I Lupi del Millennio: Il calore di Aiden - Copertina

I Lupi del Millennio: Il calore di Aiden

Sapir Englard

Privilegio dell'avvocato dell'Alfa

"Perdonami". La voce della ragazza, morbida e diffidente, mi riportò alla realtà. "Mi hai colto di sorpresa".

Dentro di me percepivo ancora una tempesta di energia sessuale, come un fulmine che mi colpiva in ogni parte, mentre quella donna era completamente calma e indifferente.

Poi capii. Non aveva idea di chi fossi io per lei, né lei per me.

Mi stava trattando come chiunque avrebbe trattato il proprio Alfa, evitando il contatto visivo prolungato e parlando in modo formale.

Non aveva la minima idea che fossimo compagni.

Quando un Alfa trova la compagna, solo lui è in grado di percepire quella sensazione, fino a quando non la comunica a lei.

"Mi scuso", le dissi, cercando di non digrignare i denti, di non stringere le mani in pugni, di non mostrare alcun segno di aggressività o il desiderio di prenderla proprio lì, proprio in quell'istante. "Non volevo spaventarti".

Lei non rispose, come intimidita da quello che era appena successo tra noi. C'era una diffidenza persistente nel suo odore.

Probabilmente pensava che le avrei staccato la testa a morsi, nonostante le mie scuse, cosa che non facevo quasi mai, nemmeno in circostanze normali.

I miei desideri da lupo erano più primitivi. Non importava che non sapessi nulla di quella donna. Il mio lupo interiore la vedeva come la sua compagna e avrebbe voluto reclamarla.

In quel momento, tenere a freno il lato più primordiale era quanto di più difficile dovessi fare, visto che andava contro ogni mio istinto naturale.

Dopo aver realizzato chi fosse per me, mi sentii ubriaco del suo profumo, era un odore molto più potente di quello di qualche istante precedente.

Ironicamente, lo stesso istinto che mi spingeva a prenderla e farla mia contro ogni buon senso era lo stesso che mi diceva che non fosse il momento giusto. Era diffidente nei miei confronti, forse addirittura spaventata da me.

Si rifiutava di stabilire un contatto visivo diretto, appassendo sotto il mio sguardo intimidatorio.

Non avrei mai e poi mai fatto del male a nessuno, specialmente alla donna che sarebbe dovuta essere mia. Per non spaventarla, avrei dovuto chiarire la situazione. Subito.

Mi costrinsi ad allentare la tensione che mi avvolgeva i muscoli, l'uccello che si stava irrigidendo, poi rilasciai un respiro uniforme.

"Va tutto bene", dissi, incapace di distogliere lo sguardo dai lineamenti del suo viso, imprimendoli nella memoria. "Davvero. Non mordo..." I miei occhi le andarono al collo, dove vidi il battito del suo cuore sussultare. "Il più delle volte".

Girò leggermente la testa, gli occhi risalirono lentamente il mio corpo fino a quando non azzardò uno sguardo appena sotto l'altezza dei miei occhi, come se non riuscisse a sostenere di nuovo un contatto diretto.

Mi chiesi se mi fossi accaparrato una lupa sottomessa; era così attenta e, per qualche ragione, ciò fece accendere in me una scintilla di malizia persa da tempo.

Mi avvicinai a lei, le sorrisi, flirtando con le labbra. "La prossima volta che mi disegnerai, avvicinati di più".

"Oh... va bene", balbettò lei.

Dentro di me il lupo prese a ringhiare mostrando i denti. Ci accordammo sul recuperare prima maggiori informazioni, invece che sull'attacco, dato che lanciarsi in una mossa del genere così presto sarebbe stata una cattiva idea.

Era troppo agitata, troppo ansiosa, probabilmente il suo istinto mannaro sottomesso la spingeva a stare buona, ad abbassare la testa ed esporre il ventre, ad ammettere la sconfitta.

Non avrei voluto una compagna sconfitta. Una che avesse paura di me. L'unico momento in cui avrei voluto che la mia compagna si comportasse da sottomessa era a letto, inoltre mi sarei assicurato che non fosse diffidente nei miei confronti.

Per quanto ogni parte di me avrebbe voluto gridare che fossimo compagni, restare e respirare il suo profumo, sentire il suo tocco, morderle il collo, feci la cosa giusta, quella più onorevole.

Me ne andai senza dire altro, lasciandomi alle spalle il sole che tramontava e ritirandomi nell'oscurità.

***

Nome: Sienna Mercer

Età: 19

Razza: lupo mannaro, femmina

Famiglia: Melissa e Peter Mercer, adottivi; Selene Mercer, sorella, adottiva; genitori biologici sconosciuti

Dominanza: Non classificato

Seduto nello studio di casa, fissai i pochissimi dettagli che avevo raccolto sulla mia compagna e feci una smorfia.

Se non fosse stato per il mio avvocato, Jeremy, che si dava il caso fosse accoppiato con la sorella di Sienna, probabilmente non avrei nemmeno avuto nemmeno quelli.

La faccenda mi tormentava da quando ero tornato a casa dal fiume. Una volta fuori dal raggio di quell'odore, tutti i miei istinti primordiali divennero silenziosi, riservati.

Lupo e uomo erano entrambi d'accordo: ci saremmo dovuti andare piano, che lei fosse una sottomessa o meno.

Non voglio mandare tutto a puttane. Non voglio rischiare di allontanarla.

Nessuna donna apprezzerebbe avances da un uomo che conosce appena, Alfa o no. Il corteggiamento esisteva per un motivo.

Tuttavia, con la stagione degli accoppiamenti che si avvicinava, sapevo che quando il calore avrebbe preso il sopravvento avrebbe reso il corteggiamento molto più facile.

Avrei anche potuto non aver bisogno di lavorarci molto; tutti i lupi mannari perdono il senno e cedono ai loro impulsi quando c'è in ballo il calore. Per lo meno avrei potuto contare su quello.

E se trovasse un partner per la stagione?

Sarebbe stato un vero disastro... letteralmente. Perché qualcuno avrebbe dovuto pulire la carcassa dell'interessato dal marciapiede.

Lei era la mia compagna. Mia. Se avessi avuto voce in capitolo, nessun altro le avrebbe toccato anche solo un capello, e in quanto Alfa avevo un sacco di cose da dire.

Stare a guardare mentre la mia compagna si portava a letto un altro uomo non era un'opzione, ma nemmeno spingerla ad accoppiarsi prima che fosse pronta.

~Dovrò procedere con molta attenzione... ~

Una volta che un lupo mannaro aveva trovato il proprio compagno, sarebbe stato accoppiato per tutta la vita. Uno non poteva vivere senza l'altro. In caso di morte di uno dei due, l'altro lo seguiva a ruota.

Quella era la verità assoluta, la bellezza e l'orrore di avere una compagna, nessuno era escluso da tale regola.

Nemmeno gli Alfa~. ~

~Nemmeno Aaron. ~

Quando mio fratello maggiore incontrò la sua compagna, Jen, una bellissima donna umana, li presi come modello di coppia ideale.

Si completavano a vicenda in modo così totalizzante che non potevi far altro che guardarli con invidia, desiderando di poter avere qualcosa di altrettanto speciale.

Io avevo desiderato esattamente quello per me: trovare una compagna che mi completasse come Jen aveva fatto con Aaron.

Ma poi Jen era morta e, secondo le regole di madre natura, Aaron l'aveva seguita poco dopo. Se n'erano andati entrambi molto in fretta, la coppia delle coppie… e con loro anche le mie speranze e i miei sogni di trovare una compagna.

Avevo soppresso il desiderio di avere una compagna distraendomi con del sesso occasionale.

Non avrei permesso a me stesso di trovare una vera connessione, non se avrebbe significato dover assistere alla morte di qualcuno che amavo, o peggio, far passare a qualcun altro quell'incubo.

A spaventarmi non era solo la morte.

Ero io.

Non ero sicuro di avere quello che servisse per essere un compagno.

Dopo la morte di Aaron, tutto quello che pensavo di sapere su ciò che rendeva un compagno perfetto era svanito, cosa mi rimaneva? Solo illusioni infrante.

Anche essere la mia compagna non sarebbe stato un ruolo facile. La compagna di un Alfa doveva essere forte, capace e in grado di farsi valere. Avrei avuto bisogno di qualcuno che potesse stare al mio fianco, essere mio pari.

Non mi ero mai immaginato con qualcuno di sottomesso. Nutrivo un sano rispetto per i lupi sottomessi, ma avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse a tenere a freno gli impulsi peggiori.

Forse aspettarsi una compagna in grado di affrontare un Alfa era da pazzi, ma a volte anche io avevo bisogno di essere rimesso al mio posto. Sienna sarebbe stata in grado di gestirlo?

Aveva solo diciannove anni. ~Diciannove. ~

Aveva dieci anni in meno di me, era appena uscita dal liceo. Ciò faceva di me un predatore di culle? ~Merda, spero di no. ~

Nella mia relazione con Jocelyn, era stata indiscutibilmente lei quella matura. I diciannovenni stavano ancora cercando di capire la loro identità, imparando facendo errori.

Non ero famoso per la mia pazienza, ma avrei dovuto trovarne un po' in fretta se avessi voluto che la storia con Sienna funzionasse.

Nel mondo mannaro non sarebbe stato così insolito uscire o accoppiarsi con qualcuno così giovane, ma non era visto di buon occhio, specialmente quando chi era coinvolto nella relazione era l'Alfa.

Non me ne importava nulla di quello che pensavano gli altri. Ma doveva importarmi di lei. Era la mia compagna. Non avrei potuto privarla della sua libertà così presto.

L'accoppiamento era a vita e anche se lei avesse potuto volere un compagno, come chiunque altro, era anche una lupa nel fiore degli anni.

Sarebbe stata davvero pronta per un impegno del genere così presto? Io sapevo di non esserlo.

In quel caso, come diavolo avrei fatto a far funzionare la questione?

Sentivo il calore farsi strada in ogni centimetro della mente e del corpo. La stagione sarebbe stata quasi insopportabile, se non mi fossi messo subito d'accordo con la mia compagna.

Tuttavia il sesso, pur essendo molto presente nella mia mente, in quel momento passava in secondo piano. C'erano altri cento ostacoli che avrei dovuto superare prima di arrivare a quello.

Cominciava a farsi tardi e probabilmente il calore doveva aver ormai coinvolto ogni membro del mio branco.

Eppure avrei dovuto parlare con qualcuno di tutta quella faccenda.. Qualcuno che avrebbe giurato di mantenere il segreto assoluto, non solo sulla parola, ma per via della natura stessa del suo lavoro.

Il mio avvocato, che era anche il cognato della mia nuova compagna. Era l'unica persona che poteva darmi le informazioni di cui avevo bisogno.

Composi il numero di Jeremy, che rispose immediatamente. "Sì, Alfa?"

"Incontriamoci nel mio ufficio", gli dissi. "È successa una cosa urgente e ho bisogno di parlarti".

Ci fu una breve pausa, poi mi disse: "Aiden, è tardi ed è il fine settimana. Sono con la mia compagna, a casa della sua famiglia".

Probabilmente Sienna è lì.

Non riuscii a fare a meno di pensare a come avrebbe potuto reagire quando il calore l'avrebbe colpita. Il formicolio che avrebbe sentito in tutto il corpo. L'intenso desiderio che avrebbe provato per il suo compagno... per me.

"Non può aspettare" ribattei, sapevo di star facendo il crudele. Sarà anche stato il primo giorno di calore, ma se avessi dovuto mettere le mani su Sienna Mercer, avrei avuto bisogno di un infiltrato.

Il mio avvocato e consigliere fece un profondo sospiro e rispose: "Sto arrivando".

***

Jeremy mi raggiunse nel mio ufficio poco dopo, chiaramente ansioso di tornare dalla sua compagna. Non potevo biasimarlo.

Da quando avevo trovato la mia, potevo sentire di nuovo il calore, che stava mandando il desiderio sessuale alle stelle.

"Non ci vorrà molto", gli dissi. "Presto sarai di nuovo tra le braccia di Selene… e a proposito di questo, invito formalmente te e la famiglia della tua compagna al Rifugio del Branco, per una festa che si terrà tra qualche giorno".

Quella della festa non era stata una mia idea; Josh la stava organizzando da una settimana come modo per spingere più donne verso di me nel tentativo di farmi scegliere una compagna. Aveva intenzione di invitare per lo più lupe non accoppiate.

Beh, io avevo finalmente trovato la mia compagna, anche se non glielo avrei detto. Così quell'inutile festa avrebbe potuto essere davvero utile.

Sarei stato io a stilare la lista degli invitati.

"Davvero stai invitando me e i Mercer?" Mi chiese Jeremy, aggrottando la fronte confuso. "Pensavo che queste feste all'inizio del calore di solito fossero…"

"Non sarà una fottuta orgia, Jeremy, se è questo che stai insinuando", dissi. "Sarà una cena di classe e voglio conoscere alcune delle famiglie del mio branco, compresa la tua".

Cercai di mantenere la mia voce priva di emozioni e indossai la mia migliore faccia da poker. Tuttavia, Jeremy non era il mio avvocato perché era uno stupido.

"E perché sei interessato alla famiglia di Selene?" Mi chiese.

~Pericolo. Procedere con cautela. ~

"Perché è passato un po' di tempo da quando ho visto la tua splendida compagna", gli risposi, mio malgrado storcendo le labbra quando il volto di Jeremy si scurì. "Seriamente, Jeremy, ho bisogno di una scusa per invitare la famiglia della tua compagna?"

"Mi sembra un po' all'ultimo minuto", mormorò Jeremy, poco convinto.

"Non è un grosso problema", dissi, cambiando tattica. "Negli ultimi mesi hai fatto molto di più per il branco e per me.

"Le questioni tese con quel branco canadese? Non sarei riuscito a risolverle senza di te. Vedilo come un modo per darti una notte fuori servizio per divertirti".

Nonostante il tentativo di distrarlo dalle mie vere motivazioni, Jeremy non era uno stolto. Mi fissò per alcuni lunghi momenti prima di domandare: "È per via della stagione degli accoppiamenti?"

Mi irrigidii. La pantomima era già finita?

Ero bravo a navigare nella politica; mio nonno mi aveva insegnato tutto quello che c'era da sapere su come portare avanti quei giochetti.

Purtroppo Jeremy aveva passato tanto tempo con me quasi quanto Josh… e aveva capito tutto.

Cambiò la sua espressione in una di attenta neutralità prima di dire: "Se è quello che penso, non so se è una buona idea".

Al pensiero che qualcuno potesse mettersi sulla strada di ciò che voleva, il mio istinto mannaro ringhiò dolcemente nel petto "Smettila di girarci intorno e di' semplicemente quello che pensi, Jeremy".

Sospirò. "So che Sienna non è accoppiata, ma ha solo diciannove anni, Aiden. Sei sicuro di volerla prendere come partner per la stagione? Ci sono così tante altre donne nel branco".

Mi distesi appoggiandomi alla sedia. Quindi aveva capito qualcosa, ma non tutto. Pensava solo che avessi un interesse passeggero per la sorella della sua compagna, non che fosse la mia metà della mela.

Jeremy era il mio avvocato per un motivo: era dannatamente bravo nel suo lavoro, ma non potevo fidarmi di nessuno con la notizia di aver trovato la mia compagna. Non ancora.

"Non dirlo a nessuno", gli dissi con un ringhio basso nella voce, in modo che sapesse che fossi serio. "Sì, Sienna ha suscitato il mio interesse e questo è tutto quello che devi sapere".

"Ciò renderà la mia vita un inferno con Selene", commentò scuotendo la testa. "Spero che tu lo sappia. Anche Sienna fa parte della mia famiglia ora… e io mi prendo cura della mia famiglia, Alfa".

C'era un'innegabile tensione nel suo tono. Era protettivo nei confronti di Sienna e io lo rispettavo, anche se stava rasentando l'insubordinazione.

"Nessuna di queste parole lascerà il mio ufficio", dissi, poi scrutai Jeremy. "Non ne parlerai a nessuno. Nemmeno alla tua compagna. Soprattutto non a lei".

Lui annuì, poi sospirò. "Lo immaginavo" disse, rimettendosi in piedi. "Se questo è tutto, Alfa, allora prendo congedo".

"È tutto", gli dissi, facendogli un sorrisetto. "E tieni gli occhi aperti per un invito nella casella di posta".

Jeremy si limitò a scuotere la testa mentre si allontanava borbottando: "Non hai idea in che cosa tu ti stia cacciando con Sienna, Alfa. Ma lo scoprirai presto".

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