La sopravvivenza della rosa - Copertina

La sopravvivenza della rosa

Audra Symphony

La punizione

DEANNA

La regina brandì la cinghia di cuoio; Deanna lo sapeva fin troppo bene.

"Eri con uno dei miei ospiti!"

Prima sarebbe finito il pestaggio, prima Deanna sarebbe potuta scappare.

Senza che le venisse chiesto, si chinò su una sedia, aggrappandosi alla struttura per farsi forza.

Veniva punita regolarmente per un motivo o per l'altro.

Quando suo padre era vivo, Deanna era stata punita solo quando aveva commesso ciò che le era stato espressamente proibito.

Dalla sua morte, invece, poteva ricevere maltrattamenti per qualsiasi ragione.

Era vero che molte delle punizioni erano per infrazioni prevedibili, ma Deanna si sentiva umiliata per essere castigata per aver infranto delle regole con le quali non era d'accordo.

Si inventa le regole per avere una scusa per picchiarmi.

Il primo colpo di cinghia sulla schiena la fece ansimare dal dolore, ma riuscì a stringere i denti e a respirare durante il secondo e il terzo.

Ricevette quindici frustate prima che la regina sospirasse e lasciasse cadere la cinghia sul pavimento.

Deanna credeva a volte che la forza della regina si dissipasse prima della rabbia. Ma ciò dava alla figliastra una tregua.

"Spero che tu abbia riconosciuto il difetto nei tuoi modi" disse infine la regina, senza fiato, permettendo a Deanna di raddrizzarsi.

"L'ho fatto, regina madre. Sono profondamente dispiaciuta", mentì Deanna, iniziando il processo della sua solita farsa penitente.

La regina annuì e la congedò.

Deanna tornò barcollando nella sua stanza.

Si aggrappò alla ringhiera per sorreggersi mentre saliva le scale, ogni movimento degli arti le provocava un brivido di dolore lungo la schiena.

Era buio e il castello era tranquillo.

Gli ospiti erano nelle loro stanze per la notte.

Fatta eccezione per qualche guardia, le aree comuni erano vuote.

Deanna provò sollievo per essere sfuggita alla presenza della regina.

La Regina Madre potrà anche avere un esercito alle spalle, ma rimarrà sempre una codarda per aver picchiato un'anima innocente.

La camera da letto di Deanna era proprio accanto a quella di Helena. Dopo un pestaggio come quello, spesso si intrufolava nella stanza della sorella maggiore e si addormentava tra le sue braccia.

Deanna sorrise al ricordo.

Vorrei poter andare da lei ora, ma non posso rischiare di lasciare la Torre Ovest subito dopo una punizione del genere.

AEON

Aeon conosceva l'importanza di impegnarsi nel proprio ruolo.

Il principe Maxim aveva fame, ed ecco che il suo "capitano della guardia" si trovava a scroccare cibo in cucina dopo il tramonto.

Sarebbe stato sospetto se Max l'avesse fatto per sé, con tanti uomini ad accompagnarlo.

Il posto era semideserto, ma alcuni servitori si muovevano ancora, completando le faccende.

Alcuni pulivano i piatti e la cucina stessa, in disordine dopo il grande pasto che avevano consumato con la regina.

Altri si preoccupavano per il giorno dopo, pasticciando con i menu e preparando quello che potevano.

Guardando la cucina unta, ad Aeon non sembrò che la casa fosse abituata a un tale afflusso di ospiti.

Nessuno aiutò Aeon a preparare un piatto a Max, né gli prestava attenzione.

Lui preferiva così.

La sua mente tornò alla giovane donna in giardino.

Deanna.

Era una bella ragazza, aveva degli suoi occhi scuri e senza fine. Aeon ricordò l'espressione di lei quando aveva notato la regina marciare verso di loro.

Era spaventata.

Sembrava che le voci sull'odio della regina verso la figliastra fossero fondate. Decise che avrebbe indagato anche su ciò.

Mentre Aeon stava per andarsene, riconobbe il principe Lamont intrufolarsi in cucina, afferrare rudemente una cameriera per un braccio e trascinarla nella dispensa.

Non sembrava affatto giusto.

Se sarebbe stato sospetto per il principe Maxim farsi trovare in cucina a quell'ora della notte, sicuramente la presenza del futuro re di Albarel era fuori dal comune.

Aeon finse di preoccuparsi di scroccare un ultimo boccone mentre si avvicinava alla porta dietro la quale erano scomparsi i due.

Riusciva a sentire delle voci basse, ma era difficile capirne le parole.

Lamont sembrava pretendere qualcosa dalla sua serva, ma Aeon non riusciva a capire cosa. Riusciva solo a sentire le risposte di lei, sempre più stridenti e piagnucolanti.

"Non posso, signore! Mi dispiace. Non posso tradire così un amico".

Arrivò un ordine da Lamont, Aeon trattenne il fiato per sentirlo, ma continuava a non sentire bene.

"No, ti prego!" La voce della cameriera si spezzò per il pianto. Respirava a fatica, singhiozzando.

Attraverso la fessura della porta, Aeon poté vedere Lamont spingere qualcosa nella mano della donna. Lei non lo spinse via, ma continuò a protestare.

Alla prima vista del principe, gli altri servi si erano dati alla macchia.

Sembrava che il futuro re fosse più temuto che amato.

Era il momento di intervenire.

"Cos'è tutto questo baccano?" Chiese Aeon mentre Lamont usciva dal magazzino con aria soddisfatta di sé.

La serva lo seguì dopo un momento con le spalle curve.

Gli occhi a terra.

Stava avvolgendo il proprio scialle intorno a qualcosa.

L'oggetto brillava tra le fiamme di un vicino focolare. Aeon credette di sapere cosa fosse, anche se non sapeva a chi fosse destinato.

La guardò mentre usciva rapidamente dalla cucina, poi rivolse la sua attenzione a Lamont.

Il principe lo guardò sorridendo.

Aeon poteva praticamente sentire l'immeritata sicurezza di sé che emanava, come se farsi grosso con le serve gli desse uno scopo.

"Che ti importa?" Scattò Lamont.

Aeon fece un passo avanti, ogni muscolo del corpo avrebbe voluto dare una lezione al giovane. Per cosa esattamente, non lo sapeva.

Non sopporto i suoi modi sfacciati.

Pensare che un uomo con una tale arroganza un giorno avrà il potere di essere re!

Ma si fermò.

Per prima cosa, le azioni avevano delle conseguenze. Secondo, Aeon doveva rimanere anonimo.

Era lì per osservare, per scoprire prima cosa stava succedendo.

La paura attraversò lo sguardo di Lamont e Aeon non poté fare a meno di provare un po' di piacere.

Potrei dover controllare i miei impulsi ora, ma uno di questi giorni spero di avere l'opportunità di rimodellare il volto di questo principe...

Lamont riacquistò la sua compostezza e sorrise ampiamente.

Aeon si ritrovò a ricordare il falso sorriso della regina che li aveva accolti, sia a cena che più tardi, in giardino.

Aeon, sovrastando Lamont, pretese ancora una volta di sapere cosa voleva dalla cameriera.

"Sai chi sono io?" Rispose Lamont, ignorando la domanda. Il sorriso rimase fisso sul volto del biondo. Assomigliava moltissimo alla madre.

"Certo che lo so, principe Lamont", parlò Aeon deliberatamente.

"Quindi devi sapere", rispose lui, la sua voce risuonava con la sicurezza di un ragazzino che si vanta del padre, "che la sporcizia come te dovrebbe farsi gli affari suoi".

"Io sono il futuro re di questa terra", dichiarò. "Ho più potere io nel mio dito mignolo che tu in tutto il tuo corpo".

La minaccia era così ridicola, proveniente da un giovane così esile, che quella volta fu Aeon a sorridere.

Si sforzò di trattenere una risata mentre il volto del principe diventava rosso sangue. Si chiese come avesse potuto trovare minacciose le azioni di Lamont.

"Forse", concesse Aeon. "Ma io non ho mai avuto bisogno di sgattaiolare con le serve di notte".

Aeon non si inchinò. Non aspettò di essere congedato. Prese semplicemente il piatto per Max e si voltò per andarsene.

Mentre saliva le scale, Aeon si chiese cosa potesse avere in mente Lamont che coinvolgesse un servitore.

E anche perché il principe non potesse svolgere il proprio lavoro alla luce del giorno.

DEANNA

Non appena le bussarono alla porta, Deanna si svegliò.

Aveva sognato un bello sconosciuto e non voleva svegliarsi.

Ma quando si spostò nel letto, il dolore della punizione della sera prima la riportò alla realtà.

I pensieri sull'affascinante sconosciuto svanirono quando ricordò la regina che li aveva sorpresi insieme in giardino e gli eventi che ne erano scaturiti.

Si alzò e si stiracchiò lentamente.

Deanna non era estranea ai lividi lasciati dalla cinghia di cuoio e stette attenta a non fare alcun movimento che avrebbe esacerbato il dolore.

Sentiva la schiena rigida mentre si allungava, ma il dolore era come sordo e non si aspettava che durasse a lungo. La pelle non si era lacerata.

Deanna percorse il pavimento freddo a piedi nudi e aprì la porta.

Mary, la sua serva, amica e confidente, stava lì con un piccolo vassoio coperto in mano.

"Buongiorno, principessa", disse a bassa voce.

Deanna amava Mary, che l'aveva sempre chiamata "principessa", trattando Deanna con lo stesso rispetto del resto della famiglia reale.

Da quando Deanna era stata allontanata dai suoi fratelli e costretta a rimanere nella Torre Ovest, si era spesso trovata senza nessuno con cui poter conversare.

I suoi genitori erano morti e sepolti, Helena veniva tenuta lontana da lei e i suoi fratelli minori erano troppo giovani per comprendere la situazione.

Deanna sapeva che gli altri servi la tenevano d'occhio, ma Mary era fedele.

L'arrivo della cameriera fu un sollievo da tale isolamento.

"Buongiorno, Mary!" La salutò Deann, facendosi da parte per farla entrare. "Che notizie hai portato per me, oggi?"

Mary entrò nella stanza e posò il vassoio su un piccolo tavolo accanto al letto.

"Ehm, nessuna novità oggi", disse Mary a bassa voce, sembrava a disagio.

"Nessuna novità?" Chiese Deanna, ridendo. "Sarebbe la prima volta! Dai, siediti a spazzolarmi i capelli e raccontami tutti i pettegolezzi. Scommetto che c'è qualcosa di buono che mi stai nascondendo".

Mary fece come le fu detto, ma il suo viso si corrucciò e cominciarono a tremarle le mani.

"Mary?" Chiese Deanna, mentre la mano dell'amica si fermava tra i suoi capelli. "È tutto a posto? Non sembri stare bene".

Deanna si voltò dallo specchio per affrontare l'amica, che si stava guardando le mani.

I suoi occhi seguirono quelli della serva e notò un pugnale ornato al posto della spazzola che era caduta a terra.

"Dove l'hai trovato, Mary?"

"Mi dispiace, principessa", sussurrò lei. Aveva il viso rigato di lacrime.

"Scusa per cosa? Mary?!"

Deanna urlò mentre la donna faceva scendere il pugnale verso di lei.

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