mi stringe fino a farmi scoppiare. È passato così tanto tempo dall'ultima volta che l'ho vista e non voglio lasciarla andare.
"Mi sei mancata, mamma", sussurro.
"Anche tu mi sei mancata, tesoro", risponde lei.
Rimaniamo così finché non sento una mano sulla spalla. Rompo l'abbraccio per vedere il mio patrigno, Ian. Mi butto tra le sue braccia e lo stringo per un minuto buono prima di staccarmi.
"È bello vederti, Ian". Sorrido.
"Ian, non monopolizzare la mia piccola!" Grida mia madre, tirandomi di nuovo a sé.
Ian ridacchia, alzando le mani in segno di finta resa. "Va bene, amore".
"Mamma", ansimo mentre lei mi stringe più forte. "Non riesco a respirare".
Con riluttanza, mi lascia andare. "Oh, mi dispiace, tesoro. È solo che non ti vedo da tanto tempo. Troviamo un posto tranquillo per chiacchierare, che ne dici?"
Annuisco e la seguo al piano superiore. Qui c'è meno gente, il che ci garantisce la necessaria privacy.
Usciamo sul balcone e la vista mi lascia senza fiato. È stupenda. Il giardino fiorito è illuminato da luci grandi e piccole. Quelle sulle siepi scendono come gocce di pioggia.
Respiro a fondo e mi godo l'aria fresca della notte.
"Allora", esordisce mia madre, in piedi accanto a me. "Come stai, tesoro?"
"Sto bene". Le sorrido. "Ho fatto molti progressi".
"Davvero? Voglio sapere tutto".
Comincio a raccontarle: dai miei studi all'aiuto per il trasloco di Theo. Faccio una pausa, poi le racconto della strana sensazione che ho provato quando ho aiutato Theo a trasferirsi e dei sogni che faccio da allora.
Anche della mia voglia di cioccolato. Che siano torte, gelati, barrette… Non riesco a farne a meno.
Lei mi afferra le mani, con un grande sorriso sul volto.
"Tesoro, hai trovato la tua seconda possibilità di compagno".
Scuoto la testa, confusa. "La mia cosa?" Chiedo.
"La tua seconda possibilità di compagno. È raro che qualcuno, a parte lupi mannari e licantropi, abbia una seconda possibilità di accoppiamento, ma sembra che tu abbia trovato la tua. Il cioccolato è il re di tutti i cibi consolatori", spiega, "ed è per questo che ne hai una gran voglia".
Mi stringe le mani. "Tale madre, tale figlia".
Sono molto confusa. Seconda possibilità di compagno? Non ho mai sentito parlare di una cosa del genere.
"Aspetta", dico. "In che senso?"
Lei ride. "Io sono la tua seconda possibilità di compagna di Ian. La sua prima compagna è morta poco dopo il loro accoppiamento. Ian ha lottato contro il dolore e si è dedicato all'Associazione dei Cacciatori. Si è impegnato nella causa per anni, senza mai pensare che il suo cuore sarebbe stato di nuovo pieno.
"Dopo la dipartita di tuo padre, io e te ci siamo trasferite nelle terre del branco, e Ian mi ha in qualche modo percepita. Anche lui aveva voglia di cioccolato, tanto cioccolato. Ti ricordi il giorno in cui l'abbiamo incontrato?"
Scuoto la testa. Avevo dieci anni e so che è un giorno importante per mia madre, ma non ricordo nulla.
"Tu correvi in giro con gli altri bambini, ma a me è venuta una strana sensazione. Una sensazione di calma, come se fossi esattamente dove dovevo essere. Ho alzato lo sguardo e lui era dall'altra parte del parco e mi fissava. Non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso.
"Essendo un lupo mannaro, ha capito subito che ero la sua seconda possibilità di compagna. A me ci è voluto un po' più di tempo per credere che fosse vero".
"Perché non me l'hai detto prima?" Chiedo.
Lei alza le spalle. "Eri piccola e il tempo passava. A me non importava di essere la prima compagna o la seconda, mi bastava stare con lui".
Mi stringe di nuovo le mani. "E ora anche a te è stata concessa una seconda possibilità di accoppiarti".
Sento la mia espressione cedere. Cosa succederà se mi concederò al mio compagno della seconda possibilità? Non voglio provare lo stesso dolore che ho provato quando Zeke mi ha rifiutata. Non so se riuscirei a sopravvivere una seconda volta.
"Emily", dice mia madre, interrompendo il mio pensiero.
"E se fosse come Zeke?" Mormoro. "E se odiasse le streghe e decidesse di respingermi? Quel dolore era insopportabile. Non lo augurerei al mio peggior nemico. È stato come essere pugnalati al cuore con forza… Non passava mai".
Stacco le mani dalle sue e incrocio le braccia sul petto. "Come posso riaprire il mio cuore? Forse dovrei lanciare un incantesimo per mascherare il mio odore o qualcosa del genere".
Lei allunga una mano e mi asciuga una lacrima dalla guancia. "So che Zeke ti ha fatto male. Per guarire ci vuole tempo. Tuttavia, non puoi permettere che questo ti impedisca di amare. Se il tuo nuovo compagno accetterà tutto ciò che sei e tutto ciò che è successo, penso che meriti una possibilità. Non devi accettarlo subito, ma non sarebbe male dargli una chance".
"So che sembra sciocco, ma quando ho guardato negli occhi Zeke, mi è sembrato di vedere un futuro con lui. Felicità… Un matrimonio, dei figli… Tutto. Ero pronta ad andare oltre per lui. Proprio come pensavo che lui avrebbe fatto per me. Ma ora… dopo essere stata ferita…"
Mi tampono gli angoli degli occhi, rifiutandomi di lasciar cadere altre lacrime. Mi sono truccata bene. Non posso permettermi di sbavarlo per Zeke.
Faccio un respiro profondo. Mia madre ha ragione. Devo aprirmi di nuovo alla possibilità di amare.
Annuisco. "Non posso dire con certezza che amerò il mio secondo compagno, dopo quello che ha mi ha fatto Zeke, ma gli darò una possibilità". Sorrido. "Quella persona è la mia seconda chance, quindi tanto vale che mi impegni".
Mia madre mi abbraccia. "La mia ragazza coraggiosa", dice, soffocando le lacrime.
La abbraccio a mia volta. "Non rovinare il trucco, mamma".
"Per te ne vale la pena".
Sospiro. Mia madre è sempre stata brava a confortarmi.
Mi tiene tra le sue braccia ancora per qualche minuto prima di tornare nella sala da ballo. Sento di nuovo quella sensazione mentre ci dirigiamo al nostro tavolo.
Quel calore… Lui è qui?
Mi sfugge un lamento. Voglio del cioccolato…
"Scusa, mamma, prima vado a prendere qualcosa da mangiare", dico allontanandomi e dirigendomi verso il tavolo dei dolci.
Ho l'acquolina in bocca. Torta al cioccolato con zuccherini in cima.
Prendo rapidamente una fetta e una forchetta. La taglio e mi lecco le labbra in attesa.
Apro la bocca, pronta a gustare questo dolce dessert, quando improvvisamente vengo fermata.
Una grande mano si posa sulla mia, allontanando la torta da me.
Seguo la scia del mio stesso braccio, che fa sparire la delizia nel cavo orale di qualcun altro.
Le sue fauci si chiudono intorno alla forchetta. Il proprietario la estrae lentamente dalla bocca e si passa la lingua sulle labbra.
"La mia torta!" Grido.
Mi prendo mentalmente a calci. Tra tutte le cose che mi potevano uscire di bocca, dovevo proprio parlare di dessert?!
Il ladro di torta ridacchia.
Un momento.
Perché è tutto così silenzioso?
Con la coda dell'occhio, vedo che tutti mi fissano. Perché mi guardano?
Qualcuno si schiarisce la voce e il mio sguardo torna sul ladro di torte.
Alzo gli occhi. Ancora, e poi un altro po'. Accidenti, è alto. Probabilmente più di un metro e ottanta. Occhi verde foresta, capelli neri, labbra rosa con un accenno di rosso, una leggera barba. E quegli occhi… che mi catturano nella loro profondità.
Non riesco a muovermi. Voglio solo rimanere a fissarli per tutto il giorno.
Poi, con una sola parola, il bel momento viene spezzato.
"Amore".