Marchiata dagli alfa - Copertina

Marchiata dagli alfa

Jen Cooper

Le grotte

LORELAI

Passai le ore successive a rimuovere pietre, rocce e detriti dai cumuli che imprigionavano la bestia. Non parlai della strega a cui doveva dare la caccia a seguito dell'incantesimo, non menzionai nemmeno Zale. Mi concentrai solo su ciò che stavo facendo.

Il mio corpo era caldo e bagnato di sudore, mentre lo sforzo mi faceva dolere i muscoli. Braccia, stomaco, gambe, tutto mi faceva male. La gola era arida e bruciava, la testa mi pulsava per la mancanza di cibo. Non avevo idea di quanto tempo fosse passato, ma stavamo facendo progressi.

La bestia si arrabbiava solo per pochi minuti e non ringhiava costantemente contro di noi, quindi questo era un lato positivo.

Le ombre ci aiutavano a spostare le rocce, ma dovevamo fare attenzione a quali muovere, per evitare che l'intera caverna ci crollasse addosso.

"Quando ti tireremo fuori di qui, procedi verso l'ingresso della grotta fino all'acqua. C'è un portale sulla riva, ti condurrà da lei", sussurrai alla bestia mentre finalmente riuscivo a rimuovere dalla sua schiena il masso che gli premeva sul collo, facendolo sanguinare.

Brax mi aiutò a spostarlo di lato e lui scosse la testa, con le ossa che scricchiolavano mentre si stiracchiava. Si girò verso di me e annuì una volta, arricciando le labbra.

Brax si abbassò, liberandogli ogni zampa, mentre io cercavo di individuare le rocce sicure su cui muoversi.

Ne trovai una e provai a tirarla, ma le mie ombre iniziarono a sibilare. Mi accigliai e guardai Brax, che sembrava altrettanto preoccupato. La bestia digrignò i denti, ringhiando con uno sguardo feroce mentre cercava di muoversi ulteriormente.

Questo fece scuotere altri detriti, gli stessi su cui stavo in equilibrio.

Un dolore lancinante mi colpì lo stomaco, simile a una scossa elettrica.

"Credo che ci sia qualcosa che sta cercando di usare il portale", dissi, aggrottando le sopracciglia e rafforzando la presa sulle mie ombre che vorticavano e tornavano dentro di me, confermando i miei sospetti. Il controllo sulla mia magia era distante, ma anche le mie ombre lo percepivano.

"Dobbiamo raggiungere quel portale", affermai, e Brax annuì proprio mentre la bestia ruggiva.

"Fermati!" urlai quando i suoi movimenti iniziarono a spostare tutto sotto di me. Caddi a terra. Brax cercò di afferrarmi, ma il suo passo umano non era abbastanza veloce. Colpii con la testa il bordo di una lastra di cemento con un tonfo nauseante prima di rotolare giù.

Feci una smorfia mentre il dolore si faceva sempre più intenso e il sangue mi colava dalla fronte.

"Cazzo, la tua testa", esclamò Brax, guardando la sommità. "Ha bisogno di punti".

Feci segno di no. "Ha bisogno di essere curata, cosa che potremo fare una volta tornati. Andiamo", lo incitai, correndo verso la bestia irrequieta che gemeva e ruggiva. Anche le caverne tuonavano, minacciandoci di nuovo, e le mie ombre erano in stato di allerta, esortandomi ad andarmene. Ma non avevo finito, dovevo liberare la bestia.

Anche lui voleva uscire e, a quanto pareva, avevamo sgomberato abbastanza spazio, perché emise un altro suono assordante prima di spazzare via il resto dei detriti.

Le grotte ripresero a tremare.

"Merda, ci crollerà tutto addosso!" ringhiò Brax attraverso le pareti e il soffitto che si sgretolavano.

La bestia scosse il corpo, con le ossa che scricchiolavano e i denti che schiumavano, poi conficcò i suoi artigli tra le macerie.

Se avessi capito il suo linguaggio, avrei detto che stava sorridendo. All'improvviso, sparì, correndo via attraverso i tunnel e lasciandoci indietro nelle grotte che crollavano, destinati a essere schiacciati a morte dopo averlo appena salvato. Fantastico.

Mi girai verso Brax. "Dobbiamo correre!"

Lui annuì, prendendomi per mano e trascinandomi a tutta velocità attraverso gli antri. Stavano decisamente cercando di ucciderci. Non riuscivo a fare un passo senza inciampare sui detriti, con la pelle sempre più graffiata e la testa che pulsava.

Aveva smesso di sanguinare, credo, ma era difficile dirlo quando c'era nuovo sangue che fuoriusciva dalle ferite sulle braccia e sul viso. Anche Brax era pieno di tagli, e io spingevo le mie gambe doloranti a muoversi più velocemente.

Le ombre ci aiutavano come potevano, ma le mie erano impegnate a mantenere il controllo sul portale. Qualcosa stava ancora cercando di attraversarlo, e non sapevo se sarei riuscita a fermarlo senza un contatto diretto con la mia magia.

"Corri, piccola luna. La tua bestia è quasi arrivata; si sta facendo strada eliminando le ombre che ispezionano il portale", mi esortò Kai. Cercai di ascoltarlo, ma il respiro mi bruciava nel petto e le grotte stavano crollando rapidamente.

"La bestia può uccidere le ombre?" ~chiese Brax.

"A quanto pare", rispose Derik, a bassa voce. Alzai un sopracciglio sorpresa; non avevamo mai incontrato nulla del genere. Ma le streghe avevano detto che avrebbe attaccato soltanto Adrenna.

"Ti attacca solo se rappresenti un ostacolo", continuò Derik. Lo sapevo, così mi concentrai su dove mettere i miei piedi e non morire.

Quando raggiungemmo la riva, l'acqua era agitata e piena di detriti.

"Cazzo", imprecò Brax. Guardai la superficie scura, deglutendo a fatica mentre il panico mi assaliva.

"Quante probabilità ci sono che l'ingresso per andarcene da qui sia ancora aperto?" chiesi con una smorfia. Brax alzò le spalle.

"Probabilmente le stesse di entrare nel regno dell'ombra e uscirne interi". Tentò di fare un po' di umorismo, ma non lo trovai divertente. Presi fiato.

"Non abbiamo scelta".

"Non è lontano. Ora che so la strada, dovremmo farcela".

"Speriamo di ricevere aiuto dalle ombre".

Brax annuì. Ci voltammo udendo un enorme schianto: la grotta stava crollando alle nostre spalle, una valanga di detriti e polvere ci inseguiva. Non avevamo più tempo. Feci un ultimo respiro e saltai con Brax, immergendomi nell'acqua mentre mi trascinava attraverso l'apertura della grotta.

Era difficile come prima muovermi con la stessa agilità di Brax. Il dolore alla testa mi faceva lottare per restare cosciente.

Il sangue si spandeva nell'acqua, lasciando una scia dietro di noi mentre Brax mi spingeva verso l'alto, schivando ancora una volta gli spuntoni neri sul fondo del lago.

Eravamo quasi arrivati. La superficie era abbastanza vicina da poterla toccare quando qualcosa mi avvolse di nuovo la caviglia. Non lottai né mi opposi, pensando che avessimo un accordo con le ombre amiche. Ma mi sbagliavo.

Qualunque cosa mi avesse preso non erano le stesse ombre, e il suo tocco bruciava come fuoco sulla pelle.

"Brax!" gridai nell'acqua, vedendo un'altra ombra nera afferrarlo prima che raggiungesse la superficie. Le mie ombre erano silenziose mentre una pesantezza si impadroniva di me, trascinandomi verso le punte acuminate.

Nell'istante in cui le sfiorai, il mio corpo esplose. Un fuoco devastante mi invase, non come il calore familiare dei miei alfa. Questo era pura lava di un vulcano che eruttava dentro di me.

I miei organi, le mie vene e la mia carne erano in fiamme sotto la pelle. Urlai. L'aria mi uscì dai polmoni mentre le mie ombre strillavano nella mia mente, non più silenziose.

Le ombre scure mi schiacciavano contro gli spuntoni, e più a lungo mi tenevano lì, più le mie ombre bruciavano. Sbattei forte le palpebre vedendo Brax lottare disperatamente sopra di me, ma queste entità erano troppo forti.

Potevo sentire le urla dei miei alfa nella mente, ma erano distorte e incomprensibili. Il mio cuore batteva all'impazzata, tutto il mio corpo tremava. Sapevo che stavo morendo, e anche Brax. Riuscivo a percepire il suo corpo che cedeva, rinunciando all'aria nei polmoni.

Il mio cuore gridava, cercando di battere attraverso il fuoco che lo consumava, ma non ci riusciva. Il ruggito delle fiamme era troppo forte.

Ero pronta ad andarmene. La bestia era libera, Enzi era al sicuro e mi fidavo di Kai e Derik per recuperare Zale. Dovevo solo addormentarmi.

Ma quando credevo di poterlo fare, il dolore persisteva, così come il mio stato di coscienza. Mi accigliai e guardai Brax. Era inerte nell'acqua, il suo corpo affondava lentamente verso il punto in cui ero trattenuta.

Il fuoco bruciava ancora dentro di me, ma qualcosa nel mio petto mi teneva aggrappata agli angoli oscuri della mia mente. Dovevo sopravvivere, dovevo andare fino in fondo. L'avevo promesso a Enzi e non potevo deluderla.

Scavai in profondità dentro di me, oltre il muro di fiamme, oltre il dolore e le emozioni, fino alle mie ombre che piangevano, urlavano, bruciavano.

Le spronai, sussurrando che dovevamo reagire, che ce l'avremmo fatta, e riversai in loro ogni briciolo della mia volontà. Se la magia funzionava grazie alla volontà, allora anche loro avrebbero dovuto rispondere allo stesso modo, no? Era solo una teoria, ma era tutto ciò che mi rimaneva.

La volontà di mio fratello aveva reso le sue ombre oscure; la mia, invece, le aveva trasformate in qualcosa di diverso. Avevamo già sconfitto le ombre malvagie, le avevamo consumate. Potevamo farlo di nuovo. A quel pensiero, si rianimarono e iniziarono a riempire di nuovo il mio corpo.

Sorrisi alla forma nera che galleggiava nell'acqua di fronte a me, spingendomi contro la creatura infuocata del lago. Quella bastarda sarebbe stata divorata se era così che aveva intenzione di giocarsela. Allungai la mano e la afferrai.

Non ero sicura di cosa farne una volta presa, ma fortunatamente le mie ombre lo sapevano. Appena la mia mano toccò l'ombra, la avvolsero, soffocandola e costringendola a fondersi con me.

Gridai, non sapendo come avessi ancora fiato nei polmoni, ma quando il corpo di Brax atterrò sul letto del lago accanto a me, non mi importava del perché. Volevo solo uscire. Lo afferrai, stringendolo a me, prima di staccarmi dal fondo.

Mi spinsi verso la superficie, le mie gambe scalciavano freneticamente finché finalmente non riuscimmo a emergere. Non cercai di riprendere fiato. Invece, continuai a battere le gambe, trascinando il corpo di Brax, che in quel momento sembrava incredibilmente grande, finché non fummo fuori dall'acqua della morte.

Ci lasciai cadere sulla riva che aveva una consistenza molto più piacevole della pietra, una sorta di sabbia granulosa con ciuffi d'erba.

Iniziai subito il massaggio cardiaco. Non avevo magia, ero umana e, tecnicamente, lo era anche lui. Dovevo farlo respirare, altrimenti portarlo da Cain sarebbe stato inutile.

"Lorelai! Attraversa quel cazzo di portale! Ora!" ~La voce di Kai arrivò chiara nel collegamento, e girai la testa di scatto verso il portale alla sua urgenza. Stava vacillando, cedendo ai bordi e io strinsi i denti. Quel regno faceva schifo, cazzo.

Trascinai Brax lungo la riva, senza cedere all'isteria che mi montava in gola alla vista del suo viso pallido e delle labbra blu. Continuai a tirare finché non raggiungemmo il portale, poi lo girai in modo che le sue gambe passassero attraverso.

"Tiralo dentro",ordinai, trasalendo mentre il portale si restringeva ulteriormente. Brax venne risucchiato e, proprio mentre stavo per seguirlo, un'ombra scura sibilò, spingendomi indietro e scagliandomi lontano dal portale.

Urlai mentre colpivo un albero; la mia schiena si inarcò per il dolore prima di cadere a terra. Il portale si stava riducendo e il mio respiro era affannoso, mentre altre ombre emergevano dalla foresta oscura. Indietreggiai quando mi circondarono.

"Nata d'inverno", sibilò quella davanti al portale. Serrai la mascella.

"Lorelai o luna, preferibilmente", replicai con tono secco. Il sibilo si fece più forte nel silenzio. Dovevo raggiungere quel portale. Le mie ombre erano furiose dentro di me, il tradimento attraversava il mio corpo grazie alle loro emozioni. Mi accigliai.

"Le mie ombre ti riconoscono". Sembrò annuire, in qualche modo. Ma non disse nulla e non ero sicura di cos'altro potesse dire. Immaginavo che, essendo letteralmente un soffio di fumo nero nell'aria, il suo vocabolario fosse piuttosto limitato.

"Ok, beh, è stato divertente. Ora, ho bisogno che ti sposti, così posso tornare a casa", dissi, avvicinandomi a poco a poco. Ma anche le ombre avanzarono. La sconfitta cercò di insinuarsi dentro di me, ma mi rifiutai di lasciarla entrare, nonostante il portale diventasse ogni secondo più piccolo.

Ero sicura che non sarei riuscita ad attraversarlo, anche se l'avessi raggiunto. L'idea di rimanere bloccata in quel regno di merda per il prossimo futuro mi faceva un po' incazzare. Le ombre non dicevano nulla e io sospirai irritata.

"Sentite, ho appena divorato la vostra amica laggiù nell'acqua perché mi ha spinto contro una rabbiosa roccia letale, e sto cercando di essere gentile lasciandovi in pace. Quindi, per favore, potreste spostarvi?" chiesi in modo educato.

Pensavo fosse inquietante sentirle sibilare, ma vederle inclinare tutte leggermente la testa, come se cercassero di capirmi, era ancora più spaventoso.

Alla fine, quella che bloccava il portale si fece da parte. Sembrava troppo facile, ma non osavo discutere: dovevo tornare indietro. Corsi verso il portale; era all'altezza della vita e non raggiungeva la mia testa – che ancora pulsava.

Stavo per attraversarlo quando fui trattenuta da un tentacolo d'ombra intorno ai fianchi. Mi trascinò indietro e io urlai cercando di liberarmi. Mi teneva ferma mentre il portale si chiudeva lentamente. La magia viola scomparve, immergendo l'area nell'oscurità totale.

Le ombre si muovevano intorno a me e io riuscivo a malapena a vederle. Quella che mi aveva afferrato mi lasciò andare e io respirai pesantemente, con le lacrime che mi salivano agli occhi e la paura che mi spingeva a controllare ovunque. La mia vista doveva adattarsi, non c'era altra scelta.

Quando finalmente lo fece, avrei preferito che non fosse successo. Le ombre oscure erano ovunque. Indietreggiai, cercando di ristabilire il legame di accoppiamento, ma era completamente spezzato. La paura mi invase, il mio corpo era in preda al panico mentre cercavo disperatamente una via d'uscita.

Le mie ombre erano pronte, determinate a combattere, ma sapevo che quella non era la mia battaglia, bensì la loro. Io ero solo un ospite – un ospite indesiderato – nel loro territorio.

Le ombre oscure iniziarono ad avanzare, avvicinandosi lentamente mentre io arretravo.

"Ok, qui si mette male", sussurrai, sobbalzando quando sbattei contro un essere ombra. Mi girai di scatto e mi afferrò le braccia, riempiendomi di una sensazione di freddo terrore e morte.

"Fermati!" urlai mentre cercava di raggiungere le ombre dentro di me. Lo assorbii. Proprio come l'altro, la sua essenza si unì alle mie ombre, riempiendomi. Annaspai in cerca d'aria, colpita dal brivido di freddo che aveva provocato.

Era come ghiaccio sulle ossa carbonizzate dentro di me. Mi strinsi lo stomaco mentre le mie ombre cercavano di contenere quell'essenza. Si agitava e io la costrinsi ad adattarsi. Le altre ombre si avvicinarono, e io deglutii.

Non potevo assorbirle tutte, non quando ogni volta che si muovevano dentro di me sembravano carta vetrata ruvida invece della seta liscia delle mie ombre. Era sbagliato e mi faceva sentire in colpa. Non erano mie, e non le avevo guadagnate come avevo fatto con Elias.

Accidenti, Elias si sarebbe eccitato moltissimo di fronte a tutte quelle ombre; le avrebbe assorbite una a una in un attimo. Ma io non ero lui e non le volevo. Cercai di costringerle a uscire dal mio corpo.

Si aggrappavano, artigliavano e urlavano dentro di me, mentre usavo ogni grammo della mia volontà per cacciarle via.

Erano appena uscite quando uno squarcio si aprì nell'aria. Un flusso di ombre si riversò all'improvviso e mi afferrò, trascinandomi attraverso il nuovo portale. Mi lasciò cadere sul pavimento di una tenda deserta nel mio regno prima che lo squarcio tra i reami si chiudesse di nuovo.

La mia magia mi riempì all'istante, e inspirai profondamente mentre il potere formicolava nelle mie dita, dirigendosi subito verso le mie ferite per rimarginarle.

Liberai un sospiro e mi alzai lentamente, guardandomi intorno. Era la tenda che condividevo con i miei alfa, e non era vuota. Enzi giaceva in un fagotto sul nostro letto, gorgheggiando felice.

I suoi occhi incontrarono i miei e io mi accigliai. Sperimentai la forza e la volontà delle mie ombre prima di raggiungerla.

Zale era lì, potevo sentirlo. Le sue ombre e la sua magia, insieme a quelle di Enzi, mi avevano riportato indietro. Le lacrime mi salirono agli occhi e le asciugai rapidamente prima di chinarmi per prenderla.

"Beh, sei piena di segreti, più di quanti ne riveli la tua nascita". Le baciai la pelle morbida della fronte, facendola rannicchiare ancora di più. La tenni stretta, poi mi voltai di scatto al suono di un ruggito fuori dalla tenda.

"Riportatela indietro, cazzo! Subito!" Era Kai, i suoi passi scuotevano il terreno. La neve cadde sulla tenda, e non potei trattenere un sorriso.

"È meglio che andiamo a dirgli che sono tornata, prima che distrugga l'accampamento". Le sorrisi prima di uscire.

"Sto bene",inviai attraverso il collegamento e tutti e tre si bloccarono. Kai era trattenuto da diversi membri del branco, tra cui Tatum, che sembrava l'unico in grado di fermarlo.

I suoi occhi scattarono verso i miei, ma prima che potesse raggiungermi, Derik fu lì, avvolgendomi tra le sue braccia, stringendomi, baciandomi il viso, controllando la mia testa guarita. Ricambiai il bacio, poi gli passai Enzi, sapendo che Kai stava per raggiungermi.

Nel giro di pochi secondi, Kai mi sollevò e mi spinse contro l'albero accanto alla nostra tenda. La neve cadeva dai rami dei pini e mi inzuppava i vestiti, ma non mi importava perché la sua bocca era sulla mia, premendo le labbra contro le mie.

Sospirai nel bacio, avvolgendo le braccia intorno a lui.

"Kai, sto bene", lo rassicurai.

"Gliel'ho detto che lo saresti stata", commentò Tabby, zoppicando verso di noi con la giacca di Kai ancora sulle spalle.

"Come lo sapevi?" chiesi mentre Kai mi metteva giù e io mi giravo. Si rifiutò di lasciarmi andare, tenendomi stretta sotto il suo braccio con una mano salda sulla mia schiena.

"Te l'ho detto. Lei non è ciò che sembra". Tabby sorrise, guardando Enzi. Anche Derik abbassò lo sguardo su di lei.

"Ti ha riportato indietro Enzi?"

Annuii. "Sì".

Poi il mio cuore sprofondò: c'erano solo due alfa.

"Brax", sussurrai, osservando i membri del branco che lentamente si disperdevano per concederci un po' di privacy. Tuttavia, potevo percepire che stavano ascoltando, sintonizzati sul legame del branco per captare qualsiasi segno di pericolo.

Apprezzavo il fatto che si prendessero cura di me, e il sollievo palpabile per il mio ritorno era rassicurante. Ma più di tutto, avevo bisogno di sapere che Brax stava bene. Dopo quello che era appena successo, non avrei retto se lui non ce l'avesse fatta.

"Sta bene. Respira. È solo indolenzito. È incazzato, però, bellezza. Gli stiamo dando un po' di spazio".

"Perché?"

"Perché Kai è un bruto senza compassione". Derik lo guardò e lui scrollò le spalle.

"Ti ha lasciato indietro, piccola luna. Non potevo lasciargliela passare liscia. Ora sa che non deve farlo mai più".

Rimasi a bocca aperta e lo spinsi via.

"Dannazione, Kai!" Scossi la testa e andai a cercare Brax, usando le mie ombre. Era nella tenda-infermeria ed entrai senza esitazione.

"Lorelai", sospirò lui, mettendosi lentamente a sedere. Lo avvolsi tra le mie braccia.

"In realtà, sputafuoco", mormorai contro la sua spalla, ma lui non sorrise.

"Non è stata colpa tua. Non hai nulla di cui rimproverarti", lo rassicurai. Brax rimase in silenzio, limitandosi a stringermi più forte. Decisi di lasciar perdere, consapevole che il senso di colpa era qualcosa che doveva affrontare da solo.

Tutto ciò che potevo fare era assicurargli che era ingiustificato, e lo comunicai attraverso il legame anche agli altri, con particolare insistenza a Kai. Derik entrò, tenendo Enzi tra le braccia, seguito da Kai e Tabby.

"La bestia è arrivata", mormorò Kai, e io deglutii.

"E? Ha trovato Adrenna?"

Derik scosse la testa.

"No, ma ha annusato l'aria e poi è partito, quindi credo che abbia sentito il suo odore. I lupi lo stanno inseguendo, ma è veloce". Mi alzai e presi Enzi tra le braccia, stringendola forte, sollevata di sentire di nuovo il suo corpicino contro il mio.

Mi lasciai cullare da quella sensazione per un attimo, pensando alla mia prossima mossa. Non avevo idea se la bestia avesse intenzione di fare del male a Zale, pur di raggiungere Adrenna o se Adrenna avesse un piano di emergenza nel caso fosse stata catturata.

L'unico modo per evitare che accadesse qualcosa era seguire la bestia durante la caccia, non stare accampati e aspettare.

"Dobbiamo prepararci a muoverci. Smantelleremo il campo più tardi, portando solo l'essenziale. Seguiremo quella bestia come si deve, e voglio essere lì quando raggiungerà Adrenna", affermai, e Tabby mi sorrise con un piccolo cenno di assenso.

"Questa bestia. Un tempo era un umano, capisce la nostra lingua?"

"Parzialmente. È... difficile per lui. Alcune cose sono chiare, altre no. Lo stesso vale per la sua vista. L'unica cosa che vede, sente e annusa chiaramente è Adrenna. Al momento, il fatto di percepirla dopo tanto tempo, probabilmente lo sta mandando in fibrillazione".

"Allora andiamo ad assicurarci che Adrenna abbia quello che si merita", dichiarai prima di voltarmi verso Brax e posare la mano su di lui.

Cain mi aveva insegnato un po' di magia, abbastanza per guarire i miei compagni, e io la usai, rimarginando tutte le ferite di Brax e facendo sparire il dolore. Poi guardai i miei alfa.

"Organizzate le squadre di caccia. Partiremo entro un'ora", ordinai, più risoluta che mai. Ne avevo passate tante per portare lì quella bestia, e non avrei permesso che fosse stato tutto inutile.

Adrenna voleva la guerra; ora l'aveva ottenuta, e non avrei lasciato che i vampiri si avvicinassero a noi prima di riavere Zale.

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