Breeanna Belcher
LILY
L'adrenalina mi scorre nelle vene quando sento la folla urlare il mio nome, o forse è solo l'effetto dell'alcol.
"Lily! Lily! Lily! Lily! Lily!"
Bevo la birra direttamente dal barile, mentre alcuni presenti mi tengono le gambe in aria. Il gelido tubo collegato al barile è posizionato saldamente tra le mie labbra, e intorno a me il caos esplode e le grida si fanno più forti.
Quando l'ultima schiuma bianca e densa comincia a risalire il tubo verso la mia bocca, so di avercela fatta. Mi abbassano le gambe a terra e provo un senso di soddisfazione mentre cerco di spostare i miei lunghi capelli intrecciati, che ora ricadono con una strana angolazione sul mio viso.
"Sì, cazzo!" Stringo i pugni e salto insieme ai miei amici umani e del branco. Potrebbe sembrare un'impresa per un umano, ma come lupo non era poi così difficile.
È proprio quello di cui avevo bisogno! ~Penso tra me e me.
Tutte quelle maledette ore passate accanto a Zee e a sentirlo farmi la morale su quello che dovrei fare e su come dovrei fare meglio. Bla, bla, bla. In realtà, sono abbastanza sicura che abbia solo bisogno di togliersi il bastone dal culo e di divertirsi, una volta tanto.
Io e la mia lupa ci siamo impegnate più che mai nell'addestramento del branco. Per rafforzare e preparare i miei poteri. Credo di star andando decisamente bene.
Avevo bisogno di sfogarmi un po'. Anche se so che Zee non approverebbe, me lo merito. Avevo bisogno di fare abbastanza casino da scacciare i pensieri dalla mia testa.
"Che diavolo, sì!" Grido di nuovo sopra la musica che rimbomba forte nella stanza.
Un uomo grande e muscoloso mi si avvicina e mi fa l'occhiolino. Il suo sorriso malizioso dice tutto quello che devo sapere. So esattamente cosa sta cercando.
Gli afferro l'avambraccio e lo tiro contro il mio corpo, avvolgendogli un braccio intorno al collo.
"Accidenti, ragazza", esclama con voce roca.
Non penso, mi limito a premere la mia bocca contro la sua, lasciando che la mia lingua sovrasti la sua, che sa di cannella. Avvolgo le gambe intorno ai suoi fianchi saltando su di lui, rimanendogli in braccio, mentre lui aggancia un braccio intorno alle mie cosce rivestite del jeans dei miei pantaloncini, per tenermi saldamente in posizione.
Non ho bisogno di aiuto, ma lo lascio fare lo stesso.
Sento la fibbia della sua cintura premere sulla mia pelle scoperta delle gambe.
Il freddo del metallo è fantastico sulla pelle esposta.
Mi piace anche il suo profumo, ~penso, mentre il suo odore avvolge i miei sensi.
Profuma di cuoio affumato e mele alla cannella e, dea, ha un sapore ancora migliore, come il whisky Fireball.
"Buon compleanno anticipato, amica!" La mia amica umana Becca è riuscita a farsi largo tra il frastuono della folla per ricordarmi il motivo per cui sono venuta qui.
Il mio stupido compleanno.
Sento che la mia lupa e io alziamo in contemporanea gli occhi al cielo.
Stacco le labbra dal mio pasticcino alla cannella solo per un secondo, la saluto e le faccio un sorriso, prima di tornare a succhiare il viso del biondone.
"I grandi 22! Cosa hai intenzione di fare? Torta di compleanno? Gelato? Festoni con candele scintillanti? Esprimi quel desiderio di compleanno! Sai cosa penso che dovremmo fare tutte? Dovremmo fare un viaggio tra ragazze. Magari sulle scogliere? Fare una giornata alle terme. Coccolarci e rinfrescarci. Un weekend come regalo per te stessa!" Le sue domande e proposte si susseguono così velocemente che riesco a malapena a starle dietro.
Il resto delle mie amiche umane si mette al lavoro insieme e ognuna inizia ad aggiungere le proprie idee. Tutte loro fanno progetti per me e per il mio compleanno di merda.
Questo è l'unico giorno di cui non mi importa nulla. Tutte loro volevano festeggiare in modo diverso e io volevo solo saltarlo del tutto.
Tra un bacio e l'altro del biondone, afferro un altro shot e lascio che le ragazze continuino a divertirsi.
Odio il mio compleanno, ~penso.
Odio l'idea nel suo complesso. Mi rifiuto di celebrarlo in qualsiasi modo.
Stupido passaggio di età.
Ringhio internamente.
Questo è l'anno che temo fin da quando ho perso mia madre. I ventidue anni sono l'età in cui tutti i lupi iniziano a trovare il loro compagno predestinato.
Ogni lupo non accoppiato si riunisce in questo periodo una volta ogni dieci anni per la cerimonia di accoppiamento, lasciando che sia un ululato a decidere del proprio destino.
Non ho intenzione di sistemarmi e di diventare una casalinga con uomo e bambini al seguito. Sono destinata a cose più grandi.
Sono la figlia del re alfa, erede della carica. Diventerò la prima regina alfa in assoluto. Non una lupa coccolata che indossa il grembiule e che dipende da ogni singola parola del suo compagno. Quanto è stupido sentirsi vincolata da un legame ed essere dipendente, come un tossico, da un'altra persona.
Ad essere sincera, non voglio questo titolo, non voglio comandare. Voglio solo combattere come un lupo normale.
Ho intenzione di affinare i miei poteri, far crescere la mia forza e assicurarmi di non sentirmi mai come mio padre.
Vedo la costante pressione che subisce ogni giorno e quanto a pezzi sia, senza la sua compagna, la mia mamma...
I ricordi della notte in cui è morta mi passano davanti agli occhi. Il suo corpo che copriva il mio. Le urla. Il panico. Le lacrime.
Scuoto la testa cercando di allontanare i pensieri e butto giù uno shot a caso posato sul bancone.
Quella notte ha distrutto mio padre, trasformandolo in un guscio di ciò che era una volta.
Io non sarò mai così.
Il pensiero, che ormai mi ha rovinato l'umore, mi fa decidere di mettere un punto alla serata, ringraziare il signor Fusto e prendere le mie cose.
"Ehi ragazzi, grazie per gli auguri di compleanno e tutto il resto, ma per stasera me ne vado. Ci vediamo", dico a voce alta per superare la musica.
Saluto e mi faccio strada tra la folla per uscire. L'aria notturna mi colpisce e faccio un lungo e profondo respiro. Sento l'odore della foresta.
Mi servirebbe una bella corsa per scrollarmi di dosso questa sensazione.
Odio il mio compleanno.
Odio l'idea di un compagno e di fare la casalinga mantenuta.
Voglio combattere in prima linea ed esercitare i miei poteri meglio di chiunque altro.
Sono destinata a me stessa.
Odio sentirlo ripetere da tutti, ma è vero. È qualcosa in cui io stessa credo.
Non voglio un compagno.
Mio padre ha il cuore spezzato dalla perdita di mia madre. È rimasto per sempre bloccato in questa depressione.
Non voglio che succeda anche a me.
È orribile.
Una volta allontanata abbastanza dagli occhi del pubblico, mi chino e mi trasformo nella mia forma lupo. La mia pelliccia bianca esplode dal mio corpo e scuoto la coda. La luce della luna colpisce la mia pelliccia facendola quasi brillare. Mi hanno detto che la mia lupa assomiglia a quella di mia madre.
Mi avvio, correndo attraverso la foresta sotto la pallida luce della luna.
Poi sento il vento fresco sul muso, mi piace come il vento mi sfiora la pelliccia. Sento i piccoli animali che sfrecciano tra gli alberi, scappando alla mia vista. I suoni sono come una droga, danno un senso di pace. Qui fuori non ho bisogno di pensare a niente e a nessuno, posso solo essere... Me stessa.
Troppo presto vedo spuntare tra gli alberi l'ombra scura della casa del branco.
Non posso sostenere un'altra stupida conversazione sulle responsabilità stasera, ~penso tra me e me, sapendo che Zee probabilmente mi sta aspettando sveglio per farmi l'ennesima ramanzina. Giuro che si comporta come se fosse il mio dannato padre...
Una volta che sono abbastanza vicina, mi nascondo dietro il cespuglio dove ho riposto dei vestiti e torno alla mia forma umana. Il mio obiettivo è di intrufolarmi senza essere notata da nessuno, perché "i reali non si comportano così".
Mi prendo un momento per elaborare un piano nella mia testa prima di cercare di intrufolarmi.
Tutti dovrebbero dormire profondamente.
Devo passare dalla porta laterale, attraverso l'ufficio, salire in camera, lavare via l'odore dell'alcol e dei ragazzi, e poi riposarmi un po' prima che il sole squarci le nuvole e che l'allenamento della giornata abbia inizio.
Con rapidità e destrezza, riesco a raggiungere i gradini di legno laterali e il portico scricchiolante senza il minimo rumore.
Metto la mano attentamente sulla maniglia dorata della porta e mi assicuro di tenerla ferma in modo che non faccia rumore e non mi tradisca.
Spingendo la porta, tiro un sospiro di sollievo e la apro del tutto.
Grazie, amata Dea della Luna.
Non posso fare un con...
"È tardi", la voce profonda e contrariata di Zee mi distoglie dai miei pensieri.
Cazzo.
La lampada dell'ufficio si accende e vedo i capelli scuri di Zee seduto alla scrivania, con libro e penna in mano.
Stava studiando.
Naturalmente, mi stava aspettando per poter fare una scenata dicendomi di comportarmi meglio.
Maledetta Dea. Non ne ho bisogno in questo momento.
"... E?" Mi riprendo rapidamente.
Chiudo la porta d'ingresso sbattendola più di quanto avessi previsto.
"Puzzi di alcol e di uomini sporchi. Cosa c'è di sbagliato in te? Non sei più una bambina! Lily, questa storia è durata abbastanza. È ora di crescere e di prendere il tuo ruolo qui più seriamente. Per una volta comportati come il tuo rango richiede", ringhia.
Mentre chiude il libro, vedo i suoi occhi scuri che mi fissano attraverso la stanza.
"Posso fare quello che voglio, quando voglio e per quanto tempo voglio. Non puoi dirmi cosa devo fare, Zee", dico con tono sornione.
Incrociando le braccia al petto, lo guardo in attesa della sua inevitabile replica.
"Hai una responsabilità nei confronti del nostro popolo, Lily. Sarai accoppiata e prenderai il tuo posto come leader nel giro di pochi giorni. Perdonami se non ritengo che la prossima regina debba essere un'ubriacona di facili costumi", sibila.
So che odia l'idea che io sarò al comando tanto quanto la odio io, ma questo è stato un colpo basso perfino per lui.
"Vai a farti fottere, Zee! Quando sarò alfa di questo branco, tu sarai il mio beta. Forse dovresti imparare a tenere la bocca chiusa e abituarti a fare tutto quello che ti dico di fare", praticamente urlo.
Zee si alza dalla sedia e attraversa la stanza in pochi secondi. I suoi occhi scuri si fanno più cupi. Se gli sguardi potessero uccidere, sarei già morta cento volte.
L'ho fatto arrabbiare. Bene. Forse imparerà a lasciarmi in pace.
"Che cosa mi hai appena detto?" Zee si avvicina. Il suo petto nudo e abbronzato sfiora il mio. Non me ne ero resa conto, ma mi ha spinto contro la porta dell'ufficio.
"Io so..." Faccio per ribattere, ma all'improvviso la stanza sembra andare a fuoco.
Riesco a sentire il suo odore. La menta del suo dentifricio. La freschezza dei suoi vestiti. Come i fiori nel pieno della loro fioritura. C'è qualcos'altro che non riesco a identificare...
Qualcosa è cambiato. Perché ha questo aspetto? Perché ha un odore così buono?
I miei occhi iniziano a vagare sul suo viso... Le sue labbra... Non sembra lo stesso. Sento un nodo allo stomaco.
"Zee?" Sussurro il suo nome, senza staccare gli occhi dalle sue labbra.
"A letto. Ora", mi ringhia le parole con disgusto, allontanandosi da me e andando via come una furia, lasciando il mio corpo più freddo di quello che ero solo pochi istanti fa.
ARGHH!!! Non posso crederci! Non preoccuparti di me, piccolo e stupido beta. Fottuto idiota. Cosa gli dà il diritto di darmi ordini come se fossi una bambina, cazzo?!
Mi assicuro di salire le scale a passo deciso. La mia mente vortica sulle possibilità di fargli rimpiangere di avermi parlato in quel modo durante l'allenamento di domani.
Vai a farti fottere, Zee! ~Urlo internamente.
Farò in modo di vendicarmi.