La sopravvivenza della rosa - Copertina

La sopravvivenza della rosa

Audra Symphony

Il capitano della guardia

AEON

"Non posso credere che lo sto facendo", sospirò Max, agitandosi.

Si tirò su le maniche decorate, allungò le dita dei piedi negli stivali nuovi di zecca e si aggiustò la cintura.

Erano in piedi nel cortile del castello, in attesa che i servi di Albarel scaricassero i loro bagagli dalla carrozza.

"Hai promesso, principe Maxim", rispose Aeon.

Se ne stava in piedi con sicurezza, vestito di un abito blu scuro, molto meno ostentato di quello del compagno.

Max arricciò il naso all'uso del nome proprio. "Odio quando mi chiami così. E ancora non capisco perché devo fare la corte a questa megera".

"Ti prego, non chiamarla così".

"La regina Rosaline è vecchia quanto nostra madre".

"Forse, ma ho sentito dire che la sua bellezza è quella di una donna di vent'anni".

"E io ho sentito che il suo carattere è quello di una strega di novanta", rispose Max.

Aeon abbaiò una risata.

Sono contento che Max abbia accettato di accompagnarmi. Non vorrei essere qui senza di lui.

"Non mi hai ancora spiegato come ti aspetti che lo faccia, esattamente", disse Max.

"Sei un grande attore. Ho fiducia in te", gli disse Aeon, appoggiando una mano sulla spalla del principe.

"Devi solo corteggiarla finché non avrò trovato quello che stiamo cercando", continuò. "Hai fatto molta pratica nel conquistare il favore delle donne, fratello".

"Non ti aspetterai che me la porti a letto, vero?"

"Non ce n'è bisogno. Tienila solo interessata. Sono sicuro che puoi distrarla bene. Hai già spezzato un bel numero di cuori", gli rispose Aeon.

"Non ricordarmelo".

Aeon si sentì improvvisamente osservato.

Guardò intorno al cortile, ma nessuno stava prestando loro attenzione. Anche gli altri ospiti stavano arrivando, mentre i servi li salutavano e disfacevano le loro carrozze.

Lo sguardo di Aeon balenò sulle mura del castello per incontrare un paio di occhi scuri che lo fissavano da una delle finestre della torre.

Appartenevano a una donna.

Lei lo guardava come se stesse cercando di risolvere un puzzle.

I suoi capelli color cioccolato cadevano sciolti e fluttuavano nella brezza della finestra aperta.

Chi è?

Aeon ebbe la sensazione che se non fosse stato attento, quella donna avrebbe presto scoperto perché si trovasse lì.

Non gli importava; c'era qualcosa di inebriante nel suo sguardo perspicace.

Gli faceva venire voglia di essere conosciuto.

Poi, all'improvviso, così come lui l'aveva notata, lei scomparve dalla finestra, ritirandosi dalla sua vista.

"Aeon", lo chiamò Max, "mi stai seguendo?"

Aeon spinse la giovane donna fuori dalla mente e seguì Max nel castello.

Avvicinandosi alla porta, si voltò ancora una volta verso la torre, ma la figura era già sparita.

Un servitore agitato li condusse in una grande sala da ballo con diversi tavoli importanti.

Entrarono in un gruppo di una dozzina di pretendenti accompagnati dai loro uomini.

La sala da ballo risplendeva: dal pavimento a scacchi, su per le colonne corinzie, fino al soffitto dipinto che raffigurava un Eden così attraente che lo stesso Aeon avrebbe scelto di non mangiarne il frutto.

La regina era già seduta a capo del tavolo principale.

Era bella, non lo si poteva negare.

Aveva un portamento regale e i capelli, un mix insolitamente sorprendente di biondo e bianco, erano attorcigliati sulla testa tempestati di gioielli.

Tuttavia, si poteva quasi sentire la fredda astuzia che giaceva latente dietro il sorriso come dipinto.

Alla sua sinistra sedeva una sua copia più giovane, presumibilmente la figlia maggiore, alla destra un giovane uomo corrucciato, probabilmente il figlio ed erede al trono di Albarel.

Chissà se le voci sono vere, che il futuro re ha più della malizia della madre che della saggezza del padre…

"Benvenuti!" Li accolse la regina. Mentre parlava mantenne un sorriso plastico.

"Prego, accomodatevi", continuò. "Bevete e mangiate a vostro piacimento! Saremo tutti buoni amici entro la fine della settimana".

Max lanciò uno sguardo laterale ad Aeon, che alzò le spalle e tirò fuori una sedia per il principe. Max si sedette.

"Incantala, Max. Incantala", gli ricordò Aeon con voce sommessa mentre prendeva una sedia per sé.

"Che regina graziosa che siete, Vostra Maestà", disse Max a voce alta.

Diversi uomini lo guardarono male; altri si mostrarono subito d'accordo. "E potrei essere così audace da dire che siete tanto bella quanto graziosa", aggiunse.

"Potete essere così audace, buon signore", gli disse la regina, mostrandogli un sorriso angelico. La principessa seduta accanto alla madre arrossì.

"Ditemi il nome dell'uomo che mi fa tanti complimenti", continuò la regina.

Max si alzò e si inchinò. "Secondo principe di Summoner, Vostra Maestà. Maxim è il mio nome".

"Principe Maxim", disse la regina. Aeon si chiese come il suo viso fosse rimasto abbastanza forte da sorridere così a lungo.

Max tornò a sedersi e la cena fu servita.

Molti provarono a imitare i complimenti fatti da Max, ma pochi ricevettero in cambio lo stesso calore.

Max, tuttavia, riuscì a suscitare diverse volte una risatina da parte della regina durante il pasto.

Aeon prese del cibo. Sapeva che il galateo gli imponeva di stare al fianco di Max, ma la curiosità lo rendeva ansioso di perlustrare il castello.

Quando finalmente il pasto terminò, la regina si ritirò mentre gli uomini finivano le loro bevande e lui dovette sforzarsi per evitare di saltare dalla sedia e correre fuori dalla stanza.

"Rilassati", sussurrò Max. "Abbiamo una settimana per cercare".

"Preferirei andarmene da qui il prima possibile… oppure la regina ti ha già catturato il cuore?"

Max rabbrividì visibilmente.

Un servo li accompagnò nella loro camera da letto.

"Togliti quei vestiti ridicoli", ordinò Aeon.

"Sei tu che mi hai detto di attirare l'attenzione della regina", disse Max, iniziando a spogliarsi mostrando la sua forma snella e i muscoli tonici. "Come un pavone".

Aeon distolse lo sguardo. "Non ho parlato di pavoni, né di altri volatili. Pronto?"

"Andiamo".

Bussarono alla porta ed entrò un servo.

"La regina richiede la vostra presenza", disse formalmente guardando il principe Maxim, che in quel momento era vestito degli abiti da tutti i giorni.

"Oh! Uh…" diede un'occhiata ad Aeon, che fece un piccolo cenno.

"Puoi darmi un momento?"

Il servitore entrò nella sala e Max iniziò a rimettersi gli abiti eleganti, sospirando udibilmente.

Mentre Max seguiva il servo lungo il corridoio, Aeon ricordò brevemente che la finestra da cui la donna aveva guardato quel pomeriggio apparteneva alla stessa torre in cui si trovavano in quel momento.

Anche lei appartiene a questo posto?

Mise da parte il pensiero, mentre i passi di Max e del servo si allontanavano e Aeon pensò che fosse sicuro esplorare i dintorni.

Notò un giardino diverso da quelli che aveva visto a casa, così decise di avventurarsi all'esterno.

Scese le scale a chiocciola ed entrò nei giardini reali.

Il sole stava tramontando e strisce di luce coprivano il paesaggio.

Il giardino era mozzafiato, l'aria profumata e leggera. I fiori circondavano Aeon, sbocciando in ogni colore immaginabile.

Non sapeva che il mondo contenesse così tante specie di fiori; Summoner non era nota per la sua flora.

Aeon aveva appena girato un angolo dietro una siepe quando vide una figura esile che si reggeva con la grazia della vera regalità.

La riconobbe come la giovane donna della Torre dell'Ovest. I capelli le pendevano sciolti, ondeggiando sulla schiena lungo la tunica magenta.

Era seduta su una panchina, canticchiava dolcemente mentre intrecciava fiori colorati in una piccola ghirlanda. La teneva su di sé e sorrideva.

Sembrava così felice che Aeon aveva paura di interromperla.

Aveva un sorriso che avrebbe fatto a gara con il sole, pensò Aeon. La giovane donna si mise la ghirlanda in testa.

Il suo sorriso superava persino quello della regina, perché non aveva quell'aura di finto a cui aveva assistito prima.

"Una corona adatta a una principessa", disse Aeon.

Il sorriso della giovane donna scomparve e lei fece scattare gli occhi verso di lui.

Si alzò e cominciò a indietreggiare, strappandosi i fiori dalla testa.

"Aspettate, non voglio farvi del male", le disse Aeon, inchinandosi. "Sono un ospite della regina Rosaline".

La rassicurazione non ebbe l'effetto desiderato. La preoccupazione sul volto della ragazza sembrò solo aumentare.

"Vengo al seguito del principe Maxim di Summoner", continuò Aeon. "Sono il... ehm... il suo capitano della guardia, Aeon. Come vi chiamate?"

"Il mio n-nome?" balbettò la ragazza.

"Voi siete colei che ho visto alla finestra? Come vi chiamate?"

"Io sono..." cominciò lei di nuovo, ma poi sembrò notare qualcosa dietro di lui e sussultò.

Aeon si voltò e vide la regina che camminava a braccetto con Max.

La faccia della regina era rossa di rabbia e Max stava praticamente correndo per stare al passo con lei.

"Deanna", disse la regina con un tono letale.

Poi sembrò improvvisamente ricordarsi degli ospiti.

Fece una pausa, lanciò un sorriso esperto a Maxim, poi ricominciò.

"Deanna, cara" disse, questa volta con una voce più controllata, ma in qualche modo ancora più agghiacciante.

Lasciò cadere il braccio di Max, che si allontanò di un passo da lei.

"È pericoloso andare in giro così vicino all'ora di buio", disse lei dolcemente. "Grazie, signore, per aver trovato la mia cara figliastra. Deanna, vieni".

Deanna fece un rapido inchino e passò davanti a loro al fianco della regina.

"Buonanotte, principe Maxim", disse la regina mentre si allontanava. "Spero di vederti, domattina".

"Certamente, mia regina", le rispose Max. I due uomini le guardarono scomparire.

"Beh, è stato facile", disse Max, mettendo le mani sui fianchi e guardando Aeon con la vittoria negli occhi.

"Sì, lo è stato", mormorò Aeon.

Anche se, in qualche modo, sento che questo non sarà un compito facile.

"Allora, come faremo?"

"Tu corteggerai la regina, come previsto".

"Ma..." iniziò Max.

"Non è cambiato nulla", lo interruppe Aeon. "Devi ancora stare dalla sua parte".

"Dannazione".

DEANNA

Deanna si era trovata faccia a faccia con l'uomo che aveva visto nel cortile. Vederlo la faceva sentire esposta.

Lui l'aveva sorpresa a fissarla una volta e da quel momento l'immediatezza della sua presenza la spogliava della distanza protettiva della finestra.

Il suo nome era Aeon ed era il capitano della guardia. Il suo padrone era il principe Maxim di Summoner.

Allora avevo ragione. Sapevo che venivano da una delle nazioni dell'inverno.

Trovarsi di fronte a lui era stato un tale shock, che Deanna si era dimenticata persino il proprio nome mentre fissava il suo viso rugoso.

Non si era nemmeno accorta che la regina e il suo ultimo pretendente stavano camminando verso di loro finché non era stato troppo tardi.

"Deanna".

Dalla voce della regina capì di essere nei guai.

Guai seri.

Per quanto volesse rimanere con la sua nuova conoscenza, Deanna sapeva che non c'era altra scelta che seguire la regina al castello.

Il sole stava ormai tramontando.

Deanna cercò di consolarsi con il fatto che, se fosse stata sorpresa con lo straniero dopo il crepuscolo, sarebbe stata in guai ancora maggiori.

Entrarono al castello in silenzio. Il cuore di Deanna batteva forte mentre varcarono la soglia.

Si chiese se sarebbe potuta sgattaiolare nella propria stanza, ma dallo sguardo che le lanciò la regina sopra una spalla capì che si aspettava che lei la seguisse fino a ordine contrario.

La seguì nella sua camera privata.

Deanna si sentì la fronte madida di sudore. Il suo corpo reagiva a quella stanza in modi che non riusciva a sopprimere.

"Chiudi la porta, Deanna" le ordinò la regina.

A Deanna martellava il cuore nel petto.

Chiuse lentamente la porta.

La stanza rimase in silenzio per quelle che sembrarono ore, mentre la regina si prendeva un momento per riflettere.

L'unica cosa che Deanna riusciva a sentire era il suo stesso respiro. Cercò disperatamente di mantenerlo uniforme.

La regina prese una cinghia di cuoio da dove era appesa al muro e si posizionò di fronte alla figliastra.

"Pagherai per questo, Deanna, cara", disse, sollevando un braccio, pronta a colpire.

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